1 - LE FRATTOCCHIE DI MATTEO TRA VIRUS E FOTOROMANZI
Gustavo Bialetti per “la Verità”
matteo renzi
Ma se uno deve rischiare di prendersi il Covid, meglio farlo al Billionaire con Briatore e girls varie, oppure a Castrocaro con Matteo Renzi e quel trascinatore di folle di Ettore Rosato? L'interrogativo forse è politicamente scorretto, ma è stata la stessa scuola politica di Italia viva, partita ieri con 250 giovani sotto i 25 anni, a far sapere che a causa della pandemia sono state ridotte di molte le iscrizioni.
Ovviamente, auguriamo loro che il clima termale aiuti contro l'assembramento neuronale. Perché in ballo c'è anche di più del semplice futuro personale di un ex leader che sondaggi negazionisti si ostinano a dare intorno al 3%. Nella presentazione della scuola, Renzi scrive che intende formare «i nuovi riformisti», una figura mitologica, in Italia perennemente sospesa tra Arturo Labriola e i figli di Antonio Polito. Poi passa alle minacce vere e proprie: «Cercheremo il vaccino contro la paura che il sovranismo genera nei cuori delle persone», perché «l'educazione è la vera arma per combattere il populismo» e non bisogna «rimanere mai schiavi della superficialità dei populisti».
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Quindi, i ragazzi studieranno diritto costituzionale con Maria Elena Boschi, una che la sa lunga, non appena avrà terminato di girare le isole per il suo ultimo fotoromanzo rosa. E tanto per aumentare il tasso di approfondimento culturale e politico, rifuggendo dalle meschine manovre di palazzo, il primo invito «di peso» è andato a Stefano Bonaccini. Il presidente dell'Emilia Romagna è di un altro partito (il Pd), ma Renzi lo corteggia serratamente in modo da scacciare il pericolo sovranista dagli Appennini. E giustamente, il titolo dell'edizione di quest' anno è «Meritare l'Europa». Anche se l'Italia si domanda ancora che cosa ha fatto per meritarsi Renzi.
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2 - UNA PROPOSTA DAI RENZIANI GARA CONTRO IL TEMPO PER CAMBIARE IL SISTEMA DI VOTO
Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
L'intervista del Corriere della Sera a Nicola Zingaretti riapre la partita della legge elettorale in vista del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. Il segretario del Pd ha inviato un messaggio forte e chiaro alle forze politiche di maggioranza: «Sosteniamo da sempre la riduzione del numero dei parlamentari, tuttavia per votare Sì e far nascere il governo abbiamo chiesto modifiche dei regolamenti parlamentari e una nuova legge elettorale».
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Ne consegue che, secondo il capo dei democrat, la modifica del sistema elettorale «si può votare in una delle Camere» prima del 20 settembre. Da qui la partita si sposta in Commissione Affari costituzionali dove meno di un mese fa le truppe di Matteo Renzi si sono sfilate dal patto di maggioranza decidendo di non votare l'adozione del testo base, il cosiddetto Brescellum (noto anche come Germanicum), un proporzionale puro con soglia di sbarramento al 5%. Oggi però il clima sembra mutato. Giungono segnali di «disgelo» dalla galassia dell'ex premier, da ieri fino a domani a Castrocaro alla scuola politica «Meritare l'Europa». E il «disgelo» arriva da chi come Marco Di Maio detiene il dossier legge elettorale per Italia viva: «Noi siamo disponibili a discutere di legge elettorale».
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Eppure, sempre Di Maio confessa al Corriere , «il Brescellum può essere una base di partenza, ma non il punto finale. Noi chiediamo dei correttivi e un compromesso con le opposizioni. Per questa ragione non si può fare tutto entro il 21». Dunque cosa succederà alla ripresa dei lavori in commissione (1 settembre) resta un'incognita. Ci sarà prima un Ufficio di presidenza che rimetterà all'ordine del giorno il voto sul testo di base. Poi Pd e M5S, grazie alla probabile astensione di Leu e Iv, daranno il via libera al Brescellum.
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Dopodiché verrà fissato un termine per gli emendamenti. Un iter ancor più veloce potrebbe avere la riforma costituzionale Fornaro - superamento base regionale di elezione del Senato e riduzione del numero dei delegati regionali - perché non c'è alcun dissenso da parte delle forze di maggioranza. Da più parti, però, si esclude che la legge elettorale possa arrivare in Aula prima del 20 a causa anche della sospensione dei lavori nella settimana antecedente all'election day.
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A questo punto resta da capire quando Renzi romperà gli indugi. «Non parlo di legge elettorale nemmeno sotto tortura», dice a Stefano Bonaccini, ospite d'onore a Castrocaro e definito dall'ex premier «fratello e compagno di strada», quasi a voler prefigurare un rapporto privilegiato nel caso in cui il governatore diventasse il leader del Nazareno. Nell'attesa, sempre Renzi rivendica il patto di governo del Conte-2: «Abbiamo spostato l'asse di Palazzo Chigi dal sovranismo all'europeismo». E infine ammette: «L'accordo con i 5 Stelle? Ho sofferto, ho rosicato».
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