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    L’EVAPORAZIONE DEL BANANA - I RISULTATI DELLE AMMINISTRATIVE NON INTERESSANO MINIMAMENTE AL BERLUSCAZZONE, CHE SI GODE I SALAMELECCHI MOSCOVITI SUL LETTONE DI PUTIN, LASCIANDO ALFANO A (NON) GESTIRE LA DÉBÂCLE - PER LUI, MILLE FINALI SONO STATI IPOTIZZATI: PIAZZALE LORETO, SENATORE A VITA, IDI DI MARZO, FUGA AD ANTIGUA, FINALE DEL FILM “IL CAIMANO”. MA PER ORA SI È SOLO STUFATO: “NON SONO PIÙ SPENDIBILE, NON HO INTENZIONE DI RICANDIDARMI. SONO STATO A MONZA E MI SONO STANCATO”...


     
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    Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

    VLADIMIR PUTIN ALLA FESTA PER IL SUO GIURAMENTO DA PRESIDENTE APPLAUDITO DA SILVIO BERLUSCONIVLADIMIR PUTIN ALLA FESTA PER IL SUO GIURAMENTO DA PRESIDENTE APPLAUDITO DA SILVIO BERLUSCONI

    E nel frattempo la leadership di Berlusconi è evaporata. Se ne coglie qualche residuo a Mosca, dove nel giorno della più severa sconfitta del Pdl il Cavaliere ha assistito all´insediamento di Putin. E a questo proposito egli si è fatto scrupolo di notificare all´opinione pubblica che nella cerimonia, di cui ha ammirato la solennità, «a me è stato dato il posto d´onore, ero in prima fila dietro le first lady». Come dire, forse, che era in seconda fila.

    Berlusconi e PutinBerlusconi e Putin

    Per il resto, liquidate le elezioni con il minimissimo indispensabile, l´ex presidente del Consiglio e presidente plenipotenziario e a vita del Pdl ha proseguito il suo tour di onori e spettacoli moscoviti come se quello che accadeva in Italia, e in particolare al povero Alfano, non lo riguardasse proprio. Non che tale pervicace estraniarsi, specie per un combattente come lui, sia la condotta più normale del mondo. Vero è che la dissimulazione rientra appieno nelle logiche della politica.

    Berlusconi e PutinBerlusconi e Putin

    Ma certo ripensando ai tanti possibili e anche truculenti esiti su cui per anni la pubblicistica s´è interrogata e variamente esercitata - Piazzale Loreto, senatore a vita, Idi di Marzo, fuga ad Antigua, finale del film «Il Caimano» - la riduzione allo stato gassoso del berlusconismo appare oggi una prospettiva abbastanza singolare nel suo plausibile svolgimento.

    Berlusconi e Putin amiconiBerlusconi e Putin amiconi

    O almeno. Anche senza ricorrere alle leggi della fisica e all´evidente ribollire dell´acqua ben oltre le consuete temperature, le ultimissime testimonianze sullo stato d´animo lasciano individuare qualcosa di più serio della prevedibile e già espressa disaffezione. Nell´ultima settimana c´è chi ha descritto Berlusconi con la scrivania coperta di stenografici di intercettazioni - che assecondando la consueta nevrosi quantificatoria lui ha calcolato in un metro cubo di carte. Con altri si è concesso un sintetico sfogo sull´unico comizio tenuto in questa disastrosa campagna elettorale: «Io non sono più spendibile, non ho alcuna intenzione di ricandidarmi, l´altro giorno sono stato a Monza e mi sono stancato, stufato».

    BERLUSCONI E PUTIN - VILLA CERTOSABERLUSCONI E PUTIN - VILLA CERTOSA

    In Russia va senz´altro meglio. E´ la seconda volta che vola a Mosca dall´inizio dell´anno. I potenti di laggiù lo tengono in palmo di mano e tutti pensano che a parte gli affari del gas (come da resoconti divulgati della diplomazia americana), la notte i suoi gentili ospiti lo facciano anche divertire, come piace tanto a lui, ma senza i rischi nostrani: paparazzi invadenti, avidi prosseneti e amichette linguacciute. In compenso ieri mattina un giornalista americano l´ha visto e subito fotografato.

    Diffusa in tempo reale su twitter, l´immagine consegna un Berlusconi piuttosto impettito, abito e sorriso d´ordinanza. Ripreso dall´alto e all´ombra di un colossale body-guard, sta salutando qualcuno che non si vede. Ma intanto, più qui grandinavano i risultati della debacle, e più quella foto sembrava rivelare in sé qualcosa di vagamente simbolico, un attimo di inespresso straniamento e una specie di passaggio: come se l´uomo che ha governato e sgovernato l´Italia negli ultimi tre anni e mezzo stesse prendendo congedo non solo da un´epoca, ma dalla sua stessa funzione nella vita politica italiana.

    SABINA BEGANSABINA BEGAN

    E´ possibile che nel corso della giornata si sia reso conto che la sua lontananza parlava più forte di quelle quattro parole auto-consolatorie che ha ritenuto di diffondere dopo la cena al Cremlino - e pure in questo caso il Cavaliere, così attento alle forme conviviali, ha tenuto a far sapere: «Ero seduto al tavolo con Putin».

    Ma questo rafforzato e ostentatissimo privilegio d´ospitalità non riesce minimamente a cancellare l´impressione invero bislacca di un leader sconfitto che si occupa delle Olimpiadi invernali di Soci 2013; e questo, per giunta, quando dal Palazzo di Giustizia di Milano filtravano amene narrazioni orgiastiche e paganeggianti sull´ostensione della statuetta di Priapo a villa San Martino; e dalla testimonianza di una ragazzetta colà invitata dall´ineffabile Emilio Fede arrivava una rivelazione che al punto in cui è arrivato il tran-tran del Rubygate può suonare perfino liberatoria: mentre scendevamo nella sala del bunga bunga, il presidente mi ha toccato il sedere.

    ANGELINO ALFANOANGELINO ALFANO

    E dire che qui lo aspetterebbero tante incombenze, drammaticamente lasciate a metà: il film su se stesso e per il quale non trova il regista giusto; il cambio del nome del Pdl, che va avanti ormai da più di un anno; il nuovo inno, pochissimo suonato, ma già ampiamente sbertucciato: pare abbia come titolo «Gente che resiste», e sul Foglio è già uscita una parodia del testo che fa: «Noi gente che spera e lotta/ e ormai si astiene dalla mignotta»...

    Adriano GallianiAdriano Galliani

    Bisogna ammettere che fuori da Palazzo Chigi non è una vita né bella né facile. Nel teleduello Sarko e Hollande giocano a scarica-Berlusconi; qui c´è sempre qualche Lavitola o Tarantini che incombe, senza contare Fede, la Minetti, Lele Mora o qualche olgettina dissidente; né più si avverano le rosee profezie della graziosa tele-sensitiva bulgara. Altro che «padre nobile»! Aveva promesso il Cavaliere appena due mesi fa: «Farò il presidente del Milan, dell´Università liberale e me ne andrò in giro per il mondo a costruire ospedali». Ecco: il Milan ha perso lo scudetto; a villa Germetto si è esibita Eve la Plume in un autentico burlesque; e quanto agli ospedali da costruire, prima si vede e poi si crede.

     

     

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