Maria Giovanna Maglie per Dagospia
PANNELLA RENZI GIACHETTI
Attenti a Roma, è materia che scotta. Tutti a sghignazzare sulle prove di autodistruzione nel centro destra, schierato tanto pe’ canta’ in ordine sparso in attesa dell’ennesima decisione nuova del Cav; il quale farà bingo domani, dopo gli ultimi sondaggi, ma se dovesse decidere per Arfio Marchini, che poi era la sua prima scelta, la Meloni può cominciare a dedicarsi alla ginnastica preparatoria al parto, che è il suo vero desiderio.
Ma dall’altra parte mica stanno meglio, anzi. Com’è che tutti danno per possibile, anzi probabile, la vittoria della fino a ieri sconosciuta Virginia Raggi, avvocato carina e preparata del 5stelle, incredibilmente bollata per previtiana dalla campagna di fango di #PittiBullo & friends?
un selfie con roberto giachetti
Com’è che tutti i volenterosi appresso al vincitore delle primarie Pd Roberto Giachetti sono colti da sconcerto e perfino disperazione osservandone le non proprio brillanti performances in giro per la capitale? E com’è che sorgono tutta una serie di listine e listarelle, di quelle tipo “radicali per Giachetti”, che un voto non lo portano neanche a morire, ma una lista civica robusta,come quella a cui lavora da tempo Umberto Croppi, non riesce ad essere partorita?
Attenti allo scazzo micidiale nel Pd, che parte dal sud e incendia Roma. Stamattina a Omnibus un Velardi isterico ha lasciato gli studi de la7, praticamente facendoci capire che la Boschi non solo non deve essere invitata a dimettersi, proprio non si deve nominare, è mistero di Fatima; lasciando gli studi platealmente si è perso un governatore Emiliano da Bari in grande spolvero, sferzante e irridente a PittiBullo, trattato come un venditore di pentole a domicilio. Praticamente un’autocandidatura.
roberto morassut
Attenti alla resa dei conti nel Pd romano, che così si capisce meglio perché manco gli elettori storici del partito che fu comunista intendano votare per il candidato. Si scambiano vigorosi insulti due ex vice sindaci. Scrive furente su Facebook Roberto Morassut, di recente trombato alle primarie pd: “Leggo da un libro di Walter Tocci cose di questo tenore "La sconfitta elettorale del 2008 fu causata dall'approvazione di un Piano regolatore che ha allungato la città con nuovi quartieroni intorno al GRA".
Allora gli ricordo che alcuni "quartieroni" lungo o oltre il Gra, cui egli sembra riferirsi, non c'entrano un bel nulla con il Piano regolatore del 2008. In primo luogo perché quest'ultimo è un programma generale e non attuativo (distinzione elementare per chi voglia anche solo parlare di urbanistica) mentre i "quartieroni" derivano da scelte attuative.
aurelio regina la moglie carla e roberto morassut
Detto questo. Le scelte attuative dei "quartieroni" a cosa fanno riferimento? Direi a tre casi: Bufalotta-Porte di Roma, Ponte di Nona e Giardini di Roma. Ebbene questi tre grandi quartieri furono approvati in via definitiva e predisposti per il rilascio delle concessioni edilizie rispettivamente nel 2000, nel 1992 e nel 1991. Anni, se non decenni prima dell'approvazione definitiva del Nuovo Piano regolatore.
E furono approvati senza alcuna programmazione di trasporto pubblico. Walter Tocci - vice Sindaco dal 1993 al 2001 - oggi se la prende coi "quartieroni" e le scelte sbagliate del Prg. Allora sono costretto a rispondere per le rime, dicendo quello che per civiltà non ho mai voluto ricordare, pensando di avere a che fare con persone intellettualmente oneste e responsabili. I “quartieroni" senza trasporto pubblico chi li ha resi possibili? Chi doveva preoccuparsi tra il 1993 ed il 2001 di accompagnare quelle edificazioni ad una programmazione di trasporto pubblico?
Caro Tocci in quegli anni tu eri Vicesindaco di Roma. Ma non basta. In quei quartieri, quel tanto di viabilità e di trasporto pubblico oggi esistente - è certo insufficiente - si deve alle decisioni e alle iniziative assunte dalle giunte tra il 2001 ed il 2008, anni in cui i "quartieroni" già approvati e "concessionati" cominciavano a crescere. Anni in cui non erano già più disponibili né le risorse giubilari né quelle della legge per Roma Capitale de finanziata dal 2001 e si cominciava quindi a fare economia”.
asor rosa walter tocci emanuele macaluso
Se io so leggere, i due esponenti dello stesso partito, ieri e oggi, si accusano reciprocamente dello sfascio urbanistico di Roma. Fantastico. Sentite come si infervora l’inviperito Morassut. “Di urbanistica (ma anche di altro) non si può e non si deve parlare per titoli o per slogan. E soprattutto non si può e non si deve, come spesso e male fa Tocci, discettare degli altri sfilando la propria storia da quella complessiva di una stagione di governo lunga di cui tutti abbiamo fatto parte e che ha una sua linea evolutiva.
Walter Tocci
Storia che io difendo anche se non mi sono mai nascosto limiti e debolezze su cui ho scritto in tre anni varie pubblicazioni. A viso aperto. Lo dico anche per chi (di questi tempi e con troppa superficiale leggerezza) cerca di accreditare la favoletta infantile che "gli anni di Rutelli" sono stati migliori di "quelli di Veltroni".
Favoletta infantile che non porterà consenso elettorale né stima personale a nessuno. La storia del centrosinistra al governo di Roma tra il 1993 ed il 2008 va riletta in modo unitario e storicamente determinato”.
E conclude:” Solo una rigorosa rilettura del passato può consentirci una vera innovazione per una nuova stagione di governo. Non abbiamo mai fatto questa seria rilettura ed è per questo che stentiamo a dire qualcosa di serio sul futuro e a far partire la campagna elettorale. Assenza di politica. Dal 2008 ad oggi. Una malattia dalla quale non siamo affatto guariti.
Veltroni Borgna e Rutelli
E che ha condizionato molto anche le ultime primarie nelle quali si è rivelato impossibile ottenere i confronti di merito da me richiesti ma in cui si è preferito mobilitare le vecchie conventicole e costruire il solito "patto di sindacato" tra queste per definire candidature e posti da occupare”.
Complimenti, se le cose stanno così, urge riabilitazione di Alemanno, a partire dagli appalti ereditati e bloccati dalla magistratura. Il quale Alemanno è schierato oggi con la candidatura guascona di Storace, ma a ben guardare la sua consorte, Isabella Rauti,è membro dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni. Roma, a chi tocca nun se ‘ngrugna.