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    MA QUALE ACCORDO PD-5STELLE! - A CHE SERVE ASPETTARE LA DIREZIONE DEL 2 MAGGIO QUANDO GLI ULTRARENZIANI SANNO GIÀ COSA VOTARE? IL NEODEPUTATO NOBILI: ‘NON VOTERÒ UNA FIDUCIA AL M5S’. ANNA ASCANI: ‘NESSUNA ALLEANZA, LA DIREZIONE AVEVA GIÀ DECISO’. IL SENATORE FARAONE: ‘NON MI FIDO DI LORO’. GIACHETTI: ‘UNA TRATTATIVA CHE DIFFICILMENTE AVRÀ UNO SBOCCO’. ANZALDI: ‘AL SENATO NON CI SONO NEANCHE I NUMERI’


     
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    1. IL RENZIANO NOBILI: NON VOTERÒ UNA FIDUCIA AL GOVERNO M5S

    Luciano Nobili, deputato PD, su Facebook

    26 aprile 2018

     

    Siamo alle comiche.

    ?Mentre DiMaio continua a trattare con Salvini, il Presidente Fico annuncia che suo mandato ha avuto esito positivo e che il dialogo per governo con PD è avviato.

    ?Mi risulta avessimo deciso altro in direzione. E quel mandato può essere ridiscusso soltanto nella prossima direzione del 3 maggio.

    biliardino renzi lotti orfini nobili biliardino renzi lotti orfini nobili

    ?Ma siccome qualcuno prova a cambiare le carte in tavola vale la pena ribadire: io non voterò la fiducia ad un governo #M5S

    ?#senzadime

     

     

    Luciano Nobili

    24 aprile

     

    ?Un accordo di governo con il #M5S equivarrebbe alla fine del Partito Democratico.

    ?Bene tornare a confrontarci in direzione se serve, ma io al PD ci tengo, per cui voterò contro.

    ?#senzadime

     

     

    1. GIACHETTI: ‘DIFFICILMENTE QUESTA TRATTATIVA AVRÀ UNO SBOCCO’

    Partito Democratico

    Roberto Giachetti

     

    RENZI GIACHETTI RENZI GIACHETTI

    "Ragionare con il Movimento 5 Stelle è il minimo, soprattutto se si fa politica, soprattutto se ci troviamo in una situazione come questa. Ma il ragionare in questo caso difficilmente avrà uno sbocco che poi si possa concretizzare nella formazione di un governo. È evidente a tutti che le distanze sono enormi però è altrettanto evidente che c'è un mandato esplorativo. Io penso quindi che noi dobbiamo tranquillamente sederci al tavolo".

     

     

    1. GOVERNO: FARAONE (PD), NON MI FIDO DEI 5 STELLE

    FARAONE RENZI FARAONE RENZI

     (ANSA) - Si discute di incompatibilità tra Pd e il M5S che c'è ed è chiara, ma oltre a questo tema c'è anche quello dell'inaffidabilità dell'interlocutore. Io non mi fido dei cinquestelle, li abbiamo già sperimentati nella scorsa legislatura e durante la campagna elettorale e penso che per il bene del Paese bisogna stare distanti da loro. Sono populisti e cambiano programma a seconda dell'interlocutore che hanno davanti. Firmare un contratto alla tedesca? Martin Schulz l'ha fatto con Angela Merkel, noi lo dovremmo fare con Luigi Di Maio?". Così Davide Faraone, senatore del Pd, durante la trasmissione "Dentro i fatti" su Tgcom24. "Sono lontani da noi - ha aggiunto - ed è paradossale che quelli che ci invitano all'accordo sono coloro i quali, in questi anni, hanno attaccato Renzi per il suo essere quasi grillino".

