Maria Giovanna Maglie per Dagospia
“Devo fare di più, bisogna riconquistare la fiducia degli elettori. I risultati economici migliori e la disoccupazione ai minimi livelli alla gente non bastano, se non c'è la fiducia negli attori politici". Ma è lei l'attore politico principale, Angela Dorothea Merkel, dal 22 novembre 2005 Cancelliere federale della Germania.
merkel
“Da ieri traggo questo insegnamento: come Cancelliera devo fare in modo che la Grosse Koalition recuperi la fiducia e che i suoi risultati siano visibili". Ma forse l'insegnamento da trarre e’ che è arrivato il momento di ritirarsi a vita privata, non che bisogna insistere con una coalizione bocciata senza appello.
Non e’ solo la Baviera, e’ la Germania , è l'Unione Europea. È così difficile capire e raccontare quel che gli elettori europei a titolo vario e in vari luoghi dimostrano con lo strumento del voto a ogni occasione loro concessa, ovvero che l'Europa così com'è non la vogliono più, che la giudicano fallita?
E’ difficile capire che se si vuole evitare un'esplosione violenta, le istituzioni comuni europee devono essere riformate drasticamente, che le nazioni devono tornare a contare, tornare ad avere un valore la parola collegialità, ed anche, udite udite, tornare ad avere cittadinanza termini come Europa Cristiana?
Pare di sì, a sentire l'ineffabile Cancelliera che di ritirarsi non vuoi proprio saperne, e a leggere la frase preferita nei commenti del giorni seguenti le elezioni in Baviera.
Il voto è caduto come un macigno sulla settimana nella quale per accordo sulla Brexit niente da fare, e scatta il D -day, ovvero una Commissione Europea sempre più destabilizzata esamina ugualmente con sussiego la manovra di bilancio delle varie nazioni, grande imputato la ribelle Italia.
voti in baviera
Ebbene, la frase preferita è “la destra avanza ma non sfonda”, con riferimento al partito che viene dipinto come un vampiro neonazista e xenofobo, assetato di sangue europeista e democratico, AdF, Alternative fur Deutschland, che alla sua prima presentazione agli elettori bavaresi ha superato il 10% ed entra nel Parlamento del più ricco Land di Germania.
La seconda frase preferita, o la prima, dipende dal mood del corrispondente collettivo unico, è che “ trionfano i Verdi”, ovvero che dal vampiro neo nazista siamo stati salvati da quel 17,5 ottenuto dal partito dei Verdi, Grunen.
Peccato che si tratti di un partito centrista e di agenda assai moderata su Europa e immigrazione, la cui leader Katharina Schultze, 33 anni, come parole ricorrenti nei suoi discorsi utilizza “sicurezza” e “controllo dell'immigrazione”, niente a che fare insomma con ambientalisti e animalisti scatenati di altre nazioni. Peccato ancora che i consensi arrivati ai Grünen corrispondano ai voti persi nell'arco di 5 anni dalla SPD, il partito socialdemocratico, ridotto ormai dal 21 al 9,7% da elettori evidentemente contrari anche all'ultima versione della Grosse Koalition .
i freie waehler
Sono un partito di centro i Verdi, e non a caso la sinistra vera, quella della Linke, non ha superato la soglia di sbarramento, e con solo il 3,2% non entra in Parlamento.
E allora? Allora se la Csu del ministro dell'Interno Horst Seehofer e’ arretrata al 37,2%, non solo perché paga l'adesione sia pur riottosa al partito fratello CDU di Angela Merkel; se il partito dei Freie Wähler, una lista civica nata da una scissione a destra della Csu, si attesta all'11,6; se Alternative Fur deutschland, partito sovranista che ha al centro del suo programma l’ uscita dall’euro e la repubblica presidenziale, nonostante abbia solo 5 anni di vita e sia demonizzata da tutti, prende il 10 ; fatevi due conti e capirete che il voto della Baviera è di sicuro tutto a destra o a centrodestra, che punisce severamente i partiti storici, e la loro coalizione, la loro politica di immigrazione, il loro europeismo.
