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    “MA QUALI EROI. SERVONO MASCHERINE, GUANTI E VISIERE” - FILIPPO ANELLI, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE MEDICI: “SE NON SI PROTEGGONO I MEDICI, NON SI PROTEGGONO I CITTADINI: I PROTOCOLLI VANNO RIVISTI” - CARLO PALERMO, NUMERO UNO DEL SINDACATO DEI MEDICI OSPEDALIERI, RINCARA: “SE TESTASSIMO TUTTI I MEDICI, ALMENO IL 10% RISULTEREBBE POSITIVO” – I MORTI TRA I DOTTORI SONO 80, 11.252 GLI OPERATORI SANITARI FINORA CONTAGIATI…


     
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    Alessandra Corica per “la Repubblica”

     

    medici medici

    «Ma quali eroi. Servono le mascherine, i guanti, le visiere. Quello che ancora non si è capito è che se non si proteggono i medici, non si proteggono i cittadini: i protocolli vanno rivisti». Filippo Anelli è il presidente della Federazione degli ordini dei medici: ogni giorno l' ente aggiorna la conta dei morti tra i camici bianchi, ieri è arrivata a 80, altre 25 le vittime tra gli infermieri.

     

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    «Occorrono i dispositivi di protezione individuale, i tamponi da fare ogni cinque giorni a chi lavora in ospedale, dei nuovi modelli di protezione che tengano conto non solo degli ospedali ma anche degli ambulatori sul territorio. Ieri sera sembra siano arrivate a Malpensa delle nuove forniture per i medici di famiglia, tra oggi e domani dovrebbero iniziare a distribuirle, vedremo come andrà», dice Anelli.

     

    MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIA MEDICI SI PROTEGGONO CON I SACCHI DELLA SPAZZATURA IN LOMBARDIA

    Ancora scottato dall' ultima volta: le forniture consegnate dalla Protezione civile nei giorni scorsi le hanno dovute ritirare, erano «inutilizzabili » dal punto di vista sanitario, tanto che la Federazione ha deciso di girarle ad associazioni ed enti benefici. «Siamo stanchi di promesse, non ci bastano le parole: non abbiamo più lacrime per piangere i nostri morti».

     

    Sono 11.252 gli operatori sanitari finora contagiati, oltre 4 mila in Lombardia nella quale il fabbisogno di sole mascherine chirurgiche supera il milione di pezzi al giorno. In tutta Italia trovarle resta problematico, negli ospedali si fa fatica e ancora peggio negli studi dei medici di base. Che se non le hanno acquistate in autonomia ne sono sprovvisti, e ora minacciano la serrata.

     

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    «Continuano tutti a dire grazie a noi medici. Ma finora per proteggerci è stato fatto poco», riflette Carlo Palermo, numero uno dell' Anaao, il sindacato dei medici ospedalieri.

    «L' Italia si è basata su una comunicazione dell' Oms del 27 febbraio che diceva che le mascherine chirurgiche le devono portare solo i malati e chi se ne occupa. Ma quella nota è stata scritta pensando al contesto mondiale, all' Italia così come al Corno d' Africa. Non porsi il problema che qui si potesse fare di più è assurdo».

    coronavirus medici 1 coronavirus medici 1

     

    E adesso? «Se testassimo tutti i medici, almeno il 10 per cento risulterebbe positivo». Con buona pace dell' assistenza ai pazienti, che in questo modo rimarrebbero scoperti visto che una parte dei sanitari sarebbe costretta a rimanere a casa in quarantena per curarsi.

     

    Carlo Montaperto, presidente lombardo dell' Anpo, l' associazione dei primari, scuote la testa: «Non si può dire che le mascherine in ospedale non servono nei reparti senza pazienti con Covid-19, solo perché non si è in grado di acquistarle. Come si fa a essere certi che quel paziente che visitiamo per altre ragioni non sia asintomatico?».

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    Il 28 marzo l' Istituto superiore di sanità ha diramato delle linea guida sull' utilizzo dei dispositivi di protezione negli ospedali: prevedono le mascherine chirurgiche in alcuni contesti, quelle Ffp2 e Ffp3 in altri.

     

    E poi i camici, le visiere, gli occhiali, tutto da modulare a seconda della vicinanza al paziente infetto, non da indossare in tutti i luoghi dell' ospedale, insomma. Le direttive sono "in itinere", potrebbero cambiare, «visto che di questa patologia spiega Angelo Pan, primario di Malattie infettive a Cremona, membro del pool che ha steso il documento ancora si conosce poco, quel che rimane fondamentale è fare attenzione, non confondere le zone contaminate con quelle pulite, lavarsi benissimo e spesso le mani».

    le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 1 le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 1

     

    Nel suo ospedale ci sono circa 500 malati con Covid-19, in 200 tra medici e infermieri finora sono stati contagiati: «Fino al 20 febbraio ci eravamo preparati, ma pensando che avremmo dovuto accogliere qualche paziente con Covid-19, non certo l' inferno che si è scatenato».

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