IL 'NEW YORK TIMES' COSTRETTO AD AMMETTERE: ''IL FALSO SCOOP DELLA CNN, CHE ERA STATO RILANCIATO DA TUTTI I NETWORK PER ORE COME 'BREAKING NEWS' CHE AVREBBE POTUTO ABBATTERE L'AMMINISTRAZIONE TRUMP, È OTTIMO PER L'AMMINISTRAZIONE, CHE PUÒ ACCUSARE LE TV DI UN COMPLOTTO''
https://www.nytimes.com/2017/12/08/business/media/cnn-correction-donald-trump-jr.html
''LA STAMPA AMERICANA HA SUBITO LA SUA UMILIAZIONE PIU' GRANDE DEGLI ULTIMI DECENNI. E RIFIUTA DI AMMETTERLO''. DI GLENN GREENWALD, EX 'GUARDIAN', AUTORE DEGLI SCOOP SULLA NSA, SNOWDEN E FONDATORE DI 'THE INTERCEPT'
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Gomplotto, gomblotto, se credevate di aver votato No al ridicolo referendum di Renzi un anno fa perché vi faceva schifo, sappiate che è stato Putin invece a convincervi nel sonno, uscendo da Facebook, Twitter e Instagram con arti sottili da negromante. Così su Foreign Affairs strilla l'ex vicepresidente americano Joe Biden, e mica si riferisce a quello del suo partito contro di lui perché non si candidasse nel 2016, mica ce l'ha con Hillary Clinton che il Partito Democratico se lo è comprato pagando i debiti e blindando la sua candidatura unica, mica ce l'ha col suo capo Barack Obama complice silente di tutto ciò, che insomma lo ha fregato. No, ce l'ha con la Russia, sentina di tutti i mali.
donald trump junior
La cosa più divertente di tutte è che succede nelle stesse ore in cui negli Stati Uniti il castello di carte del Russiagate crolla miseramente, e vengono invece fuori tutte le magagne di un Dipartimento di Giustizia e di un Federal Bureau of Investigation corrotti e collusi con l'Amministrazione Obama e la campagna della Clinton, nell'intento di far fuori prima l'elezione di Donald Trump ed ora la sua presidenza.
Ultime notizie, si fatica a starci dietro. Proprio in queste ore la CNN e’ umiliata per le sue bugie, dopo quelle della ABC, su presunti documenti rubati recapitati da WikiLeaks al figlio di Trump, che invece gli sono arrivati dieci giorni dopo, quando tutti i giornali li avevano già pubblicati: il 14 settembre 2016, non il 4 settembre, e il 13 li avevano ricevuti tutti quei documenti. Erano stati rubati da Guccifer 2.0 dall'archivio dell'ex Segretario di Stato Colin Powell, il quale aveva pubblicamente appoggiato la candidatura della Clinton, ma in scambi di lettere private la giudicava un mostro di ambizione e arrivismo.
julian assange
La CNN ha menato scandalo per una giornata intera, poi venerdì si è dovuta rimangiare tutto facendo una gran brutta figura. Chissà se sarà punito qualcuno, come è accaduto a Brian Ross della ABC, per aver detto che gli incontri proibiti di Michael Flynn erano avvenuti durante la campagna elettorale, salvo poi dover ammettere che erano avvenuti dopo l'elezione di Donald Trump.
È tutta così l'informazione sulla vicenda del Russiagate, chiacchiere che filtrano dagli uffici dei Ministeri e delle agenzie, dai deputati del Congresso e dai loro assistenti, pubblicati in gran fretta e propalati in TV senza alcuna verifica. Solo che lì poi a un certo punto paghi pegno.
donald ivanka eric e donald junior trump
Anche perché stanno cominciando a sputtanarsi fra di loro per ragioni di concorrenza che si sovrappongono a quelle di faziosità. Per fare un esempio, è stato il Washington Post a sbugiardare la CNN e il New York Times ha appena pubblicato un resoconto che la dice lunga sullo stato di confusione in cui ormai si trovano i media anti trumpiani.
Scrive infatti il Times che i tentativi fatti dal governo russo di prendere contatti con l'assistente di Donald Trump , Hope Hicks, che poi sarebbe quella brillante e splendida giovane donna che durante il viaggio in Asia ha sfoggiato mise in grado di gareggiare con Melania Trump, minano la teoria secondo la quale il Cremlino avrebbe sempre avuto dei rapporti seri con gli uomini di Trump.
” Le mail dei russi alla signora Hicks sono state scritte sei mesi dopo che l’Fbi aveva cominciato a investigare su possibili legami tra gli associati di Trump e la Russia, e in qualche modo contraddicono la teoria che il governo russo avesse già legami precedenti alla elezione. Se così fosse stato, avrebbero comunicato in modo molto più efficace con la Casa Bianca di alcune mail estemporanee”. Elementare, Watson, ma un po’ in ritardo.
Proprio in queste ore il giudice del processo a Michael Flynn, Rudolph Contreras, è stato costretto a ricusarsi dopo che aveva tranquillamente presieduto l'udienza preliminare, perché guarda caso è lo stesso che come componente della Fisa, la commissione che autorizza le intercettazioni di sorveglianza a personaggi stranieri, aveva autorizzato appunto le intercettazioni all’ambasciatore russo,e dunque, senza ritenere di informarlo,al consigliere designato per la Sicurezza Nazionale, Flynn.
