PROCESSO MAFIA CAPITALE
Un nuova ondata di richieste di rinvio a giudizio per la maxi inchiesta Mafia capitale. E' l'ultima tranche che chiude il cerchio su funzionari, carabinieri e politici infedeli che, stando all'istruttoria della pubblica accusa, si sono lasciati comprare dalla holding di Buzzi e Carminati. Ventiquattro nomi, molti dei quali già presenti nel processo madre, a cui sono associati nuovi episodi.
La new entry è Francesco D'Ausilio, ex capogruppo del Pd al Campidoglio e il suo capo segreteria Salvatore Nucera a cui i pubblici ministeri Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini, e gli aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino, contestano corruzione e atti contrari ai doveri d'ufficio.
Nella richiesta di rinvio a giudizio i magistrati sostengono che i due per "facilitare sul piano politico istituzionale l'aggiudicazione delle procedure negoziate indette dal Dipartimento Tutela Ambiente" si sono spesi in "dieci procedure negoziate riservate alle cooperative sociali e riferite a 10 lotti". In cambio, si legge ancora nelle carte "ricevevano la promessa di corresponsione del 5% del valore dei lotti assegnati con le 10 procedure negoziate citate".
PROCESSO MAFIA CAPITALE
Ancora: "D'Ausilio, nella sua qualità di componente del consiglio comunale capogruppo Pd, dunque pubblico ufficiale e Nucera, nella sua qualità di capo staff, per porre la loro funzione al servizio dei soggetti economici del gruppo Buzzi ricevevano la somma di almeno 12mila e 240 euro, senza la deliberazione dell'organo sociale competente né l'iscrizione in bilancio".
Accuse gravi (oltre alla corruzione anche l'aggravante di aver agito per agevolare l'associazione di tipo mafioso diretta da Carminati) e richiesta di rinvio a giudizio per Giampaolo De Pascali, appuntato dei carabinieri in servizio alla Presidenza della Repubblica, ufficio centrale dei servizi di sicurezza, che passava informazioni al ras delle coop sui procedimenti in corso in procura, e per il direttore di un ristorante di via veneto Giovanni Tinozzi che aveva fatto conoscere il carabiniere a Buzzi.
buzzi carminati
Nuove contestazioni anche per l'ex direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon per cui il pool dell'Antimafia ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione e per 4 nuove turbative d'asta scoperte (in concorso con Salvatore Buzzi, Franco Panzironi) e Franco Cancelli, manager della cooperativa sociale Edera, già interdetta dal prefetto Gabrielli per mafia. Gare "turbate" per appalti sull'emergenza rifiuti, una aggiudicata il 5 dicembre del 2012, una dell'11 dicembre 2012 (raccolta foglie), una del 31 luglio 2013 (con base d'asta di 5milioni di euro) e l'ultima del 30 settembre 2013 (sulla raccolta differenziata del multimateriale).
Fiscon agevolava Buzzi ricevendo "utilità consistite nell'organizzare in sede di consiglio comunale e di giunta consenso politico attraverso i consiglieri Coratti, D'Ausilio, Ozzimo e l'interlocuzione col deputato Umberto Marroni, necessario alla riconferma di Fiscon nel ruolo di Dg Ama, a fronte di una iniziativa del sindaco che intendeva disporne la sostituzione".
FRANCESCO D'AUSILIO
Ancora guai per la ex brigatista Nadia Cerrito, Salvatore Buzzi ed Emilio Gammuto, tutti imputati nel processo principale arrivato alla sua 152esima udienza, a cui stavolta sono contestate dazioni di denaro a politici per consentire "all'organizzazione di stampo mafioso diretta da Carminati di avere utilità".
Richiesta di rinvio a giudizio anche per Brigidina Paone, che in qualità di collaboratrice all'assessorato alla Casa, "per il compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio consistenti nel promuovere in assemblea capitolina, anche attraverso emendamenti e deliberazioni intese a garantire consistenti sconti e legittimazioni all'acquisto alle onlus, tra le quali rientravano le cooperative facenti capo a Buzzi, in sede di dismissione del patrimonio immobiliare del Comune". Favori in cambio dell'assunzione della figlia nella 29 Giugno.
BUZZI CARMINATI
C'è anche Stefano Venditti, presidente della lega della cooperative Lazio, nella lista dei 24, Marco Bruera, stretto collaboratore di Odevaine che in occasione della gara per il cara di Mineo "curava la predisposizione della documentazione fittizia finalizzata a giustificare l'ingresso delle somme nelle casse delle fondazioni e delle società riferibili a Odevaine" e Clelia Logorelli, dirigente preposta al settore del verde in Eur spa.
Ancora: contestata la corruzione anche a funzionari della pubblica amministrazione Alfredo Romani, responsabile dell'ufficio immigrazione del Dipartimento Politiche Sociali, Gaetano Altamura, dirigente del X Dipartimento che in cambio dell'assunzione di sue due nipoti ha concesso affidamento di lavori a Buzzi e soci, Rossana Calistri, componente della commissione di aggiudicazione gare per la manutenzione del verde nelle ville storiche di Roma (ovviamente assegnate a Buzzi) e Fabio Tancredi, direttore del X Dipartimento Tutela Ambiente e della protezione civile di Roma.
Infine gli imprenditori Flavio Ciambella, Fabrizio Amore, Gabriella Errico e Maurizio Marotta (quest'ultimo direttore generale e presidente della cooperativa Capodarco). Anche per il sindaco di Sant'Oreste Sergio Menichelli e di due funzionari del Comune Marco Placidi e Raniero Lucci, è stato chiesto il rinvio a giudizio per turbativa d'asta.
PROCESSO MAFIA CAPITALE