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    L’ITALIA È L’ALABAMA DEGLI ANNI ’50 E NESSUNO SE N’È ACCORTO? - PAOLA EGONU HA FATTO PARTIRE IL CORO DI CHI, IN ITALIA, SI SENTE DISCRIMINATO PERCHÉ DI ORIGINI STRANIERE, PRIMA FRA TUTTE KARIMA MOUAL, MOGLIE DELL'EX MINISTRO ENZO AMENDOLA, CHE SU “LA STAMPA” FRIGNA: “NON SAREMO MAI ITALIANI ABBASTANZA COME VOI. I NOSTRI NOMI SONO TROPPO STRANIERI..." - MA E' ASSURDO CHE UNA MINORANZA DI STRONZI VENGA SPACCIATA PER LA TOTALITA' DELLA POPOLAZIONE


     
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    Estratto dell’articolo di Flavia Amabile per “La Stampa”

     

    PAOLA EGONU PAOLA EGONU

    La pallavolista Paola Egonu la scorsa settimana ha ancora una volta denunciato il razzismo che non risparmia nemmeno chi è nato e cresciuto in Italia ed è un orgoglio nazionale. Lei, dopo gli insulti razzisti, per qualche mese ha preso le distanze dalla Nazionale e solo qualche giorno fa ha detto di essere pronta a tornare a rappresentare l'Italia.

     

    La giornalista Karima Moual è nata in Italia da genitori del Marocco, ieri dalle colonne della Stampa ha confessato di essersi arresa. «Non saremo mai italiani abbastanza come voi - ha scritto -. I nostri nomi sono troppo stranieri, le nostre facce, i tratti, il colore della pelle, ancora più se è nera, non passa».

     

    paola egonu paola egonu

    Non passa, no. Lo conferma Maurizio Ambrosini, sociologo e studioso delle migrazioni. «Siamo ancora sotto il duraturo influsso della retorica degli italiani "brava gente", non abbiamo sviluppato anticorpi sufficienti contro il linguaggio, il pensiero e l'approccio razzista. A Milano nel linguaggio corrente si è abituati a chiedere "Quanto guadagna al mese la tua filippina?". Si usa la parola filippina per definire le colf etichettando in modo profondamente razzista chi arriva dalle Filippine.

     

    Anche il termine badante, che indica un'attività svolta in gran parte da stranieri, ha nella parola un'inferiorizzazione di un lavoro che è molto di più che un semplice badare a delle persone anziane, vuol dire ascoltarle, accompagnarle, assisterle a volte con prestazioni parainfermieristiche. Di Paola Egonu si dice che questo Paese le ha dato la maglia azzurra, non che se l'è conquistata».

     

    […]

    karima moual karima moual

     

    Jean-René Bilongo è originario del Camerun, vive in Italia dal 2000, è responsabile del Dipartimento Politiche Migratorie di Flai-Cgil Nazionale. «In Italia non si vuole affrontare il tema dell'inclusione delle diaspore presenti nel Paese. Abbiamo un modello di inclusione che è in atto ma manca una locomotiva che lo guidi a livello sociale». Che l'Italia sia razzista lo mostrano alcuni indicatori, aggiunge. […]

     

    Di fronte a tanto razzismo c'è speranza? Secondo Ambrosini ci sarebbe se si desse attuazione alla possibilità di far entrare gli immigrati a pieno ruolo nell'impiego pubblico, che è un ascensore sociale per i gruppi discriminati». Secondo Chef Kumalé «bisogna trovare nella scuola, nello sport e nel lavoro il modo di accorciare le distanze».

    Jean-René Bilongo è il meno ottimista.

     

    Karima Moual Karima Moual

    «C'è speranza? La speranza è sempre l'ultima a morire ma ci vogliono volontà vere a livello nazionale e non mi sembra che ci siano. Qualcuno sa che esiste una Consulta per i lavoratori immigrati e le loro famiglie presieduta dal capo del governo? E qualcuno sa che l'ultima volta che si è riunita è avvenuto nel 2007?».

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