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    MACRON SI E’ VENDUTO A BIN SALMAN! – ROMA RESTA L’UNICA CANDIDATURA EUROPEA PER L’EXPO 2030 (CHE VALE 50 MILIARDI DI EURO) MA NON OTTIENE L’APPOGGIO DEL TOY BOY DELL’ELISEO SENSIBILE AI PETRODOLLARI DI BIN SALMAN A CACCIA DI VOTI PER LA CANDIDATURA DI RIAD - IL PRINCIPE SAUDITA È DA UNA SETTIMANA A PARIGI E SUL TAVOLO HA MESSO UN ACCORDO DA 60 MILIARDI DI DOLLARI PER SPESE MILITARI E LA PORTA APERTA PER I GIGANTI DELL'EDILIZIA FRANCESI – A ROMA NON RESTA CHE IL TANDEM CON GLI UCRAINI, DOPO L’ESCLUSIONE DI ODESSA…


     
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    Estratto dell'articolo di Manuela Perrone per il Sole 24 Ore

     

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    Roma è rimasta l’unica candidata europea per Expo 2030, ma nessun endorsement è arrivato dalla Francia di Macron, che già da mesi aveva espresso il suo sostegno a Riad. Come da indiscrezioni della vigilia (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), l’assemblea generale del Bureau International des Expositions, riunita al Palais des Congres di Issy-les-Moulineaux, alle porte di Parigi, ha sancito l’esclusione della candidatura di Odessa, dopo che gli ispettori del Bie avevano contestato la fattibilità del progetto ucraino, alla luce delle incognite sulla ricostruzione.

     

    Restano dunque solo due le rivali della Capitale nella corsa per aggiudicarsi l’Esposizione Universale in programma tra sette anni: l’agguerrita Riad in Arabia Saudita, appunto, e Busan in Corea del Sud. Fino al 28 novembre, quando i 179 Paesi del Bureau dovranno emettere a scrutinio segreto il verdetto definitivo, sarà caccia all’ultimo voto.

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    La premier Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea nei venti minuti concessi a ciascuna delegazione, ha giocato la doppia carta dell’unicità di Roma, «città universale per eccellenza, prima megalopoli della storia», e di un’Expo aperta, inclusiva, centrata sul rapporto tra uomo, ambiente e territori, capace di garantire un post-manifestazione altrettanto efficace. «Proponiamo che le Nazioni lavorino insieme su progetti concreti fino al 2030 - ha scandito Meloni - per dimostrare come la comunità internazionale può crescere lavorando insieme nell’interesse collettivo. Mi riferisco a partnership durature e sostenibili».

     

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    Qui si annida la macroscopica differenza con Riyad, insieme alle altre sottolineate implicitamente dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, presente anche lui a Parigi assieme al governatore Francesco Rocca e al presidente del comitato promotore di Expo Roma 2030, Giampiero Massolo. «C’è una partita diplomatica - ha detto il primo cittadino della Capitale a margine dell’assemblea - in cui i Paesi stanno investendo anche pesantemente.

     

    Ma noi pensiamo che il nostro metodo non è quello di un’Expo che si compra, ma che si motiva sulla base della qualità del progetto». E ancora: «Speriamo che troppo tardi non ci si renda conto che il momento è adesso. Il momento di scegliere se si vuole un’Expo in un Paese che rispetta la libertà di stampa e i diritti del lavoro».

    gualtieri meloni expo 2030 gualtieri meloni expo 2030

     

    giampiero massolo premio guido carli 2023 giampiero massolo premio guido carli 2023

    L’allusione a Riad è chiara: in una lettera al Bie, un mese fa, dodici organizzazioni non governative attive in Medioriente per i diritti umani avevano denunciato che «l’Arabia Saudita vuole usare l’Expo per ripulire la sua immagine». Ma la partita, in piena crisi energetica, è anche e soprattutto geopolitica, quindi molto complicata.

     

    Lo prova proprio la posizione di Macron, che ha incontrato venerdì il principe Mohammed bin Salman, in trasferta a Parigi per una settimana.

     

    ROMA EXPO 2030 - IL LOGO DELLA CANDIDATURA ROMA EXPO 2030 - IL LOGO DELLA CANDIDATURA

    L’Italia ha cinque mesi di tempo per intensificare il lavoro diplomatico in corso e portare dalla sua parte quanti più Paesi possibile. L’asse con Odessa, garantito sin da gennaio, potrebbe portare altri voti. L’Unione europea aveva già espresso a marzo il suo supporto alla candidatura italiana attraverso l’Alto Rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell. Adesso si entra nel vivo, consapevoli della posta in gioco: secondo il dossier di candidatura, Expo Roma 2030 vale 50,6 miliardi di euro e la creazione di 11mila nuove aziende e 300mila posti di lavoro. Oltre a una rivoluzione “verde”, con la riqualificazione delle Vele a Tor Vergata, cuore del sistema espositivo, e la nascita del parco solare urbano più grande al mondo.

    meloni macron meloni macron

     

    «Scegliete Roma, portiamo insieme la storia nel futuro», è stato l’appello finale di Meloni. Testimonial d’eccezione, Samantha Cristoforetti e l’attore Russell Crowe, che nello spettacolare video proiettato ieri ha ricalcato la battuta più celebre del film “Il gladiatore”: «Roma non è solo la Capitale d’Italia, è una delle capitali del mondo. Expo 2030, al mio segnale liberate l’umanità».

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