Donatella Aragozzini per “Libero quotidiano”
haber maledetti amici miei
Uno show basato sull' improvvisazione, con quattro attori che tengono la scena senza un copione scritto, con aneddoti e storie legate al loro mondo e alla loro amicizia ultra trentennale. È Maledetti Amici Miei, il programma al via domani in prima serata su Rai Due, sei puntate durante le quali Giovanni Veronesi, Alessandro Haber, Sergio Rubini e Rocco Papaleo, affiancati da Margherita Buy e Max Tortora, si racconteranno senza filtri.
maledetti amici miei
Haber, per lei è l' esordio televisivo.
«Sì, mai nella vita avrei pensato di stare in quella scatola in quella maniera. Non sono molto avvezzo alla televisione, ho fatto qualche partecipazione a fiction, ma è un mondo che mi appartiene poco. A teatro e al cinema sono sempre protetto dal personaggio, qui invece proviamo ad essere noi stessi, è come se il pubblico ci guardasse dal buco della serratura».
Vi rifate un po', nel tono scanzonato, a Quelli della notte?
«Quella è stata una trasmissione rivoluzionaria, unica e irripetibile. Però anche questa è un po' fuori dai canoni».
Qual è realmente il legame tra di voi?
«Siamo quattro amici che si vogliono bene. Siamo molto diversi, perché Veronesi è la mente, il direttore d' orchestra, Rubini è l' intellettuale e Papaleo è il proletario con sense of humour. Ma insieme stiamo bene, siamo intonati, in scena e anche nella vita. Magari ci incazziamo, ma sempre in maniera costruttiva, facciamo l' uno il tifo per l' altro».
alessandro haber foto di bacco
In scena sembrano tutti e tre coalizzarsi scherzosamente contro di lei. È così anche nel privato?
«Sì, mi hanno messo in mezzo, ma io sono un po' masochista e, se a loro fa piacere, mi sta bene, che mi usino pure. Sono sempre stato la loro vittima sacrificale, perché sanno che mi incazzo facilmente e si divertono a farmi incazzare».
Potrebbe succedere anche nel programma?
«Assolutamente sì. Però la mia è un' incazzatura che si smonta subito, non riesco a portare rancore, dopo un attimo passa tutto».
papaleo haber
Una delle sue passioni è la musica, coglierà l' occasione per esibirsi come cantante?
«La canzone mi affascina e farò lo chansonnier, in ogni puntata canterò pezzi famosi rifatti a modo mio, come La valigia dell' attore, che tra l' altro è un brano che De Gregori ha scritto ispirandosi a me, o Margherita di Cocciante».
alessandro haber
Il titolo dello show richiama il film di Monicelli, dove tra l' altro lei recitava.
«Sì, nell' Atto secondo. Lì con Monicelli abbiamo cominciato ad annusarci, con lui ho fatto in totale cinque film. Ne avrei dovuti fare anche altri due, ma non ho potuto perché ero impegnato a teatro. Uno era Rossini! Rossini!, nella parte che poi ha fatto Gaber. Se avessi fatto anche quelli sarei stato il suo attore più prolifico».
Cosa preferisce, tra cinema e teatro?
«Il teatro mi gratifica di più perché sono padrone di quello che faccio e sempre protagonista. Dipende però sempre dalla scrittura, mi piacciono i ruoli che abbiano una psiche, una storia, un passato, un presente e un futuro. Che siano drammatici o leggeri non importa, io sono malato di questo lavoro e amo anche i personaggi ostici, antipatici o lontani da me, basta che siano complessi».
Tra i tanti premi ricevuti nella sua carriera, ce n' è uno al quale è più legato?
«Il primo in assoluto, il premio IDI nel 1980, è stata una grandissima emozione. Ma quelli che mi hanno dato maggiore soddisfazione sono stati il primo Nastro d' Argento, per Willy Signori e vengo da lontano, di cui tra l' altro era sceneggiatore Veronesi, e il David vinto con Per amore, solo per amore, dove Giovanni invece era regista».
haber alessandro haber Andrea Occhipinti e Alessandro Haber maledetti amici miei maledetti amici miei ROCCO PAPALEO CON ALESSANDRO HABER FOTO ANDREA ARRIGA Alessandro Haber e Simona Izzo Alessandro Haber alessandro haber livia azzariti GIUSY FERRERI E ALESSANDRO HABER nozze haber max tortora