Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it
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Le ramificazioni della guerra di Gaza fra Israele e Hamas hanno aperto un nuovo fronte in Medio Oriente con i reciproci raid tra Iran e Pakistan. Al centro del conflitto, iniziato da un attacco missilistico di Teheran in territorio pakistano, a cui Islamabad ha risposto diplomaticamente (con il ritiro del proprio ambasciatore e l’espulsione di quello iraniano) e militarmente con un analogo attacco nel territorio dell’Iran, c’è il Belucistan, una regione divisa fra tre nazioni, già fonte di tensioni anche in passato. Ecco una scheda per capire la posta in gioco.
Il Belucistan è una regione storica dell’Asia occidentale e meridionale, che si estende in tre Paesi odierni: Iran, Afghanistan e Pakistan. Comprende la più grande provincia del Pakistan, del quale costituisce il 48 per cento del territorio e lungo la quale costeggia il mare Arabico: le province iraniane del Sistan e del Belucistan; e il Sud dell’Afghanistan, di cui fanno parte le province di Kandahar, Helmand e Nimruz. Nel complesso si tratta di una regione prevalentemente arida e povera.
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Situata sul margine sud-orientale dell’altopiano iraniano, è tuttavia in una posizione strategica tra l’Asia centrale e l’Asia meridionale, ha lo sbocco al mare più vicino per tutti i Paesi dell’Asia centrale e dispone di notevoli risorse minerarie. Vi passa anche un importante gasdotto. Nella regione ci sono crescenti investimenti cinesi.
Il Belucistan pakistano ha 12 milioni e mezzo di abitanti. Quello iraniano ha 2 milioni e 700 mila abitanti. In quello afghano vivono circa 1 milione e mezzo di persone. La maggior parte della popolazione appartiene ai beluci, una etnia di origine persiana che migrò dall’ovest intorno al 1000 avanti Cristo. Oltre alla lingua beluci, vi si parlano il pashto, il persiano e il brahui.
[…] Sebbene in ciascuna delle tre parti del Belucistan vivano anche varie minoranze etniche, i beluci hanno combattuto numerose guerre separatiste per formare una propria nazione indipendente. Sia in Pakistan, sia in Iran, esistono movimenti armati che lottano per questo obiettivo.
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In Pakistan, i separatisi chiedono maggiore autonomia e una maggiore fruizione delle risorse naturali della regione, in particolare in campo minerario, accusando il governo pakistano di violazioni dei diritti umani, inclusi rapimenti e torture di dissidenti da parte delle forze di sicurezza pakistane.
Nel 2019 gli Stati Uniti hanno classificato l’Armata di Liberazione Belucistana come associazione terrorista. Ma non tutta la minoranza beluci chiede l’indipendenza dal Pakistan: molti per lo più si accontenterebbero dell’autonoma.
In Iran il movimento separatista del Belucistan si è rafforzato nell’ultimo decennio, con una maggioranza islamica sunnita che combatte contro il governo sciita di Teheran. Anche lì ci sono richieste di autonomia e diritti. A differenza di altre minoranze come i curdi, sia i ribelli sunniti che lottano contro l’Iran, sia i separatisti beluci che lottano contro il Pakistan, non hanno abbastanza militanti e armi per minacciare seriamente i governi centrali. La parte pakistana del Belucistan, afferma un rapporto della think tank Carnegie Endowment for International Peace, sta però scivolando gradualmente nell’anarchia.
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Il conflitto Iran-Pakistan
I missili lanciati nei giorni scorsi dall’Iran avevano come obiettivo dichiarato il gruppo militante Jaish al-Adli, descritto da Teheran come un movimento terroristico anti-iraniano che opera da basi in Pakistan vicine alla frontiera tra i due Paesi. L’attacco fa parte di simile offensive condotte recentemente dall’Iran in Iraq e in Siria per dimostrare la sua forza contro ribelli e minoranze di ogni tipo, dopo l’attentato all’inizio di gennaio che ha fatto un centinaio di morti alla tomba del generale Soleimani, capo delle Guardie della Rivoluzione iraniana, attribuito all’Isis. […]
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