Tanto è vero che se entrano sia pur per poco, 5,1, in Parlamento i liberali del FDP, un partito che era stato dato per estinto o quasi, è perché hanno gettato la tolleranza liberale alle ortiche e si sono reinventati anti immigrazione ed euroscettici.
Alternative für Deutschland
Direste allora che il vero dato è l'affermazione dei Verdi, oppure che gli elettori hanno segnalato la fine dei partiti tradizionali, protagonisti del dopoguerra tedesco, quelli che all'epoca della riunificazione superavano l'80% insieme? Probabilmente sì. Come è probabile che anche nel Land più conservatore della Germania, dove sono forti i cattolici, gli elettori abbiano espresso con forza il fastidio per la politica di accoglienza e per i vincoli e le regole d'Europa. Popolazione benestante ed evoluta quella bavarese, difficile giocarsi la carta del populismo becero, del popolo bue convinto dai ragionamenti di pancia e di rabbia!
Ma come, e’ l'altra obiezione, si ribellano all'Unione Europea quelli che nell'Unione Europea la fanno da padroni? E l'immigrazione, bellezza. Intendiamoci, la Baviera è uno Stato conservatore, ma sicuramente il voto in altri Land darebbe maggiore successo alla destra cosiddetta estrema. Vedremo cosa succede in Assia il 28 ottobre.
SEEHOFER KURZ SODER CHIUDONO LA CAMPAGNA CSU
Soprattutto vedremo che succede con le elezioni europee della prossima primavera, dove si può ragionevolmente immaginare che verrà eletto un Parlamento in totale dissonanza con quelli che si sono alternati del 1979, e dove pulsioni conservatrici, nazionaliste populiste e anti immigrazione,si incontreranno e scontreranno con le proprie contraddizioni, riassunte e rappresentate in un “superluogo” istituzionale tanto faraonico e costoso quanto sconosciuto ormai ai suoi cittadini
L'allarme dovrebbe suonare più forte per il Partito Popolare europeo, visto che quello socialista ha fallito definitivamente e miseramente, ma che quello popolare lo scimmiotta in relativismo, politically correct, politiche di austerità fallite, culto della tecno burocrazia di Bruxelles, asservimento alla prevalenza franco-tedesco ormai moritura e ai suoi cicisbei.
E’ la Baviera, è la Germania, e’ l'Unione europea, è l'Italia, grande osservata e ribelle fastidiosa.
Scrive acutamente su Atlantico Quotidiano Federico Punzi che
sebastian kurz horst seehofer 5
“Il governatore della Bce Mario Draghi sabato scorso ha cercato di richiamare agli ordini gli scolari indisciplinati, i bulletti che hanno rubato la scena nelle ultime settimane sia a Roma che a Bruxelles e spaventato i mercati, invitando “tutte le parti” – “non solo l’Italia”, ha detto espressamente – ad “abbassare i toni” e dicendosi “ottimista” sulla possibilità di arrivare a un compromesso. Perché “sappiamo che ci sono procedure stabilite e accettate da tutti”, ma anche che in passato “ci sono state deviazioni, non è la prima volta e non sarà l’ultima”, ha ricordato Draghi, suggerendo di non drammatizzare queste deviazioni. Insomma, un esplicito invito a venirsi incontro, a far prevalere la flessibilità della politica sulle rigidità delle regole e della propaganda”.
Ci sarebbe un obiezione da muovere, una volta confermato che Draghi e’ il meno peggio del mazzo, ed è che interviene solo ora, dopo aver partecipato al linciaggio. Resta il fatto che la Commissione a Bruxelles sembra solo volerci bastonare e danneggiare, un po' come Macron che manda i suoi gendarmi fuori confine a scaricare gli emigrati quasi che l'Italia sia un deposito di merce non gradita.
draghi merkel
E resta il fatto che tutti lo fanno negando la realtà, ovvero che il braccio di ferro politico potrebbe portare a un effetto domino economico di quelli micidiali.