Francesca Pierantozzi per "il Messaggero"
emmanuel macron
Ci sono ex presidenti della Repubblica, com' è naturale, Chirac prima, Giscard l' altro ieri, politici, ex partigiani, personalità della cultura, ma anche giornalisti, stilisti come Kenzo, rocker come Johnny Hollyday, attori come il nazionale Michel Piccoli o lo scozzese Sean Connery, artisti come Christo, calciatori argentini come Maradona, compositori italiani come Morricone, cantautori, comici, rugbisti e perfino il vaticanista di Le Monde: è il Pantheon personale di Emmanuel Macron, lo Spoon River dell' Eliseo.
MARADONA
Gli epitaffi del presidente francese sono diventati quasi un genere a sé. Niente a che vedere con l' arido formalismo del canone, proprio ai comunicati dei suoi predecessori e agli epitaffi di circostanza, ma elogi funebri sentimentali, spesso lirici, con pennellate di ricordi personali, biografie non da dizionario, ma squarci di vita, sintesi folgoranti, condoglianze in cui traspare un languore nostalgico, se non una vera partecipazione dolorosa, cui si associa, spesso, anche la moglie Brigitte.
LA PENNA A scriverli, in teoria, è la sua penna, che ora ha l' estro del trentenne Jonathan Guémas, laureato in geografia, e poi allievo della prestigiosa Ecole Normale Supérieure di Lione. Ma in realtà, dice chi frequenta abbastanza da vicino l' Eliseo, ai necrologi Macron rimette sempre mano, e spesso li riscrive. Il genere comincia a piacere. Fatti per essere letti da pochi addetti ai lavori della comunicazione, i necrologi macroniani cominciano a incuriosire i francesi, e stanno ottenendo un buon successo sui social.
maradona macron
D' altra parte, omaggiare i defunti per il presidente è importante, è un modo «di condividere l' emozione con la folla» ha detto una volta, riferendosi all' importanza delle esequie pubbliche: vi hanno avuto diritto, tra gli altri, oltre al rocker nazionale Johnny, anche Charles Aznavour, il fondatore del Nouvel Observateur Jean Daniel o lo scrittore Jean D' Ormesson. Ma è nei testi dei necrologi, che più si fa più sentire questa sensibilità «alla catena del tempo, nella quale i morti sostengono i vivi» (parole di un suo consigliere).
ennio morricone
È già diventato un classico del genere, il recente epitaffio in onore di Maradona, il cui incipit è lontano anni luce dalle regole auree del comunicato di palazzo: «La mano di Dio pose un genio del calcio sulla terra. Oggi ce lo strappa, con un dribbling imprevedibile che ha ingannato tutte le nostre difese».
macron
E che dire di Ennio Morricone, celebrato dal presidente francese come il primo dei suoi fan? «Un giorno di novembre del 1928 la casa romana dei Morricone vibrò al suono della tromba: il piccolo Ennio venne al mondo in musica» comincia, e via un excursus degno di un critico cinematografico e musicale sulla carriera del Nostro compositore, fino ad arrivare a: «sapeva trovare l' accordo più bello tra immagini e musica, armonie misteriose che hanno fatto vibrare le nostre corde più sensibili e che hanno accompagnato le nostre vite».
dominici
Sean Connery è il «mito dell' ideale maschile, di un uomo chic, temibile seduttore, taciturno ma mai a corto di battute, che sapeva affrontare i cattivi più vili, baciare le donne più belle, attraversare le più remote contrade, restando sempre elegante, anche nel mezzo dell' azione»?
Della cantautrice Anne Sylvestre ricorda «il modo brioso di parlare delle cose gravi, la sua avanguardia leggera», del rugbista Christophe Dominici che «entrò nella storia un pomeriggio d' ottobre del 1999 con una corsa luminosa, un rimbalzo capriccioso, un lampo blu aureolato di una criniera gialla in mezzo alle maglie nere».
dominici dominici EMMANUEL MACRON