Mario Basso per www.lultimaribattuta.it
RAI SPORT
La direzione delle Risorse Umane di viale Mazzini ha inviato una decina di lettere di contestazione e richiesta di chiarimenti ad altrettanti giornalisti e tecnici di Rai Sport. Il motivo? Devono rendere conto delle note spese dello scorso anno, quando erano impegnati negli Europei di Francia.
Non sarebbe la prima volta che i dipendenti Rai in allegra trasferta di lavoro si presentano con richieste di rimborsi spese alquanto “fantasiose”, talvolta spudoratamente gonfiate, sicché – in tempi di spending review – diventa necessario vederci chiaro. Poi quando si tratta di Rai Sport, dove il direttore Gabriele Romagnoli non gode di particolare benevolenza nemmeno dalla sua redazione, lo si fa con più gusto.
ANZALDI
Già in Rai c’è il brutto vizio di mandare orde di giornalisti e tecnici a seguire i più svariati eventi, laddove le altre televisioni ne inviano al massimo un paio. Poi se questi, non contenti, si permettono di fare la cresta sugli scontrini è ovvio che, prima o poi, arrivi il conto. E in un momento in cui viale Mazzini è alla ricerca disperata di “gesti simbolici” per dimostrare la voglia di risanamento dopo le inchieste su tangenti e corruzioni, è la volta buona per fare una bella figura davanti agli abbonati.
Gabriele Romagnoli
Ma la Rai, al solito, preferisce gli inutili gesti eclatanti agli interventi sostanziali. Altrimenti non si spiega come mai abbia vergognosamente snobbato il presidente dell’Anac Raffaele Cantone che aveva osato contestarle le assunzioni, il mancato job posting e il conflitto di interessi per la nomina del capo della Security. Nessuna risposta.
«L’arroganza dei vertici è arrivata al punto di ignorare anche l’Autorità Anticorruzione?» chiede retoricamente il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. E ancora: «Presidente, Cda e direttore generale dovrebbero non soltanto scusarsi subito con Anac e chiedere un incontro, ma chiarire anche nei confronti degli italiani che pagano il canone». E annuncia un’interrogazione parlamentare.
CANTONE RENZI
Insomma, pur di fronte alle prove evidenti del proprio cattivo operato la Rai continua a fare spallucce e, con buona pace dei princìpi di trasparenza e correttezza, preferisce «agire in questa maniera così opaca, arrogante e addirittura sprezzante nei confronti di un’autorità di garanzia e rispettata da tutti come l’Anac».