Leonardo Di Paco per lastampa.it - Estratti
ZAIA MALAGO
Mentre il governatore del Veneto, Luca Zaia, continua a credere nella possibilità di realizzare la pista da bob a Cortina nonostante il veto del governo, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, sembra chiudere del tutto le porte alla difficile rincorsa bellunese. E dal palco della Cavallerizza, in occasione dell’avvio dell’anno accademico sportivo del Cus, lancia un assist a sostegno di un altro impianto, quello esistente di Cesana.
L’obiettivo è convincere il Comitato olimpico a rivedere la sua posizione di portare le gare di bob, slittino e skeleton per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 nella lussuosa St. Moritz. Missione quasi impossibile, visti i tempi. «È evidente che per il Cio la partita è chiusa, perché dopo quattro anni e tre mesi abbiamo fatto questa figura ed è normale che il Cio dica così» ha esordito Malagò, che però non ha escluso del tutto le possibilità di un ripescaggio dell’impianto torinese realizzato per i Giochi Invernali del 2006.
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PISTA BOB CORTINA
GRAN CIRCO CORTINA
Fabio Bogo per il Foglio – Estratti
Forse il governatore Luca Zaia si sta pentendo della scelta fatta tempo fa, quando per l’immagine turistica della regione che governa fu scelto uno spot che si intitolava “Veneto, land of Venice”, con il campanile di San Marco e, alle spalle, le splendide Dolomiti. Che sono tra le montagne più belle del mondo, ma che adesso, con la loro immagine legata alle prossime Olimpiadi dove Cortina è tra i protagonisti, giù in Laguna stanno diventando più un problema che una vetrina da esibire.
Troppi ritardi, troppe incompiute, troppe rinunce. Ferita dolorosa quella del bob, che finirà a Sankt Moritz, in Svizzera. E così la Perla delle Dolomiti e i lavori milionari previsti per le opere necessarie all’appuntamento del 2026, che Cortina divide con Milano, la Valtellina, il Trentino e l’Alto Adige, sono diventati una buccia di banana su cui è scivolata la reputazione di una regione moderna ed efficiente come il Veneto.
luca zaia
Una frana che rende ancora tesissimi i rapporti tra Zaia e il Coni, tra il Veneto e il governo, che spacca anche la Lega e che ha attirato l’attenzione della Corte dei Conti, dove si è decisi a indagare sullo sperpero di risorse pubbliche. Insomma, un autentico capolavoro…
La maledizione del “Rosso Volante” Tutta colpa di una striscia di ghiaccio lunga 1.300 metri, con 13 curve, un dislivello di 120 metri, una pendenza massima del 14 per cento, intitolata nel 2004 al campione olimpico Eugenio Monti, che Gianni Brera soprannominò “il rosso volante”.
malagò
Atleta straordinario, ma uomo sfortunato nella vita extrasportiva: Monti morì suicida nel 2003. Per quella pista Luca Zaia ha avuto una sorta di folgorazione. Diceva il governatore il 13 dicembre 2022 in Consiglio regionale, raccontando e difendendo l’originaria scelta del bob a Cortina: “Ho chiesto quali potessero essere le eccellenze di Cortina da mettere come elemento centrale del dossier. Mi viene detto: ‘Abbiamo il bob più vecchio del mondo’. Mi dicono anche che è una discarica. Il nostro bob è del 1928, poi prende il nome dalla pista Eugenio Monti. E’ una discarica, quindi vuol dire che non è più utilizzabile. Dico: diventa elemento centrale del dossier e lo bonifichiamo a questo punto, lo facciamo nuovo. Spesa prevista: 55 milioni”.
PISTA BOB CESANA
Stavolta il decisionismo esibito non paga, perché non è andata come si sperava. Il progetto non decolla, il museo e le attività collaterali non destano interesse, l’impatto ambientale è elevato, il bob è praticato da pochissimi atleti, la collettività locale storce il muso per i lavori in arrivo. Ma soprattutto non si trova nessuno che quella pista la voglia costruire e mantenere, anche perché il costo stimato nel frattempo è salito dai 55 milioni sperati da Zaia a più di 125, quasi il triplo. Insostenibile. E così dopo allarmi e smentite si arriva al redde rationem . Il presidente del Coni Giovanni Malagò dall’India annuncia: “Le gare di bob non si faranno a Cortina”. E’ il 16 ottobre, e si rinuncia a quanto stabilito nel masterplan presentato con la candidatura olimpica nel 2019. Una brutta figura per l’Italia. Ed è il caos tra polemiche, lamentele, ricerche di nuove sedi e tentativi in extremis di salvare le vecchia scelta. E si affilano i coltelli.
