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    LA NAZIONALE DOVREBBE RIPARTIRE DA QUESTI CHE NON HANNO NEANCHE VOGLIA? - DOPO ZANIOLO E KEAN, PURE ZACCAGNI E LAZZARI LASCIANO IL RITIRO ADDUCENDO INFORTUNI DAI QUALI LO STESSO CT MANCINI, LA MATTINA DOPO, AMMETTE DI ESSERE STATO SORPRESO - VOGLIA DI VACANZE, QUALCHE SCREZIO INTERNO (TIPO IL CASO DA ROTOCALCO ZANIOLO-ZACCAGNI) O MAGARI TUTTE E DUE LE COSE INSIEME? DI CERTO DI QUESTO PASSO NON SI VA DA NESSUNA PARTE, E LA RICOSTRUZIONE SARÀ LUNGHISSIMA…


     
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    Enrico Currò per www.repubblica.it

     

    ITALIA ARGENTINA mancini ITALIA ARGENTINA mancini

    Non sono certo emerse in questo ritiro di inizio giugno per preparare una rischiosa e tutto sommato inutile partita di Nations League contro la Germania, le troppe crepe della Nazionale campione d'Europa.

     

    Dopo il trionfo di Wembley non è riuscita a qualificarsi al Mondiale perché non è stata capace di battere, oltre alla Svizzera, la Bulgaria e l'Irlanda del Nord e perché poi è caduta di fronte a una squadra di terza fila come la Macedonia del Nord.

     

    Nel mezzo c'era stata anche la sconfitta netta con la Spagna, nella semifinale della scorsa edizione della Nations League, e la chiusura del cerchio è stata l'umiliazione di Wembley con l'Argentina di Messi nella Finalissima, trofeo posticcio con colonna sonora purtroppo vera, gli sfottò e la ola dei tifosi sudamericani agli azzurri che subivano il torello dell'Albiceleste.

     

    LAZZARI E ZACCAGNI LAZZARI E ZACCAGNI

    Non sono emerse tutte di colpo, le crepe, però adesso sono così vistose che è impossibile nasconderle. Zaccagni e Lazzari che lasciano il ritiro adducendo infortuni dai quali lo stesso ct, la mattina dopo, ammette di essere stato sorpreso sono il seguito di una vicenda tutt'altro che recente: è dallo scorso settembre che ogni ritiro della Nazionale si traduce in uno stillicidio di ritorni a casa anticipati, dietro lo scudo della privacy. Repubblica a suo aveva sottolineato, nel silenzio: pareva un sacrilegio disturbare la celebrazione perenne dei campioni.

     

    ZACCAGNI ZANIOLO ZACCAGNI ZANIOLO

    Non tutti gli infortuni sono stati diplomatici o lievi lievi, per carità, e il bollettino delle assenze lo dimostra, con Spinazzola operato durante l'Europeo e Chiesa a gennaio (erano stati i due più efficaci all'Europeo).

     

    Ma molte ombre restano, come nel recentissimo caso di Zaniolo e Kean. Voglia di vacanze, qualche screzio interno (il caso da rotocalco Zaniolo-Zaccagni) o magari tutte e due le cose insieme?

     

    ZACCAGNI ZANIOLO ZACCAGNI ZANIOLO

    Non chiarire mai la natura degli infortuni, visto che gli allenamenti a porte chiuse sono da tempo un segreto di stato (ai tempi di Baggio e Maldini e poi dei campioni del mondo del 2006, chissà perché, non succedeva), equivale ad alimentare le indiscrezioni, le illazioni, talvolta le bufale. La trasparenza sarebbe la soluzione più indicata, dal momento che la Nazionale tra l'altro è (sarebbe, dovrebbe essere) la squadra degli italiani.

     

    mattia zaccagni e chiara nasti mattia zaccagni e chiara nasti

    I panni sporchi si sciacquano a Coverciano, ma siccome i muri hanno tante crepe, sempre più crepe, non è tanto facile nascondere il malumore di molti giocatori per le maxiconvocazioni di Mancini: parecchi, sapendo che non giocheranno e che magari non andranno nemmeno in tribuna, preferiscono chiamarsi fuori.

     

    Eppure non si tratta al momento di fuoriclasse conclamati che possono permettersi un atteggiamento del genere. Chiellini, prima di dare l'addio, aveva indicato la strada giusta. Bonucci e Donnarumma continuano a dare l'esempio, ma pare evidente che non tutti lo stiano seguendo. Alcuni veterani sono perplessi e non lo nascondono. Lo scollamento tra vecchi e nuovi rischia di non essere più soltanto questione di anagrafe.

     

    mancini mancini

    Nessuno potrà ovviamente mai cancellare il magnifico Europeo e i suoi protagonisti avranno per sempre un posto nel pantheon della Nazionale. Ma se un ciclo è finito, come Mancini ha esplicitamente detto e come lascia intendere la sua iperbole sull'ipotesi di totale rivoluzione domani contro la Germania ("ne potrei cambiare 20 su 20"), quello nuovo non può cominciare con premesse così sinistre.

     

    Altrimenti queste quattro partite di fine stagione della Nations League - il torneo che fu il laboratorio dell'Italia del record delle 37 partite d'imbattibilità - rischiano di trasformarsi nel crollo di una squadra che, senza il Mondiale e di fronte alla prevedibile moltiplicazione dell'egoismo dei club, vede all'orizzonte il peggiore degli avversari: l'indifferenza.

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