Cesare Martinetti per “la Stampa”
macron mascherina
La Francia esce cautamente dal «confinement», ma Emmanuel Macron non riesce a ritrovare l' immunità perduta ben prima della comparsa del virus. Anzi. I sondaggi di questi giorni rivelano che l' opinione pubblica francese è la più angosciata: 38 per cento di fiducia nel governo contro il 60 dei tedeschi e il 64 degli inglesi. E per il presidente la diagnosi è severa, è l' unico leader a non aver guadagnato in popolarità di fronte alla sciagurata epidemia. E mentre sui giornali si leggono - da destra e da sinistra - ripetuti ed inediti elogi ad Angela Merkel, la sua popolarità è ai minimi: solo il 34 per cento di pareri favorevoli, erano il 46 prima della crisi sanitaria.
emmanuel macron tod wolters
È la «rivincita delle passioni tristi», ha scritto Gérard Courtois su Le Monde. E su Politico.eu John Lichfield, il veterano dei corrispondenti inglesi a Parigi, l'ha definita «A strange defeat», evocando quell'inclinazione al disfattismo amaramente denunciata dallo storico Marc Bloch nel 1940 di fronte all'avanzata tedesca. «La Cancelliera ha trattato i tedeschi da adulti, Macron ci ha parlato come fossimo dei bambini», ha commentato su Mediapart Johan Chapoutot, storico alla Sorbona e specialista del nazismo.
PEDAGOGICO E PATERNALISTA
emmanuel macron
L'andamento dell' epidemia non è lontano da quello italiano, con 27.400 morti, ma il modo in cui è stata condotta la crisi ad aver disorientato i francesi. L' esitazione dei primi giorni, la decisione di far tenere comunque il primo turno delle elezioni municipali il 15 marzo a crisi sanitaria iniziata. Poi l' annuncio del «confinement» espresso con toni marziali e patriottici dal presidente: «È una guerra».
Un tono successivamente mutato in pedagogico e paternalista, l' annuncio del déconfinement a partire dall' 11 maggio, la riapertura delle scuole, nonostante i mille dubbi, la rimessa in moto di un' economia che ha subito la crisi più forte dal 1949. Un impulso presidenziale improvviso che ha sorpreso anche il primo ministro, Edouard Philippe, apparso piuttosto provato nel dibattito all' Assemblée, fino al punto di evocare il rischio di un crollo dell' economia nazionale.
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MONARCA REPUBBLICANO
Il presidente ha poi corretto il capo del suo governo, almeno sul piano del lessico politico, ma tutto questo sta dentro una partita che si comprende solo tenendo conto del campo in cui si gioca: un sistema costituzionale presidenziale, la Quinta Repubblica ideata da Charles De Gaulle alla fine degli anni Cinquanta di fronte alla duplice crisi dell' Algeria e di un parlamentarismo esaurito. In questo quadro il presidente gode di uno status da monarca repubblicano a cui il popolo affida un mandato chiedendo in cambio leadership e carisma.
merkel macron conte
De Gaulle ne fu la prima vittima, costretto al ritiro all' indomani del '68. Solo François Mitterrand e Jacques Chirac - con modi, circostanze e personalità del tutto differenti - sono riusciti ad ottenere la riconferma. Prima Giscard e dopo di loro, sia Sarkozy che Hollande, hanno presto smarrito il consenso.
POPOLARITÀ GIÀ EROSA
A tre anni dalla sua spettacolare elezione (66 per cento contro Marine Le Pen) e già in vista della battaglia presidenziale del 2022, Emmanuel Macron nella crisi del Covid deve trovare il tono smarrito prima, con la rivolta della Francia provinciale e impoverita dei gilet gialli, poi con il rifiuto massiccio e trasversale della riforma delle pensioni. Il consenso era già pesantemente eroso, anche in quel centro politico e sociale che gli aveva conferito il ruolo di leader antipopulista. L' epidemia gli sta offrendo paradossalmente l' opportunità di riprendersi la parte più dinamica del Paese, proteggere i più colpiti e non passare alla storia come l' unico leader europeo «covidé».
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