Tommaso Rodano per il “Fatto Quotidiano”
UNIONI CIVILI
Scende Verdini, sale Boschi. La scaletta della festa di Scelta Civica a Salerno è tutta nell' incrocio tra i due toscani: la ministra delle Riforme e l' ex berlusconiano che ora fa la stampella di Renzi. Verso le 11.30 Denis chiude il suo dibattito con Brugnaro, Cesa e Cicchitto e lascia il palco, proprio mentre Boschi prende il suo posto per parlare di riforme.
Verdini coccola il governo ("L' Italia ha bisogno di modernità, una strada oggi presa con le riforme") e prova a giustificare il suo spregiudicato cambio di casacca ("I moderati devono essere moderni, spostarsi da una parte all' altra, senza paura"). La ministra, invece, fa il punto sulla riforma costituzionale: "Pur essendo molto ottimista, sono prudente sul voto. Ci sono 75 milioni di emendamenti e le prossime due settimane non saranno una passeggiata di salute".
MATTEO RENZI AL MIBACT
In verità, sulla valanga di proposte di modifica del leghista Calderoli passerà la scure del presidente del Senato, Pietro Grasso. Boschi lo sa. E infatti a Salerno ha evocato "soluzioni eccezionali da trovare nel regolamento" per venire a capo della "macchina" di Calderoli. Delle decine di milioni di emendamenti ne saranno considerati ammissibili poche centinaia. In tutto alla fine non saranno più di 3 mila (in prima lettura erano il doppio): c' è tutto il tempo per chiudere la partita entro il 13 ottobre, due giorni prima dell' inizio della sessione di bilancio.
MARIA ELENA BOSCHI AL GAY PRIDE VILLAGE DI PADOVA
Sull' altare della riforma della Costituzione (e dell' abbraccio alla pattuglia di Verdini) c'è da fare un sacrificio. Boschi l' ha ammesso proprio sul palco di Salerno: "La legge sulle unioni civili sarà approvata entro l'anno? Difficile. Se riusciamo a rispettare la data del 13 ottobre per il voto sulla riforma del Senato abbiamo due giorni per portare in aula le unioni civili, perché il 15 comincia la discussione sulla legge di stabilità". Due giorni soltanto.
Poi non se ne parlerebbe più almeno fino a gennaio.
Eppure sulle unioni civili e sui diritti degli omosessuali il governo nel tempo ha speso un bel pezzetto della sua credibilità. La sequela di slogan e rinvii è quasi comica. Prendiamo in considerazione solo quelli degli ultimi 10 mesi. Il 17 dicembre 2014, la relatrice della legge, Monica Cirinnà (Pd) annuncia di aver avuto garanzie dal premier sui tempi per portare il testo in aula al Senato: "entro marzo". Grande ottimismo.
MARIA ELENA BOSCHI AL GAY PRIDE VILLAGE DI PADOVA
A marzo, precisamente il 10, Renzi twitta: "Sulle unioni civili ho preso impegno con italiani. Siamo già in discussione in Parlamento #lavoltabuona". In quei giorni lo slogan di governo è: "Unioni civili entro primavera". La bella stagione si consuma presto, ma della legge non c' è nemmeno l' ombra. Il 17 marzo Renzi riunisce i suoi al Nazareno. Titolone - un po' sibillino - del Corriere della Sera: "Renzi: unioni civili entro maggio. Ma solo per i gay". Passano i giorni.
Il 22 maggio l' Irlanda introduce le nozze omosessuali via referendum. Due giorni dopo Renzi annuncia a Repubblica: "Approviamo subito le unioni civili". E ancora: "Unioni civili entro l' estate".Nulla si muove.
MARIA ELENA BOSCHI AL GAY PRIDE VILLAGE DI PADOVA
Il 26 giugno la Corte Suprema degli Usa stabilisce che le nozze gay sono un diritto costituzionale. Il 2 luglio, in un sussulto di dignità, il sottosegretario Ivan Scalfarotto inizia uno sciopero della fame: "Non ce la faccio più a far finta di niente". Dura due settimane, poi twitta: "Mi fido di Renzi, sospendo il mio digiuno".
Il 21 luglio la Corte europea condanna l'Italia per il mancato riconoscimento dei diritti delle coppie gay. Boschi, intervistata dal Corriere della Sera, rassicura tutti: "Unioni civili entro l' anno". Poi il 5 settembre la ministra vola al Pride di Padova. Al pubblico regala una data specifica: "Il 15 ottobre avremo una legge sulle unioni civili". Sono passate tre settimane. Ora l' approvazione entro l' anno è diventata "difficile".
monica cirinna esterino montino
La colpa del ritardo, per Boschi, è "l' ostruzionismo delle opposizioni sulle riforme".
Meno male che c'è Verdini.
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