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    MACRO CRACK - IL MUSEO CHE NON È UN MUSEO RESTA SENZA DIRETTORE, SENZA BUDGET, SENZA FONDAZIONE - E LA GIUNTA MARINO NON SA CHE FARNE


     
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    http://mammi.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/24/macro-crack/

    IGNAZIO MARINO CON LA MAPPA DELLA NUOVA MOBILITA SUI FORI IMPERIALIIGNAZIO MARINO CON LA MAPPA DELLA NUOVA MOBILITA SUI FORI IMPERIALI


    Doveva raccontare la vita del futuro la grande mostra digital life invece è finita nella melma del presente romano. Incuria- sporcizia- indifferenza- distrazione- irresponsablità. Così a pochi giorni dall'inaugurazione al Macro di Testaccio forse ironicamente ribattezzato Macro Future, qualcuno ha rubato la farfallina (quella che battendo le ali provocava gigantesco rumore a immagine della nota metafora-opera di Donato Piccolo).

    Un altro ha calpestato le installazioni e c'è persino chi si è seduto sopra le opere. Banalità vandaliche dovute alla mancanza di guardianìa. Roma Europa che ha ideato e curato tanta iniziativa, con gesto di responsabilità ha scritto un comunicato al pubblico e deciso di chiudere i battenti. Zetema, invece l'onnipresente agenzia di servizi di Roma con molto meno senso di responsabilità si è difesa dicendo che a loro spettava solo staccar biglietti. L'assessorato caduto dalle nuvole ha indetto una riunione. E il Macro?

    Flavia BarcaFlavia Barca

    Beh il Macro in realtà non esiste. Come museo s'intende. E' un ufficio della sovrintendenza molto ben vestito, con una sede costata un centinaio di milioni e firmata da un grande architetto (Odile Decq) ma per il Comune di Roma non è un museo. Ci provò ( e ci era quasi riuscito) l'assessore Umberto Croppi a sistemare l'anomalia e far rientrare il Macro nei Musei civici della capitale prima e magari con statuto di Fondazione poi.

    Fu fatto fuori dalla sua stessa giunta ( Alemanno) dove chi pensa ,e peggio ancora agisce , per il bene delle cultura è persona un po' sospetta. Gli successe Dino Gasperini che si impelagò in un farraginoso statuto per la futura fondazione, tanto complesso che non se ne fece niente.

    Ignazio Marino Luigi Abete Enrico GiovanniniIgnazio Marino Luigi Abete Enrico Giovannini

    Quindi se il Macro non esiste, non è colpevole dei danni. Tanto meno lo è l'attuale funzionario ad interim Alberta Campitelli, che ha sostituito Bartolomeo Pietromarchi che sempre nei cavilli non sarebbe proprio un direttore ma persona direttamente dipendente dal sindaco che decade con lui. L'ottima dottoressa Campitelli è invece storica dell'architettura e già piuttosto occupata essendo addetta alle Ville , Giardini e Parchi storici, categoria in cui il Macro (non essendo un museo) per l'attuale giunta Marino evidentemente rientra .

    MACRO TESTACCIOMACRO TESTACCIO

    Del resto la confusione su questo luogo indefinito burocraticamente è tale che durante la prima conferenza stampa del neo assessore alla cultura Flavia Barca nelle sede del Non- Museo, un collega del "Giornale dell'arte" stremato si alzò e disse «Assessore mi scusi, ma io non so che scrivere di tutto quello che lei ha detto. Perchè non lo capisco» Fu applaudito. E rischiò la standing ovation.

    Infatti alle pur elementari domande dei giornalisti ( Quando nominerete un direttore? Che budget futuro avrà il museo? Diventerà una fondazione come promesso?) l' assessore in carica aveva risposto concetti come: c'è bisogno del contributo dei cittadini, il museo deve nascere dal territorio, la creatività è diffusa, il Macro deve far parte di una filiera...

    Umberto Croppi e Mario TozziUmberto Croppi e Mario Tozzi

    Di quale filiera non si è capito.Una schiera di musei morenti, come quel mausoleo semideserto del Palazzo delle Esposizioni, che vaga senza una mission e senza mostre di rilievo, finanziato quasi esclusivamente dall'affitto della libreria Arion nel basement che a corto di clienti per mancanza di mostre rischia di scappare come ha già fatto Electa al MaXXI.

    Beatrice BulgariBeatrice Bulgari

    E ora mentre "Digital Life" riapre grazie a un paio di custodi miracolosamente ripescati dopo l'incontro al vertice nelle sale del Campidoglio (ma può funzionare così?) Beatrice Bulgari presidente dei Macro Amici lancia una petizione a sindaco e assessore chiedendo quel minimo che non c'è: un direttore, una governance e un budget. E si capisce che se ciò non verrà fatto in tempi brevi anche gli unici sponsor del Macro abbandoneranno il campo. E allora sì che non resta che piantar l'erbetta e farci pascolare i cani.

     

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