1 - ITALIA-FRANCIA, LO SCONTRO PARALIZZA LA UE
Marco Bresolin per "la Stampa"
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Fisicamente vicini, seduti uno di fianco all' altro. Ma idealmente distanti, molto distanti. Tra Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron la tensione resta alta. E i due finiscono per trovarsi quasi agli antipodi in questa mini-Europa che si è data appuntamento in una domenica d' estate a Bruxelles per discutere di immigrazione. Discutere senza però trovare una sintesi. Perché fin che si tratta di «proteggere le frontiere esterne» sono tutti d' accordo. Ma sul resto è nebbia fitta.
E se le soluzioni non arrivano nel confronto a sedici, figuriamoci quando giovedì al tavolo del Consiglio europeo si siederanno anche i «duri e puri» di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), da sempre su posizioni radicali in tema di immigrazione.
MERKEL SEEHOFER
A mani vuote Angela Merkel prova a tenere insieme i cocci, apre a una possibile soluzione con il sostegno «di un gruppo di Paesi volenterosi», tende la mano all' Italia («Non lasciamo soli i Paesi di primo approdo»), ma alla fine se ne torna a Berlino a mani vuote sugli aspetti che più le stavano a cuore.
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Il vertice era stato infatti convocato principalmente per risolvere il nodo dei movimenti secondari di migranti che le sta creando tanti problemi sul fronte interno.
Conte ha fatto il suo esordio portando sul tavolo la proposta italiana. Un piano in dieci punti «che all' 85% è composto da proposte già attuate, in corso di attuazione oppure in discussione» come hanno fatto velenosamente filtrare fonti Ue alla fine del vertice. E nel palazzo della Commissione è montata l' irritazione anche perché Palazzo Chigi ha «promosso quel piano come se fosse rivoluzionario, con un chiaro tentativo di orientare il dibattito», cosa che non è avvenuta.
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«Non c' è un piano particolare di questo o quel Paese» ha replicato seccamente Macron, aggiungendo che «alcune proposte hanno dettagliato delle cose che sono state fatte dal 2015». Posizione condivisa da Alexis Tsipras.
L' elemento «nuovo»
Ecco, ma allora cosa c' è di innovativo nelle idee lanciate da Conte? La parte a dir poco ambiziosa è quella che prevede la ridistribuzione automatica di tutti i migranti che arrivano sulle coste italiane: chi ha diritto all' asilo, ma anche chi non ce l' ha. Una volta sbarcati, dovrebbero essere messi sugli aerei e ripartiti tra gli altri Stati Ue.
matteo salvini con i migranti
Soltanto a quel punto andrebbe fatto lo screening per capire chi ha diritto alla protezione e chi no. Molto difficile che i partner accettino, viste le difficoltà a ridistribuire anche solo i richiedenti asilo.
Ma per l' Italia si tratterebbe di «cifre molto basse», perché la maggior parte dei migranti resterebbe dalla parte opposta del Mediterraneo. Nei Paesi di transito e in quelli costieri, dove Unhcr e Oim si farebbero carico delle loro richieste di protezione internazionale (con l' apertura dei corridoi umanitari per chi ne ha diritto e il rimpatrio volontario assistito per gli altri).
toscani foto benetton migranti
I porti
Chi ha avuto il compito di tirare le somme del mini-vertice riconosce che al tavolo sono emerse due visioni contrapposte sul concetto di «piattaforme di sbarco», ossia i porti in cui far sbarcare i migranti salvati nel Mediterraneo.
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Da un lato c' è chi li vuole nei Paesi nordafricani: sono di questa idea il Belgio, l' Olanda, l' Austria, la Bulgaria, il Lussemburgo e la stessa Italia. La Francia, però, si oppone: difficile convincere Paesi come Tunisia ed Egitto. E farli in Libia rischia di violare le norme del diritto internazionale sui respingimenti.
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Macron ritiene che debbano essere fatti sulle coste europee. Quindi principalmente in Italia (per la rotta centrale) e in Spagna (per quella occidentale). Centri chiusi, gestiti dall' Ue, che provvederebbe a ridistribuire i richiedenti asilo e a espellere gli irregolari, senza oneri per il Paese «ospitante».
Un piano ricco di ostacoli, eppure Madrid è d' accordo. L' Italia, invece, si è opposta nettamente. E Macron, irritato, ha colto l' occasione per lanciare nuove frecciate verso «quei Paesi che strumentalizzano la situazione dell' Europa per creare tensione politica e giocare con le paure». Non parlava dei Visegrad .
