Estratto dell'articolo di Silvia M.C.Senette per www.corriere.it
LA CASA DI ELON MUSK IN ALTO ADIGE
«Il progetto? L'ho sognato di notte: è il carapace di una tartaruga con i piani in piena esplosione, due sotterranei e tre emersi. Una cubatura di 800 metri quadri divisa tra 15 camere da letto, 15 bagni, ampio living e cantina vini e spa interrate. I dettagli più azzardati? La camera criogenica a -100 gradi, la cabina armadio interrata, a scomparsa nel pavimento, e la piscina in vetro sospesa lunga 30 metri».
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Sorride l'architetto bolzanino Alessandro Costanza mentre mostra i render del progetto abbozzato per il tycoon Elon Musk. Il patron di Tesla, SpaceX, Neuralink, The Boring Company e Twitter, tra gli uomini più ricchi al mondo, è venuto a sciare in Alto Adige qualche anno fa ed è rimasto folgorato dalle Dolomiti; così ha deciso di mettere radici a San Cassiano in Badia, affidando la progettazione della sua nuova dimora allo studio BlueArch
LA CASA DI ELON MUSK IN ALTO ADIGE
[…] «Tutti si domandano come potrebbe essere la casa di un viaggiatore spaziale dalla mente infinita come Elon Musk - rivela il cofondatore di BlueArch -. Noi abbiamo pensato a una composizione dinamica di piani aggettanti e volanti ed equilibri instabili. È come se lo scafo stesse deflagrando. È tutto in metallo, con traverse in legno, contrafforti in muratura piena e uno sperone completamente in vetro. I materiali sono tradizionali ma ci sarà un'ossatura in cemento armato perché la struttura presenta slanci molto arditi: è una casa che deve riscrivere i codici dell'architettura alpina».
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La piscina sospesa
Su esterni futuristici si staglia l'immensa piscina: «Un'infinity pool in cemento e vetro, completamente sospesa e con lo scafo trasparente perché la vertigine accompagna sempre il sogno - commenta l'architetto Costanza -. Sarà riscaldata e lunga 30 metri, protesa verso il vuoto sospesa verso le montagne». Partendo dal basso, invece, si trovano «le cantine vini, i volumi dedicati al fitness con spa, sauna, bagno turco e una camera criogenica ad azoto liquido a -100 gradi e, sopra, un enorme living con ampi camini, come piace agli americani. Una casa interamente domotica, comandata via smartphone: siamo ai massimi livelli possibili». Un azzardo dopo l'altro.
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«Abbiamo adottato un linguaggio architettonico molto spinto, non convenzionale - ammette il progettista -. Mi sarebbe sembrato riduttivo offrire a Elon la "baitina", lo chalet svizzero rivisitato. D'altronde la nostra caratteristica è proprio rompere le regole esistenti in progetti che pensano in grande ma guardano al piccolo, volano global ma si radicano local».
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