malago
Un pugno di mosche in Veneto Ma soprattutto l’annuncio è uno sfregio per il Veneto. Dove si ragiona così. Ma come, le Olimpiadi 2026 sono Milano-Cortina, ma non è stato subito chiaro a tutti che l’elemento trascinatore dal punto di vista dell’immagine era la Perla delle Dolomiti, località di fama internazionale, già sede dei Giochi nel 1956 e fresca reduce dei Mondiali di sci alpino nel 2021? Che tra l’altro abbiamo chiuso con un innegabile successo mediatico e organizzativo nonostante si siano svolti in piena pandemia Covid?
Invece niente discese maschili (si fanno in Valtellina), niente skeleton (emigra all’estero o in Alto Adige o chissà dove), niente fondo (va in Val di Fiemme), niente hockey e pattinaggio (a Milano), niente Biathlon (ad Anterselva) . E adesso anche niente bob, andrà in Svizzera.
Sotto le Tofane e il Cristallo restano allora il curling nello stadio del ghiaccio, che è una disciplina divertente ma di assoluta nicchia. (...) Certo, ci sono le discese di sci alpino. Però solo quelle femminili, perché gli uomini corrono in Valtellina. Cioè a Cortina sulle piste si farà la metà di quello che si è fatto per i Mondiali del 2021. Con il caso surreale della cerimonia di chiusura a Verona. Che adesso suona come una beffa, pensano in regione, se si considera che alla fine si celebrano in Veneto le Olimpiadi fatte dagli altri. In realtà la beffa, sul fronte leghista è doppia: perché la cerimonia a Verona fu ideata come regalo alla città da parte del sindaco uscente Sboarina, che poi fu sconfitto da Damiano Tommasi, il quale ora si godrà la festa apparecchiata dagli altri
cortina 2026 giochi invernali
Il duello tra governatori Luca Zaia è un governatore apprezzatissimo dai suoi elettori e stimato in tutto il Veneto. La regione è un treno economico, ha un sistema sanitario che funziona, un regime fiscale più favorevole di altri. E’ normale quindi che Zaia mal sopporti la scure calata su Cortina, per la quale si era speso in prima persona. E a caldo dice: “Otto gare si fanno in una mattina”, non sono cioè un’Olimpiade. L’irritazione non viene celata. Ed è al veleno la risposta a Malagò, che propone come compensazione i Mondiali di sci giovanile nel 2028, presentati come un “coniglio nel cilindro”. “A me pare un criceto”, sibila il governatore. Che in realtà avrebbe ben altri progetti. Tra cui far tornare qualche gara in Veneto dalla Lombardia, che pure è una regione governata dalla Lega. Tra fratelli ci si aiuta, o no? Beh, non proprio.
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E così quando Zaia fa trapelare che si potrebbe ridiscutere la dislocazione delle gare di sci, riportando in Veneto qualcosa che ora è a Bormio o a Livigno, si trova tutte le porte sbattute in faccia. Il collega Attilio Fontana da Palazzo Lombardia non è neppure un po’ diplomatico, anzi affonda il coltello nella piaga. “Dispiace per l’impossibilità di realizzare la pista di bob a Cortina (sui social si direbbe “Spiaze”, ndr.). E’ necessario proseguire i lavori realizzando le opere individuate sulla base del dossier di candidatura. Non ci sono spazi e motivazioni per cambiare la sede già definita delle gare, sottraendole alla Lombardia”. Hai voluto la bicicletta, in sostanza, ora pedala. Anzi, scendi. E c’è stata anche l’ultima provocazione, per il Veneto.