2 - MACRON ATTACCA SALVINI CONTE LO STOPPA: NOI UNITI
Alberto Gentili per "il Messaggero"
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Matteo Salvini, a sua insaputa e questa volta senza volerlo, ha agitato anche il summit sui migranti. A evocare il leader leghista è stato il presidente francese. Seduto accanto a Giuseppe Conte, appena il premier italiano ha finito di esporre la proposta italiana, Emmanuel Macron ha preso la parola: «Dobbiamo guardare in faccia la realtà. Non è vero che l' Italia sta affrontando un' emergenza-migranti. Ciò è dimostrato dal fatto che gli sbarchi nel vostro Paese sono diminuiti in un anno dell' 80 per cento. Il vero problema è politico, è la presenza nel governo di un populista nel ruolo di ministro dell' interno».
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Un leader che come la Le Pen «vuole sfruttare e cavalcare la paura della gente. È lui che soffia sul fuoco». Un intervento descritto dall' entourage di Conte, al debutto in un summit europeo, «molto diretto e ruvido».
LA REPLICA
Il premier italiano, secondo quanto è filtrato dalle stanze di palazzo Berlaymont, ha risposto poco dopo al presidente francese: «Caro Macron, ti sbagli. Tra noi non c' è divisione. La posizione di Salvini, che usa a volte toni che possono apparire fragorosi, è anche la mia e del Movimento 5Stelle. Il governo italiano è unito, compatto, determinato. Sui migranti parliamo tutti la stessa lingua e abbiamo l' identica posizione».
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Nel vertice Conte ha adottato poi quella che i suoi chiamano «tecnica del disco rotto»: ripetere sempre la stessa cosa, l' identico slogan scandito prima al G7 del Canada e poi nei bilaterali con Macron e Angela Merkel: «Il problema delle migrazioni non è italiano, è europeo. Chi sbarca in Italia sbarca in Europa».
Da qui discende, secondo la strategia di Conte, il superamento di fatto del regolamento di Dublino, quel trattato che impone al Paese di prima accoglienza (Italia, Spagna, Grecia, etc.) di tenersi i migranti sbarcati sul proprio territorio.
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E anche la soluzione della questione che più sta a cuore ad Angela Merkel, presa alla gola dal suo ministro degli Interni, il bavarese Horst Seehofer: i movimenti secondari. Vale a dire, il passaggio degli immigrati dal Paese di primo approdo agli altri Stati europei del Nord.
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Un fenomeno che Seehofer (e di riflesso la Merkel) vorrebbe risolvere rispedendo in Italia e negli altri Paesi mediterranei i migranti illegali. «Questa cosa qui non la permetteremmo mai, piuttosto chiudiamo anche noi le frontiere, come ha già fatto la Francia a Ventimiglia», ha fatto sapere Conte ai suoi, mentre nel summit si è limitato a dire: «Prima si parla dei movimenti primari, poi di quelli secondari». E subito dopo il premier ha respinto la proposta della Cancelliera di riprendersi i migranti sulla base di un accordo bilaterale, in cambio di un «mutuo beneficio».
DIFFICOLTÀ
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Il piano di Conte, ché non ha strappato applausi né clamorose stroncature, è molto difficile da far digerire ai partner. Come difficile è far accettare il principio che chi salva i naufraghi in mare non deve per forza anche farsene carico: «L' obbligo di salvataggio non può diventare anche l' obbligo ad accogliere e a esaminare le domande di asilo. La responsabilità sui naufraghi deve essere europea».
HORST SEEHOFER ANGELA MERKEL
Tant' è, che qualche leader ascoltando il premier italiano ha scambiato occhiate di sorpresa o di disappunto. Come dire: «Cosa viene a proporci questo debuttante? Non sa che gran parte delle proposte non saranno mai accolte?!».
Ed è vero. Il piano lanciato da Conte serve però ad alzare e a piantare una bandiera. A mettere agli atti una posizione negoziale. «Noi gettiamo sul tavolo le nostre idee», dicono nell' entourage del premier, «e certo non speriamo di incassare risultati adesso. C' è tempo.
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Anche un anno. Rispetto al passato però abbiamo molto più peso, hanno capito che in Italia la musica è cambiata, che abbiamo gli strumenti per farci ascoltare».
Quali? «C' è la possibilità di ridurre il finanziamento al bilancio comunitario... Di armi ce ne sono tante se sei determinato. L' Italia con questo governo non subisce più, saprà farsi ascoltare». Anche perché nel frattempo Salvini continuerà il suo cannoneggiamento.
E non c' è più alcun fair play europeo da preservare: sui migranti l' unanimità (e dunque una decisione al Consiglio di giovedì) non è un obiettivo raggiungibile. La prova: Merkel cerca intese bilaterali.