Maria Giovanna Maglie per Dagospia
statua della liberta
Pensate che scoop. Il presidente degli Stati Uniti, siamo a gennaio, proprio all'inizio dell'amministrazione, chiama il presidente del Messico,Pena Nieto, e il primo ministro australiano, Turnbull, e parla con loro di problemi scottanti di immigrazione, ma non c'è niente di non conosciuto.
Col primo si parla del muro di confine da completare contro gli illegali, e la cui costruzione nel frattempo e’ andata avanti, col secondo del grazioso regalino concordato con Obama, e che a Trump giustamente non sta bene, per cui illegali respinti dell'Australia e chiusi in galera su un’isola al largo della costa, vengono spediti nel numero di 1200 ogni tot mesi negli Stati Uniti. Comodo vero?
Quindi se col primo dopo un po' di trattative tra bastone e carota si accorda che del problema del finanziamento del muro sarà meglio smettere di chiacchierare con la stampa e che un accordo in qualche modo si troverà, col secondo finisce che si attaccano il telefono in faccia.
catena ai piedi della statua della liberta
Nel frattempo ci sono stati incontri e riappacificazioni ma non è questo il problema della pubblicazione ennesima di leaks da parte di Washington Post e di altri quotidiani militanti contro Donald Trump.
Si chiamano memorandum di conversazione, vanno raccolti, vengono rivisti dal capo staff del Consiglio per la Sicurezza nazionale, poi classificati come riservati. È naturale che sia così per telefonate tra il presidente degli Stati Uniti e altri capi di stato o di governo, ci mancherebbe che tutto finisca sui giornali. Nel 2017 invece vengono consegnati al Washington Post.
Per giustificarsi al giornale dicono che lo fanno per capire lo stile diplomatico del Presidente, ma se da un lato a leggerle sono banalità infinite, dall'altro sono scelte estremamente pericolose per l'equilibrio tra i poteri e la preservazione del sistema. Fino a dove intendono spingersi? Che poi il presidente se ne frega e tira dritto, come sta facendo per l'immigrazione.
Percio’ cultori delle porte aperte e dell'invasione inevitabile, amici della Boldrini, furbetti dello ius soli, paraculi delle ONG, preparatevi che il vostro Trump amatissimo sta per farvene una definitiva. La nuova legge sull'immigrazione presentata ieri a Washington sposta i permessi e i requisiti per entrare dall’accoglienza generica alla selezione di merito.
tom cotton
La riforma dell'immigrazione sarà una pietra miliare dei cambiamenti introdotti dall'amministrazione Trump, importante almeno quanto la deregulation che si sta imponendo in tutti i campi, dall'energia alla finanza, con l'eccezione per ora della sanità, ma questa volta pare che i repubblicani siano d'accordo; infatti il presidente l’ha lanciata con ai lati due senatori repubblicani, Tom Cotton, Arkansas, David Perdue, Georgia, che hanno confermato di aver cominciato a lavorare assieme all'amministrazione per rivedere ed espandere la legislazione introdotta all'inizio di quest'anno che ridurrà alla metà il numero degli emigranti che potranno ottenere la residenza permanente nei prossimi 10 anni.
La riduzione drastica avverrà applicando un sistema di merito che sostituirà l'attuale basato sulla precedenza a familiari di persone che già vivono legalmente negli Stati Uniti, e che secondo i due senatori e il presidente Trump, è un sistema fraudolento, caotico, inutilmente costoso.
Per i rifugiati un tetto di 50000 da non superare, la metà di quello stabilito attualmente da Barack Obama, verrà eliminata la cosiddetta diversity lottery.
tom cotton
Pronto il nome della riforma, RAISE, che sta per Reforming American Immigration for a Strong Economy Act. Pronta anche la rivolta dei giornalisti militanti, capitanati da Jim Acosta della CNN, che si è messo a strillare durante la conferenza stampa che chiedere ai richiedenti residenza permanente che parlino l'inglese e sappiano usare un computer significa tradire lo spirito dell’accoglienza americana e quella poesia di Emma Lazarus iscritta sulla base della Statua della Libertà che recita ‘give me your tired, your poor, your huddled masses.’
Ora, a parte l'insopportabile retorica della storia dell'accoglienza degli esausti, dei poveri, delle masse di derelitti, che e’ sempre stata invece un'avventura di sudore lacrime e sangue, vedi le testimonianze degli italiani e di tutti gli emigrati all'inizio del Novecento, vedi le storie di Ellis Island, vedi cioè i percorsi di coloro che sono arrivati davvero per integrarsi; c'è anche una sostanziosa ipocrisia, perché chiunque voglia poi diventare cittadino americano deve conoscere i rudimenti della storia del Paese, deve parlare la lingua inglese, anche se sulla Statua della Libertà non c'è scritto. Introdurre subito questi requisiti significa risparmiare tempo, energia, pericoli.
EMIGRANTI ITALIANI NEGLI USA
Vale per gli Stati Uniti, vale per qualunque paese del mondo. Solo che gli Stati Uniti sono una nazione di immigrati e tale resteranno, ma come ha detto uno dei due senatori repubblicani, non tutti e non tutti allo stesso tempo. Anche perché la situazione è cambiata profondamente.
Si pongono le stesse domande che dovrebbe porsi per esempio l'Unione Europea. Quali sono le regole? Quante persone il programma di immigrazione federale dovrebbe ammettere ogni anno? Come selezionarle? Come ottenere da questo programma il massimo di benefici e naturalmente il minimo di danni?
Oggi due terzi del milione circa di cittadini stranieri che ottengono la Green Card, il mitico permesso di residenza anticamera della cittadinanza, la tengono perché hanno dei parenti già negli Stati Uniti già in possesso della carta, non per curriculum, qualità, capacità o educazione.
usa immigration
La nuova legge limiterà questi diritti a mariti mogli e figli minori di cittadini americani residenti legalmente, non a genitori, nonni, figli adulti, cugini e nipoti. Le graduatorie e i punteggi, più o meno come già si fa in Canada e in Australia, saranno basati sull'età, la conoscenza dell'inglese, il grado di istruzione.
I migliori entrano per primi. Entrano in tutto 50 mila rifugiati ogni anno, non quanto il Presidente decide di volta in volta di far entrare, e basta con la diversity lottery riservata a queste categorie. In questo modo con la nuova legge si ridurrà del 40% il numero di ingressi ogni anno, che vuol dire comunque 500/600 mila persone, il numero più elevato di accoglienza di qualsiasi nazione al mondo.
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ITALIANI AD ELLIS ISLAND
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