Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
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Le esperienze politiche degli ultimi giorni racchiudono una dicotomia tra l'esaltazione per la possibilità di tornare al voto e l'inquietudine di perdere una figura di rilievo come Mario Draghi alla guida del nostro Paese in un momento così complicato e travagliato. Del resto se il 30,8% degli italiani desidera velocemente il ritorno al voto - e tra questi il 65,5% degli elettori di FdI e il 40,0% della Lega- il 52,9% vorrebbe mantenere l'attuale assetto governativo nelle seguenti modalità: senza i 5 Stelle (36,3%), in un bis con la stessa maggioranza (8,9%), oppure anche con l'appoggio esterno dei grillini (7,7%).
Questo clima così sconnesso porta gli italiani a sentirsi preoccupati (73,8%), incerti e confusi sulle sorti nazionali, tuttavia consapevoli che arrivare alla fine naturale della legislatura senza il Movimento 5 Stelle sarebbe sì possibile (66,4%), ma con il rischio di oscillare tra gli alti e i bassi dei diktat dei partiti condizionati da una campagna elettorale nel pieno delle sue azioni (30,2%).
CONTE DRAGHI
Il 62,6% degli italiani ritiene che il M5S abbia fatto un errore provocando questa crisi, mentre il 22,2% sostiene che abbia fatto bene. Anche nell'elettorato grillino esistono i tormenti; infatti, se il 22,4% ritiene uno sbaglio questa scelta, il 59,7% è convinto che la strada sia quella giusta. Entrando nel particolare come responsabili della situazione che ha paralizzato il Paese il 56,8% degli intervistati individua i pentastellati di diversa deriva come Giuseppe Conte in primis (40,6%), Luigi Di Maio (10,8%), Beppe Grillo (4,9%), e anche un pizzico di Alessandro Di Battista (0,5%); mentre il 43,3% dell'elettorato del Movimento attribuisce a Mario Draghi le maggiori colpe.
GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI
Detto questo, analizzando l'indice di fiducia si scopre che il Presidente del Consiglio ha guadagnato 4,5 punti percentuali in 10 giorni (dal 47,8% al 52,3%) durante la crisi, mentre Giuseppe Conte, nello stesso arco di tempo ne ha persi 5,4 passando dal 27,6% al 22,2%.
In tema di "responsabilità" il 57,4% dell'opinione pubblica crede che proseguire con questo Governo sia un atto dovuto alla Nazione vista la difficile situazione che ci vede sul fronte di una pandemia che sembra riaccendersi a comando, con una guerra ai confini dell'Europa, un'inflazione in crescita, la siccità e una crisi energetica alle porte.
GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI
Per il 32,7%, invece, rappresenta solo un «attaccamento alle poltrone» (52,2% tra gli elettori del M5S). In questo luglio rovente emergono tutte le divergenze e le difficoltà di un Paese che si sente costretto a vivere in uno stato di emergenza perenne e quando sembrava che si sarebbero potute mettere le basi per un nuovo cammino, aiutati anche dagli importanti contributi del Pnrr, ecco che tutto è nuovamente in bilico tra chi ha la necessità di mettersi a confronto con gli elettori e chi no.
Nascono molti nuovi «partiti» con nuove sigle e non sempre nuovi volti. L'affacciarsi dell'idea di «Insieme per il futuro» -ancora sulla carta- di Luigi Di Maio compare all'esordio con un timido 1,6%, mentre i suoi ex colleghi del Movimento perdono lo 0,6% attestandosi al 10,7%. Per il resto le oscillazioni dei partiti sono solo ancora micro non superando in 10 giorni lo 0,3%-0,4%. In testa c'è ancora il grande partito dell'astensione che con gli indecisi raggiunge il 37,3%. Analizzando il tutto e approfondendo questo dato e incrociandolo con le proposte e i desideri degli elettori si raggiunge la proiezione di un affluenza tra il 70,0% e il 75,0%.
draghi conte
Tutto questo fa pensare ad una buona parte di un Paese in attesa, alla ricerca di nuove indicazioni chiare, trasparenti e utili a cui aderire e che possano emergere dal marasma delle solite promesse politiche uguali per tutti. Un'attesa che ha il sapore salato del voto per tirare le somme di quattro anni e mezzo e di 3 legislature, tutte diverse e sicuramente inaspettate, che hanno portato gli elettori a comprendere che in politica la parola «mai» non ha più senso «salvo intese». E allora la questione prima di essere economica per i cittadini è sicuramente politica - «a loro insaputa» -: è ora di tirare fuori la bussola per ritrovare il cammino senza lasciarsi prendere dal panico.
mario draghi giuseppe conteu