Chiara Baldi per https://milano.corriere.it/
pierfrancesco majorino
Pierfrancesco Majorino sale sul palco del Teatro Elfo Puccini per ultimo per tirare le fila dei temi messi sul tavolo da coloro che sono intervenuti prima di lui a sostegno della sua corsa a Palazzo Lombardia. E dal palco, munito solo di qualche foglio con gli appunti, parla per circa 30 minuti, snocciolando i problemi di una regione - la Lombardia - che «va cambiata: e lo faremo partendo dalle persone».
E il guanto di sfida lo lancia non a Letizia Moratti ma al presidente lombardo Attilio Fontana, «un piccolo Bolsonaro, un negazionista» del clima: «A Fontana dico: scelga il luogo che preferisce, il Comune o perfino un circolo della Lega, arriverei anche a questo. Lo sfido a un confronto pubblico sulle idee. Non abbia paura e non si sottragga. Noi andiamo avanti a testa alta perché siamo quelli che vogliono portare il cambiamento. Noi siamo il futuro».
pierfrancesco majorino
Mentre su Moratti dice: «Ha una storia di Centrodestra e benché non abbiamo dubbi che le critiche di Moratti al sistema siano fondate, non pensiamo che cambiamento in Regione possa essere prodotto da chi stava lì fino un mese fa». Poi, ha accumunato i suoi due avversari che «rappresentano la destra divisa: oggi un elettore di destra può scegliere Fontana o Moratti. Noi invece siamo uniti», facendo riferimento alla sua coalizione (domani, domenica 4 dicembre, ci sarà un incontro con i Cinque Stelle per trovare la quadra sull’accordo).
Per marcare la differenza con Fontana, Majorino hanno fatto i nomi del suo Olimpo: dall’ex presidente del Parlamento Europeo David Sassoli all’ex candidato alla Regione (contro Roberto Formigoni) quel Riccardo Sarfatti padre di sua moglie, «che ci manca ogni giorno a casa» e che morì nel 2010 in un incidente d’auto. E ancora: don Virginio Colmegna «che quando ci parlava di case di comunità era perché le voleva per le persone» e invece oggi «Fontana inaugura targhe e Moratti l’ultima volta è andata a inaugurare un prato».
LA PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI LETIZIA MORATTI
«Voi, lo dico al governo regionale uscente - ha detto Majorino - potete fare tutti gli sforzi che volete ma siete sempre quelli di Matteo Salvini con Savoini piazzato nelle istituzioni, seminascosto nelle istituzioni lombarde che tenta di fare affari con Putin. Noi siamo quelli della lotta di David Sassoli e del governo Conte 2, per ottenere le risorse per le nostre comunità e per il loro sviluppo sostenibile?». Al centro del programma la sanità «che deve ripartire dalla territorialità perché qua in Lombardia sembra ci sia stata una privatizzazione coatta, senza che lo Stato ne fosse a conoscenza».
ATTILIO FONTANA
E anche l’autonomia, diversa da quella intesa da Fontana: «L'autonomia che abbiamo in mente vede la Regione al fianco dei Comuni e delle comunità più piccole. In questi giorni sto incontrando molti sindaci. Non è una questione di consento ma di senso. Vedo tanti amministratori locali ai quali dico che con la nostra idea di regione non dovranno più fare anticamera per incontrare un rappresentante della regione». Tradotto: «Lombardia Regione d'Europa - ha aggiunto Majorino - credo debba dire questo. Abbiamo bisogno di una Lombardia che si doti di una sua politica in Europa, di un lobbismo intelligente che faccia i nostri interessi e non ci faccia perdere le occasioni».
LA PRESENTAZIONE DELLA CANDIDATURA DI LETIZIA MORATTI
Dal palco è intervenuto anche il sindaco Beppe Sala. «Nell'elettorato lombardo e milanese, i cosiddetti moderati sono tanti - ha detto - cercherò di convincerli che Majorino è radicale nelle idee, ma sa essere moderato nelle modalità, nei tempi e nei modi in cui vanno portati avanti i programmi politici». Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala a margine dell'evento al teatro Elfo Puccini di Milano con il quale il candidato di centrosinistra alla presidenza della Regione Lombardia, Pierfrancesco Majorino, avvia ufficialmente la sua campagna elettorale.
letizia moratti attilio fontana
Il riferimento è a chi teme che la discesa in campo di Letizia Moratti rischi di sbilanciare i voti a sfavore del centrosinistra: «Certamente -spiega Sala- il punto è quello, quanto questo elettorato, che possiamo definire un po' di centro, moderato e anche un po' conservatore, si sbilancerà da una parte o dall'altra o quanto rimarrà sulla Moratti. Questo - conclude - è un lavoro che dobbiamo fare, non c'è dubbio». Per il sindaco «la partita è ancora contendibile».
BEPPE SALA PIERFRANCESCO MAJORINO
PIERFRANCESCO MAJORINO