Che le gare di bob si potessero fare in Piemonte, rivitalizzando la pista di Cesana abbandonata dopo i Giochi del 2006. Sarebbero bastati 35 milioni, per il governatore forzista Alberto Cirio, che aveva aggiunto: “Non siamo abituati a fare polemiche ma piuttosto a lavorare e usare il buon senso. Abbiamo infrastrutture che possono essere messe a disposizione con costi molto inferiori, risparmiando denaro pubblico e risparmiando l’ambiente.”
olimpiadi invernali milano cortina 2026
Un fuoco incrociato con un’ultima frecciata, ancora dalla Lombardia a proposito della proposta di cedere gare come compensazione: “Le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 rappresentano un’occasione eccezionale per la crescita dei territori interessati. Le opere che saranno realizzate consistono anche in interventi edilizi che possano lasciare in eredità alloggi per studenti”. In sintesi: noi abbiamo pensato alla nostra crescita e al futuro per tutti, voi avete fatto lo stesso? Nella disputa ci vorrebbe un arbitro, magari il ministro delle Infrastrutture, che guarda caso è un leghista come Fontana o Zaia. Ma qualcuno dubita che Salvini sarebbe imparziale, e allora in Veneto si preferisce che non intervenga proprio.
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Il bob e la Corte dei conti Alla fine emerge sempre un problema di soldi e tempi, quindi di efficienza. Su quel fronte si è mossa la Corte dei conti, che ha aperto un fascicolo dopo l’annuncio del Coni che la pista del bob non si sarebbe più fatta. L’ipotesi su cui sta lavorando la procura del Veneto è che ci sia voluto troppo tempo per abbandonare un progetto che da subito era sembrato di difficile realizzazione, e se gli anni persi abbiano comportato spese inutili di denaro pubblico in studi, verifiche, consulenze, bandi.
Sarà solo fumo o ci saranno conseguenze? Lo diranno i tempi, solitamente biblici, delle istruttorie. Ma che la Corte dei conti del Veneto sia attenta a quello che accade sul territorio che deve controllare è un dato di fatto accertato. Già la scorsa estate i magistrati segnalavano gravi ritardi nei lavori previsti per le Olimpiadi, e assistevano a una corsa contro il tempo dall’esito incerto da parte di Simico, la Società infrastrutture Milano Cortina, responsabile dei cantieri. E con tante incongruenze logiche.
luca zaia attilio fontana
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Stavolta il Veneto è indietro. La cosa brucia.
Luca Zaia con le Olimpiadi si è messo in una trappola? Responsabilità dirette sulla realizzazione delle opere non ce ne sono, ma avendo sponsorizzato fortemente il bob e Cortina, una gran figura a livello nazionale non la fa. Una macchia che non aiuta, proprio nel momento in cui, impossibilitato a correre per un terzo mandato da governatore (la legge non lo prevede) pensa magari a incarichi futuri. Meglio col curriculum immacolato.
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L’opposizione però non fa sconti. “Il governatore ha completamente sottovalutato la situazione – dice Matteo Favero, responsabile ambiente del Pd veneto – pensando di poter fare tutto con facilità. Invece quello delle Olimpiadi e delle opere collegate era un dossier da seguire con attenzione e costantemente. E facendo anche pressing per alcune opere che potevano essere finanziate attingendo ai fondi del Pnrr. Penso all’ambiente e a una linea ferroviaria da Calalzo a Cortina, che esisteva in passato, e al collegamento sempre ferroviario con la Val Pusteria. Si portava turismo in modo sostenibile”.
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Con le Olimpiadi alle porte, il grande circo di Cortina sta mostrando tutti i suoi spettacoli, dalla natura unica alle classiche beghe montanare, quelle che ancora fanno sì che la piscina comunale sia chiusa da 11 anni. E chi non era preparato resta intrappolato nella gabbia ampezzana, un muro di gomma in cui ha sbattuto anche Zaia. Alcune cose si faranno, altre mai più. Sicuri che sia un male? Andrea Baccuini, uno che le Olimpiadi le conosce (ha organizzato la cerimonia inaugurale di Rio) e la montagna la vuole trasformare, vede lo stallo come una cosa positiva, un’opportunità.
“Se viene meno e si incrina tutto quello che è legato ai vecchi schemi è un bene – dice – perché il futuro del turismo è legato alla fantasia e all’iniziativa dei privati.Come in Francia, dove a Courchevel con un unico skipass puoi sciare, andare in bici e fare parapendio”. Una visione troppo commerciale della montagna? Può darsi, ma a volte servono scosse. Per ora da Cortina sono arrivati solo cali di corrente.
giovanni malago foto di bacco (3) luca zaia e francesco lollobrigida a cavallo pista bob cesana pista da bob cortina cesana pista da bob a cesana 2 malagò bach