report servizio su open fiber 2
Rosario Dimito per il Messaggero
Macquarie alza la posta e fa l'affondo su Open Fiber, ponendo un'ipoteca sul riassetto della rete unica. Oggi a Londra all'ora di pranzo, secondo quando risulta al Messaggero, l'investment committèe del fondo australiano presieduto da Martin Hughes, dovrebbe deliberare l'offerta binding per il 50% di Open Fiber detenuto da Enel (Cdp possiede il rimanente 50% con un diritto di prelazione).
francesco starace linda lanzillotta franco bassanini
La novità sensazionale che potrebbe condizionare il riassetto della società della rete presieduta da Franco Bassanini ma anche tutta la partita sulla rete unica, seguita da vicino dal governo attraverso Roberto Gualtieri anche per il fronte Pd e dall'altro partito di maggioranza (M5S) tramite il viceministro al Mise Stefano Buffagni, sarebbe la valorizzazione di Open Fiber.
open fiber
Rispetto ai 7,7 miliardi di enterprise value (equity più quasi 2 miliardi di debito) dell'offerta non binding, adesso il fondo australiano che ha compiuto la due diligence, mette sul tavolo un assegno più alto: circa 3 miliardi solo di equity, pari a una valorizzazione della società che sta cablando l'Italia almeno di 8 miliardi.
Macquarie
Macquarie spariglia il campo e si diceva condiziona tutta la partita. Il fondo dovrebbe far pervenire la sua offerta vincolante ad Enel tra venerdì 18 e martedì 22, quindi oltre il prossimo cda del gruppo elettrico guidato da Francesco Starace fissato per giovedì 17. E' evidente che Enel vorrà fare alcune riflessioni prima di prendere una decisione formale.
A proposito di valutazione di Open Fiber, si ricorda che fu proprio Macquarie lo scorso anno a fissare una delle prime stime della società della rete. A firma di Jiri Zrust e Philip Hogan, responsabili della divisione europea del fondo, il 19 novembre venne recapitata al consiglio di amministrazione di Tim una proposta (11 pagine) di partecipazione/acquisizione della società che sarebbe nata dalla fusione di Tim-Fibra e Open Fiber.
LUIGI GUBITOSI FRANCESCO STARACE
LA PROPOSTA DEL 2019
Ebbene, il valore complessivo dato alla nascente Newco era 5,445 miliardi, comprendente un debito di 1,997 miliardi e un equity value di 3,448 miliardi. La proposta considerava anche un'upside negativo-positivo pari a 500 milioni. Non se ne fece nulla, perché alla fine Tim optò per Kkr.
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Resta il fatto che quella proposta rappresenta comunque un punto di partenza per valutare la congruità dell'offerta australiana che sarebbe subordinata però ad alcune condizioni, come quelle sul sistema tariffario. Va segnalato che Macquarie ha in corso una trattativa con Cdp sullo shareholder agreement, cioè i patti di governance su Open Fiber dove Cdp potrebbe incrementare la quota. Ma la mossa di Macquarie potrebbe riaprire i giochi sulla rete.