     

    1. GOVERNO: ANZALDI, AL SENATO M5S-PD SENZA NUMERI

     (ANSA) - "Il presunto accordo M5s-Pd non soltanto sarebbe uno schiaffo all'elettorato democratico, ma darebbe vita ad un governo senza numeri. La somma dei senatori M5s (109) con quelli del Pd (52) darebbe vita ad una maggioranza di 161 senatori, ovvero un senatore in più della maggioranza assoluta. Un replay del governo Prodi dell'Unione, che si reggeva con i voti dal centrista Mastella al rifondarolo Turigliatto". Lo scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.

     

    michele anzaldi michele anzaldi

    "Sarebbe, peraltro, una maggioranza che richiederebbe il sostegno compatto e unanime di tutto il gruppo Pd al Senato, evidentemente un miraggio. Se mancasse anche solo una piccola parte dei 52 voti Pd, dove troverebbero altri senatori? Tra i 4 di Leu? Nel gruppo delle Autonomie dove siedono Casini e il presidente Napolitano, che si troverebbe quindi insieme a chi da anni lo ricopre di insulti, se non peggio come accaduto in queste ore?

     

    Cercherebbero nel Misto dove imbarcherebbero i furbetti della Rimborsopoli M5s Buccarella e Martelli? Più che una maggioranza di governo, un incubo, che a tutto lascerebbe pensare meno che a un governo stabile. Dall'altra parte ci sarebbe un'agguerrita opposizione di centrodestra coesa e ben addestrata sulle regole di aula, dopo anni di esperienza parlamentare. #senzadime".

     

     

    1. NESSUNA ALLEANZA CON I 5 STELLE, MA ASCOLTIAMO MATTARELLA. PARLA ANNA ASCANI (PD)

     Simona Sotgiu per www.formiche.net

    andrea casu anna ascani alessandro cattaneo andrea casu anna ascani alessandro cattaneo

    La deputata renziana in una conversazione con Formiche.net conferma la chiusura verso il Movimento 5 Stelle, ma se si dovesse configurare lo scenario di un governo del Presidente il Pd non si tirerebbe indietro a priori

     

    Linea della fermezza, ma necessità di un governo operativo. Anna Ascani non usa mezzi termini, con il Movimento 5 Stelle non ci sono convergenze possibili per la formazione di un governo, e anzi tocca ai “presunti vincitori delle elezioni”, ossia M5s e Lega, assumersi la responsabilità di trovare una soluzione alla fase di stallo in cui ci si trova. La deputata del Partito democratico, intervistata da Formiche.net, ha ribadito che tra il Pd e il movimento guidato da Luigi di Maio le distanza sono troppe e troppo profonde, ma se mai si dovesse arrivare allo scenario di un governo del Presidente “il Partito democratico non si è mai tirato indietro a priori”.

    ANNA ASCANI ANNA ASCANI

     

    Dunque, nessun dialogo con il Movimento 5 Stelle?

     

    È la mia posizione da sempre, non ho cambiato idea e non vedo perché dovremmo cambiare idea, non registro novità in questo senso. È l’idea che era passata in Direzione (il 12 marzo, ndr), non solo mia ma a grandissima maggioranza e questo è un primo motivo di fermezza.

     

    Ce ne sono altri?

     

    ascani anna ascani anna

    Le ragioni sono sostanzialmente tre: la prima è relativa al rapporto con la democrazia. Io credo che il Movimento con cui ci relazioniamo abbia seri problemi con la democrazia a partire dal contratto dei parlamentari con la Casaleggio e Associati che prevede delle penali che sono, come tutti sanno, incostituzionali. Credo che questa sia una premessa che qualsiasi sincero democratico dovrebbe veder rimossa prima di aprire qualsivoglia dialogo. Secondo punto, serio, il programma.

     

    Ci sono distanze enormi, a mio avviso incolmabili, su tutte le questioni fondamentali: il lavoro, la scuola, la cultura, l’Europa. Non vedo veramente punti di convergenza e con tutto il rispetto per l’esimio professor della Cananea, lui stesso in qualche modo ha dovuto ammettere, nell’indicare i 10 punti, che alcuni sono purtroppo vuoti e che di fatto non esistono convergenze programmatiche possibili.

