ANDREA AGNELLI
Jacopo Ricca per la Repubblica
Poche stringate parole del procuratore della Figc, Giuseppe Pecoraro, porteranno la Juve in commissione Antimafia a spiegare le relazioni pericolose con gli ultras e i boss della 'ndrangheta.
«Dagli atti dell' inchiesta della procura di Torino uno dei rappresentanti della cosca Pesce Bellocco ha avuto rapporti con la Juve per la gestione del bagarinaggio di biglietti e abbonamenti - dice davanti ai parlamentari l' ex prefetto prima che la registrazione sia interrotta e la discussione secretata - I contatti li hanno avuti con alcuni dirigenti, Calvo, Merulla, D' Angelo e Andrea Agnelli».
Il presidente della Juve, appena trapelano le rivelazioni dalla commissione, si affida a Twitter: «Nel rispetto di organi inquirenti e giudicanti ricordo che non ho mai incontrato boss mafiosi. Ciò che leggo è falso».
andrea agnelli lapo john elkann
Il referente della 'ndrangheta di cui si parla è Rocco Dominello, figlio incensurato di Saverio, e finito insieme al padre in carcere a luglio durante un' operazione antimafia della Mobile che ha sgominato una delle cosche piemontesi. Dalle carte dell' inchiesta è emerso l' interesse dei boss verso il business del bagarinaggio allo Stadium ed è per questo che Pecoraro ha acquisito gli atti e ora ipotizza che la società abbia favorito economicamente il tifo organizzato, fatto vietato dal codice di giustizia sportiva.
Nelle migliaia di pagine di intercettazioni il boss tratta con i dirigenti bianconeri di biglietti e abbonamenti e discute le strategie per garantire la pace in curva. Una circostanza, quest' ultima, ammessa anche da Agnelli nel memoriale inviato ai pm torinesi: «Nel caso di richieste di biglietti la vendita è stata fatta esclusivamente avendo in mente l' obiettivo di disinnescare potenziali tensioni con gli ultras e garantire l' ordine pubblico».
CURVA JUVE
Dominello, in un interrogatorio di agosto, parla di un incontro privato con Agnelli nella sede bianconera, circostanza che però non ha trovato riscontri e che il presidente smentisce il 4 agosto, durante una telefonata intercettata con il suo stretto collaboratore e amico, Alessandro D' Angelo, in cui per quattro volte ripete: «È impossibile che abbia incontrato a tu per tu Dominello».
I due potrebbero però essersi incontrati durante degli eventi organizzati dagli ultras. «Contatti, non violazioni di norme per ora» precisa Pecoraro che in serata con una nota smentisce che lui abbia già tirato delle conclusioni, ma è il coordinatore del nono comitato dell' Antimafia, Marco Di Lello, a confermarlo: «Risulta dagli atti e proprio per questo chiederemo spiegazioni», dice il parlamentare democratico.
andrea agnelli marotta
All' Antimafia a spiegare la posizione della società saranno prima i legali, invitati a Roma per mercoledì prossimo, e poi forse Agnelli. Il presidente infatti sarebbe disposto a farsi ascoltare se dovesse arrivare la convocazione ufficiale. Intanto la Juve ha mandato alla procura federale le memorie difensive e entro dieci giorni Pecoraro deciderà se chiedere il deferimento dei quattro dirigenti e della società, ma in questo momento sul piano della giustizia sportiva l' ipotesi più probabile resta il patteggiamento di una multa da alcune decine di migliaia di euro.
2. JUVE COME IL PD E IL SILENZIO DI JOHN ELKANN
Tony Damascelli per il Giornale
ANDREA AGNELLI
C' è qualcosa che unisce il Pd e la Juventus? Entrambi stanno giocando una partita imprevista contro lo stesso avversario: la magistratura. Matteo Renzi e Andrea Agnelli sembrano a fine corsa, spediti apposta sul binario morto, dietro il fumo della persecuzione ci sono fatti e misfatti, documenti, intercettazioni, faldoni, denunce, smentite.
Attorno all' ex presidente del Consiglio si muovono parenti e serpenti, molti inquilini dello stesso caseggiato, affiancati dal magistrato di tendenza che ha esibito le sue carte, secondo repertorio. Attorno ad Andrea Agnelli il fumo nero della 'ndrangheta, la criminalità organizzata che detta le sue leggi al calcio, dovunque, e da questo riceve complicità e patteggiamenti.
Ma, stranamente, il caso è esploso soltanto a Torino, da mesi si sentiva il rombo del tuono, ieri le parole del procuratore federale, poi smentite dallo stesso, sono state lo tsunami, una commedia grottesca allestita 24 ore dopo la dichiarazione di voto favorevole della Juventus per la rielezione di Carlo Tavecchio alla presidenza federale. La mano destra ha raccolto, la mano sinistra ha colpito. Sembra il remake dell' estate violenta del duemila e sei.
john elkann andrea agnelli
Anche allora la giustizia ordinaria e quella sportiva tagliarono la testa ai vertici bianconeri, John Elkann fu l' uomo della svolta, inserendo un gruppo di dirigenti improvvisati, destinati a devastare i bilanci. John Elkann torna a essere il giudice della sentenza. Non è ancora intervenuto a commentare la vicenda, il suo silenzio è sgradevole ma significativo.
Il destino di suo cugino è segnato da tempo, la vicenda giudiziaria e le voci maligne di presunti contatti con il mondo della tifoseria criminale, accelerano i tempi di un divorzio che si era manifestato con le scelte private famigliari dello stesso Andrea, non del tutto gradite dal presidente di FCA. Andrea Agnelli ha portato a casa e a cassa risultati e denari che hanno consolidato e rafforzato l' asset del gruppo ma il ciclo sportivo è a conclusione, probabilmente con la leggendaria vittoria del sesto titolo consecutivo, a meno di clamorose rivoluzioni e penalizzazioni.
ANDREA AGNELLI DENIZ AKALIN
Tutto ciò non cambia il disegno di Elkann, il quale potrebbe avere due soluzioni: o vendere la Juventus, eventualità che non va mai esclusa, o modificare, cosa ormai data per certa, l' attuale gerenza. Anche in questo caso due sono le scelte: affidare la presidenza a uno dei famigliari, Alessandro Nasi o Lapo Elkann, oppure ricorrere a una soluzione bonipertiana con l' incarico offerto a Del Piero o a Nedved, confermando gli altri membri dell' attuale consiglio di amministrazione.
DEL PIERO
Resta la zona grigia, il gioco delle parole e dei sospetti, incontri, contatti, il fumo dentro il quale si muove da tempo Andrea Agnelli, uomo solo al comando. E con la paura che a pagare possa essere ancora la Juventus. Come nel duemila e sei.
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