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    “QUELLO CHE SUCCEDE NEL CALCIO IN ALTRE AZIENDE NON POTREBBE ACCADERE. CERTI NUMERI SONO INSOSTENIBILI”. MALAGO’ ATTACCA LE FOLLIE DEL SISTEMA CALCIO. MA I CALCIATORI NON CI PENSANO NEANCHE A SFORBICIARSI GLI STIPENDI – DAL PRESIDENTE DELL’ASSOCALCIATORI UMBERTO CALCAGNO NO AL SALARY CAP. ANCHE GRAVINA (FIGC) CONTRARIO. MA SE DALL'UEFA VENISSE LA PROPOSTA DI UN SALARY CAP EUROPEO COME SI METTEREBBERO?


     
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    Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT45 Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT45

    “Il salary cap? Incidere sui rapporti di lavoro già in essere è utopia e un’aberrazione giuridica”. Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori, alla tavola rotonda di Formiche.net e 'Standard Football' dedicata all’industria del calcio nel post Covid, stronca la proposta di un tetto salariale per i calciatori. Gli fa eco anche il presidente della Figc Gravina: “Va ridotto il costo del lavoro, ma non imponendo il salary cap, che ridurrebbe “la competitività” dei nostri club nelle coppe europee”. Ma se dall'Uefa venisse la proposta di un salary cap europeo quale sarebbe la posizione di Gravina?

     

    La parola d’ordine è “sostenibilità”. Vaste programme per un sistema che nei due anni pandemici ha perso tra i 6 e gli 8 miliardi di euro.

    umberto calcagno umberto calcagno

     

    Il numero uno della Federcalcio, che lamenta di avere “armi spuntate contro l’ingegneria fantasiosa delle plusvalenze” (in gergo: “lo scambio di figurine”), stronca la Superlega che non risolve i problemi economici. “Chi pensa che possa essere interpretata per ottenere maggiori ricavi commette un errore imperdonabile”. Il sistema calcio è un’economia di rete, poggia su criteri di mutualità.

     

    Evelina Christillin, membro femminile europeo del Consiglio della Fifa, rileva che le 12 squadre della Superlega l’anno scorso hanno accumulato debiti per 730 milioni di euro e nove di queste sono tuttora in un passivo acclarato. “Io mi astengo da qualunque tipo di valutazioni sulla bontà o meno della Superlega, ma è evidente che sono le singole federazioni a far sopravvivere il mondo dello sport a tutti i livelli mentre queste squadre concentrano sempre più le loro spese su calciomercato e commissioni ai procuratori”.

     

    Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT41 Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT41

    “Quello che si vede nel calcio in altre aziende non potrebbe accadere. Certi numeri sono insostenibili”. Il numero 1 del Coni Giovanni Malagò sottolinea splendori e miserie del pallone italiano: “Il calcio è stato un fenomeno nel rimettere in moto la macchina ma restano i problemi strutturali. La situazione stadi in Italia per esempio è drammatica…”. Il presidente dell’Istituto del Credito Sportivo Andrea Abodi sottolinea come abbia visto "molti progetti di nuovi impianti con rendering e plastici" (si riferirà a Pallotta? Ah saperlo…) e "pochi basati sull’analisi della sostenibilità finanziaria". Per ristrutturare e costruire nuovi impianti Malagò auspica l’organizzazione di un grande evento sportiva. Gravina coglie la palla al balzo e rilancia sugli europei del 2028: “Per un’eventuale candidatura dobbiamo prepararci”…

     

     

     

    gianni agnelli evelina christillin gianni agnelli evelina christillin Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT43 Giovanni Malagò e Gabriele Gravina Foto Mezzelani GMT43

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