TRUMP FLYNN - 2
Chi glielo aveva chiesto? L’agente Strzok, dell’Fbi, lo stesso che, in uno scambio massiccio di lettere con la sua amante, ed avvocato anche lei del Bureau, fantasticava sulla elezione di una amata Hillary Clinton, e diceva cose terribili su l'odiato Donald Trump; lo stesso che ricevette dall'allora direttore James Comey un testo che recitava che la Clinton era stata “grossly negligent” nella vicenda delle email del dipartimento di Stato,finite su un server privato e poi fate sparire e distrutte, e trasformò l'espressione in “extremely careless”, essendo il primo un addebito penalmente incriminabile, il secondo solo esecrabile; lo stesso che interrogò il generale Flynn senza la presenza di un avvocato per incastrarlo per falsa testimonianza, nel senso che il generale con una ingenuità incredibile avrebbe negato di aver parlato con l'ambasciatore russo in un paio di occasioni, quando nel suo ruolo nel periodo di transizione avrebbe tranquillamente potuto dichiarare di averlo fatto; che qualche tempo prima aveva invece interrogato due stretti collaboratori di Hillary Clinton sulle email, li aveva incastrati per falsa testimonianza,ma li aveva lasciati andare via senza alcuna incriminazione.
Ma il famigerato agente Strzok, che poi era il numero 2 del controspionaggio, A quanto sta appurando la commissione intelligence del Congresso, l'autorizzazione alle intercettazioni l'aveva ottenuta utilizzando il famoso rapporto, giudicato poi farlocco, dell’ agente inglese Christopher Steele, commissionato dalla societa’ di comunicazioni legata ai democratici, GPS fusion, pagato dalla campagna di Hillary Clinton e dal Comitato Nazionale Democratico.
FLYNN
Solo che c'è un uomo nuovo a comporre il gigantesco intrico della congiura che arriva sicuramente al vertice della passata amministrazione Obama, e ha continuato a proliferare tra i sopravvissuti della nuova Amministrazione anche grazie alla debolezza dell’Attorney General, Jeff Sessions che si è tolto di mezzo al primo stormir di fronde, lasciando l'intero Russia Gate in mano al suo vice Rod Rosenstein, uomo saldamente legato all’apparato, che infatti ha subito nominato Robert Mueller procuratore speciale.
Si chiama Bruce Ohr, è un alto dirigente del dipartimento di Giustizia, era il vice del vice Attorney General durante la campagna del 2016,la famigerata Sally Yates, che in seguito si rifiutò’ di applicare il bando sull'ingresso di immigrati da 6 Paesi, indicato dal Presidente Trump appena insediatosi al potere, fu licenziata in tronco, e ora guida movimenti contro la presidenza.
ROBERT MUELLER
Ohr ebbe frequenti contatti con l'inglese Christopher Steele mentre questi lavorava al famoso dossier Trump e si incontrò anche con il capo di GPS Fusion. Al dipartimento di Giustizia questi contatti erano noti e l'uomo è stato rimosso dal suo incarico destituito del titolo e spostato alla sezione antidroga.
Per dirla chiara, l'Fbi non solo ha ricevuto un dossier fatto male, palesemente falso, privo di verifiche,di prove, e lo ha utilizzato per cominciare l'indagine, ricca di soffiate ai media, che ha portato alla nomina del procuratore speciale, ma quel dossier ha proprio contribuito a fabbricarlo. E anche quelli che hanno saputo di queste complicità e hanno provveduto a spostare alcuni personaggi coinvolti, si sono ben guardati dal riferirne come di dovere al Congresso, e stando a quanto dichiarato in audizione alla commissione Intelligence martedì scorso Rosenstein, non ne sapeva niente neanche lui.
ROD ROSENSTEIN
Sliding doors, gente che va gente che viene, e un'inchiesta, nata per distruggere in poco tempo una presidenza scomoda e imprevista, si sta trasformando in un boomerang per gli accusatori, i quali intanto vanno avanti tra una scoperta e l'altra di insabbiamenti e corruzione come, copio la felice definizione del Daily Caller, un tacchino a cui hanno già tagliato la testa ma continua ancora ad agitarsi e correre qua e là.
ROBERT MUELLER JAMES COMEY
Certo, la credibilità del procuratore speciale Robert Mueller è minata, e soltanto la grande complicità dei media, finora, e una certa debolezza dimostrata dal Congresso nella prima fase, lo tengono in piedi. Ma non molla, nonostante le ultime imbarazzantissime rivelazioni, a Washington si dice che intenda prolungare nel 2018 l'inchiesta, e che l'incriminazione di Michael Flynn gli sia servita proprio a questo, ad avere un buon pretesto per andare avanti.
A questo punto i repubblicani e gli estimatori dell'Amministrazione, ultimo il Wall Street journal, sostengono che dovrebbe licenziarlo lo stesso Trump, ma la situazione non glielo consente senza esporsi ad ancora più furibonde polemiche. e forse a questo punto neanche gli conviene esporsi per una inchiesta che non solo si sta sgonfiando nella parte dell'accusa che riguarda lui e i suoi collaboratori, ma che sta fornendo prove che nessuno di loro credeva sarebbero venute fuori sulla cospirazione del Deep state.
hillary e obama
FBI, governo Obama, e campagna Clinton potrebbero finire con l'essere i nuovi accusati di cospirazione e tradimento. Bell'affare, quando accadrà, e potrebbe essere prima di quanto previsto, qualcuno dovrà comunicarlo al corrispondente unico che dagli Stati Uniti ci informa ogni giorno che Trump è sull'orlo del l'impeachment.
Un'ultima osservazione. Vedremo come va a finire, ma se dalla caccia alle streghe senza precedenti scatenata contro Donald Trump, dovesse uscire sconfitta proprio la palude di Washington, I vincitori sarebbero due: Trump sicuramente, ma prima il sistema americano.