migranti
Giuseppe De Lorenzo e Costanza Todi per “il Giornale”
«I francesi sono razzisti, sono razzisti». Hamid è un ragazzo tunisino, stringe il suo zaino a Ponte San Luigi, il confine alto che divide Mentone da Ventimiglia. Sono le 9 del mattina quando lo incontriamo.
È appena uscito dal container-cella in cui la polizia d' Oltralpe l' ha tenuto rinchiuso per tutta la notte prima di respingerlo in Italia. È in questo modulo di metallo «di 15 metri quadri» che Macron fa stazionare i clandestini che provano a valicare la frontiera.
Dormono «per terra», «senza cibo né acqua», senza la possibilità di essere «visitati da un dottore o di avere un traduttore». Stipati «senza distinzioni di sesso» nel bungalow dove l' accoglienza (a parole) dei francesi fa a pugni con la realtà dei fatti.
macron
Negli ultimi tempi non sono mancate le reprimende di Parigi sulla gestione italiana dell' immigrazione. Basti pensare alle medaglie al valore donate a Carola Rackete o alle accuse della portavoce del governo d' Oltralpe per il comportamento «inaccettabile» di Salvini «in campo migratorio». Ma per come si comporta al confine, la Francia non sembra nella posizione di impartire lezioni. In un rapporto dettagliato, infatti, diverse associazioni hanno denunciato le «detenzioni arbitrarie» di migranti, che durano ben oltre le «ragionevoli quattro ore» consentite dal Consiglio di Stato.
«Stanotte sono stato in quel container - spiega un ragazzo - mi hanno fatto dormire per terra, sul pavimento». Tredici lunghe ore di attesa. Alcuni minorenni sono stati «rinchiusi» con «una dozzina di adulti in condizioni orribili» e «con servizi igienici inutilizzabili». «Non ci hanno dato né cibo né acqua», ci ripete più volte un altro immigrato. È deluso, forse infuriato.
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Quel bungalow «è freddo d' inverno e caldo d' estate». La porta viene chiusa. Sul retro alcune finestre affacciano sulla Costa Azzurra, ma i migranti sono imprigionati da una lastra di ferro dagli spuntoni acuminati. Non possono scappare.
matteo salvini
Dal 2015 la Francia ha sospeso il trattato di Schengen, superando (e non di poco) il limite di due anni imposto dalle norme. La gendarmerie blocca tutte le auto alla caccia di passeur e batte a tappeto i treni in arrivo dal Belpaese. A Mentone i migranti, o presunti tali, vengono fatti scendere, caricati su un furgone e trasferiti al confine. E da qui rimpatriati in fretta in Italia, violando, a volte, le procedure.
«Per rimandarli qui devono presentare una documentazione - spiega al Giornale un agente italiano -. Ma spesso sono loro stessi a compilare le informazioni con storie inventate». Ci sono casi di minorenni (che non si potrebbero espellere) diventati «magicamente maggiorenni».
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Oppure immigrati presi a Marsiglia e spacciati per bloccati a Mentone. «I francesi - spiega la fonte - acquistano un biglietto Ventimiglia-Nizza e lo danno al migrante», giustificando così il rimpatrio. In barba alle regole e ai tanto decantati princip