    ANNA ASCANI 1 ANNA ASCANI 1

     

    Poi, io noto che la scelta di Di Maio è stata quella di svuotare completamente il suo programma elettorale ed abbandonarlo. Siccome noi a differenza sua abbiamo rispetto dei nostri elettori, credo che si debba partire dai programmi presentati alle elezioni, quindi per noi restano i 100 punti. Per loro immagino debbano restare il referendum sull’euro, il reddito di cittadinanza…

     

    E il terzo?

     

    Il terzo punto, in ordine di importanza, è sicuramente quello che è successso gli ultimi anni. Sono stati cinque anni, e fino a qualche giorno fa, di provocazioni, insulti pesantissimi. Non si tratta di offese lievi, ci hanno accostato alla mafia, hanno pubblicato vignette con le piovre e sopra i nostri nomi. Non è qualcosa che si supera in 24 ore, lo dicono i nostri militanti, lo dice tutta la base del Pd. Oggi (ieri, ndr) ascoltavo Alessandra Ghisleri dire che meno di un elettore su cinque vorrebbe un accordo con i 5 Stelle, evidentemente non possiamo fare come se questi 5 anni non fossero trascorsi o che quello che è successo nella recentissima campagna elettorale non sia mai avvenuto. Credo che sbagli Di Maio a pensare che tutto questo si possa semplicemente cancellare con un colpo di spugna perché lui vuole a tutti i costri fare il presidente del Consiglio.

     

    Il sottosegretario al Mise, Giacomelli, ha detto che Renzi dovrebbe fare un passo avanti per condurre il Pd in questa fase difficile. Lei cosa pensa?

     

    anna ascani anna ascani

    Io credo che Renzi abbia già escluso l’ipotesi in risposta a chi gliel’ha chiesto a Firenze. Di fatto, però, pensare che questo percorso si possa fare a prescindere dal nostro ex segretario o a prescindere dall’opinione della maggioranza del partito che ha fatto quel percorso con Renzi mi sembra un po’ imprudente. Credo che nelle primissime ore di consultazioni con Fico siano state fatte delle fughe in avanti molto frettolose e, dal mio punto di vista, sbagliate. Oggi registro che invece anche Martina, il reggente, è stato prudente e aspetterà la decisione della Direzione che secondo me andrà a ribadire quello che ha già detto appena 40 giorni fa.

     

    Ossia la linea dell’opposizione.

     

    Non vedo perché dovremmo cambiare opinione sinceramente, non registro nessun tipo di cambiamento sullo scenario né dal punto di vista delle proposte che arrivano dall’altra.

     

    Se non si troveranno accordi di governo, si potrebbe arrivare al governo del Presidente. Come si posizionerebbe il Pd?

    ANNA ASCANI ANNA ASCANI

     

    Noi, come si è visto in queste ore, abbiamo grande rispetto e facciamo grande attenzione a quello che ci chiede il Presidente Mattarella, ma vediamo quello che succederà. È nelle prerogative del Capo dello Stato proporre i partiti un altro scenario di governo e il Partito democratico non si è mai tirato indietro a priori. Ma io non vorrei sostituirmi a Mattarella, per fortuna degli italiani c’è una persona seria che sta gestendo nel migliore dei modi questa fase complicata.

     

    Invece come vede la possibilità di ritorno alle urne?

     

    anna ascani anna ascani

    Intanto credo che il balletto pietoso di questi cinquanta giorni abbia portato il Paese a correre dei rischi di cui i presunti vincitori delle elezioni devono assumersi la piena responsabilità. Noi il 29 giugno abbiamo un consiglio europeo sul Trattato di Dublino che regola l’immigrazione con cui Salvini ci ha tormentato per anni; a ottobre va presentata la legge di bilancio; insomma le scadenze ci sono. È chiaro che davanti a questi appuntamenti sarebbe bene avere un governo, dopo di che vedremo le condizioni che si creeranno in Parlamento. Le elezioni non sono il male assoluto, certo tornare a votare per avere poi lo stesso scenario sarebbe sicuramente poco utile.

     

     

     

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