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— BBC News Marathi (@bbcnewsmarathi) August 17, 2022
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Gabriella Mazzeo per www.fanpage.it
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Pooja Gaud è tornata a casa dopo 9 anni. La ragazza è scomparsa il 22 gennaio del 2013, quando una coppia l'ha adescata davanti alla sua scuola elementare di Mumbai. Secondo quanto raccontato da Pooja, oggi 16enne, Harry D'Souza e sua moglie Soni si sono avvicinati a lei con la scusa di offrirle un gelato.
I due l'hanno caricata in auto sotto la minaccia delle armi, portandola prima a Goa e poi nel Karnataka. Da allora la vita di Pooja non è stata più la stessa.
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"Ho smesso di andare a scuola – ha raccontato alla stampa internazionale – però mi trattavano bene. Mi avevano rapita perché volevano un figlio e non riuscivano ad averne uno. Quando Soni è rimasta incinta, le cose per me sono peggiorate notevolmente. Hanno iniziato a picchiarmi e a farmi lavorare".
Dopo la nascita del primogenito, i due rapitori hanno costretto la bimba a trasferirsi con loro a Bombay. "Ero sempre chiusa in casa. A volte mi picchiavano con una cintura, mi prendevano a calci e a pugni.
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Una volta mi hanno colpito così forte che la mia schiena ha iniziato a sanguinare. Dovevo svolgere i lavori domestici e lavorare anche fuori casa. L'adolescente ha raccontato di aver tentato la fuga più volte in quegli anni. "Non sapevo dove andare – ha spiegato -. Non avevo un cellulare e non riuscivo a sottrarre il loro".
Una notte, però, Pooja è riuscita ad accendere lo smartphone di uno dei suoi rapitori.
"Stavano dormendo, perciò ne ho approfittato – ha raccontato -. Ho scritto il mio nome su Youtube e ho visto alcuni video riguardanti il mio rapimento. Nei filmati erano riportati dei numeri di telefono da contattare. Ho deciso di tentare di nuovo la fuga".
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Ad aiutarla, la collaboratrice domestica Pramila Devendra. La donna di 35 anni lavorava come tata nella stessa ed era al corrente degli abusi ai quali Pooja era sottoposta. La ragazza ha trovato il coraggio di raccontarle del rapimento e di chiederle aiuto.
"Lei ha subito accettato e ha contattato uno dei numeri di cellulare riportati nei video. Ha chiamato un vicino di casa di mia madre e le ha raccontato tutto. Lui ha organizzato una videochiamata con mia mamma e così abbiamo pensato a un piano per scappare".
L'adolescente è uscita per andare a lavorare sorvegliata dalla domestica, sua complice. Una volta lontane dall'abitazione, la donna l'ha aiutata a prendere il treno e a raggiungere Mumbai.
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"Non credevo di poter ritrovare mia figlia – ha raccontato la mamma tra le lacrime -. Avevo perso ogni speranza, ma gli dei sono stati gentili con me. Ora vogliamo recuperare il tempo perso. Non ero sicura che fosse lei, ma dentro di me sentivo di essere sulla strada giusta. Appena ci siamo riviste non ho avuto più dubbi".
La famiglia riunita ha poi sporto denuncia alla stazione della polizia. Gli agenti hanno quindi raggiunto casa dei due rapitori e li hanno tratti in arresto. Adesso Pooja vuole aiutare la sua famiglia andando a lavorare.
Suo padre è morto quattro mesi prima del suo ritorno a casa, così sua madre e i suoi fratelli si sono rimboccati le maniche per sopravvivere. I soldi però non bastano. "Questa vicenda ci ha imposto anche delle spese legali – ha spiegato la mamma dell'adolescente -. In questo momento non posso permettermi di saltare neppure un giorno di lavoro perché se lo faccio non avrò i soldi per il giorno successivo".
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Le difficoltà però non scalfiscono la felicità di questo momento. Pooja sta cercando di elaborare il trauma e passa tutto il tempo con sua madre che la accompagna anche quando esce.
"Voglio aiutare mia madre economicamente e voglio riprendere gli studi. Sono questi i desideri per il futuro, nulla di più".
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