Solo per chiarezza: noi non abbiamo fatto circolare alcuna foto di Calenda e Bannon. Poi, che Calenda abbia «stracciato» Bannon è non solo molto opinabile, ma è del tutto ininfluente. Quello che è passato è il frame, è che un nazista sia uno con cui dibattere tranquillamente.
— Wu Ming Foundation (@Wu_Ming_Foundt) 22 maggio 2019
A un livello ancora più significativo, per noi quell'incontro mostra quale dialettica esista tra l'opzione «sovranista» e l'opzione «liberal». Polemizzando in modo spettacolare (proprio nel senso inteso da Guy Debord), si alimentano, confermano e giustificano a vicenda.
— Wu Ming Foundation (@Wu_Ming_Foundt) 22 maggio 2019
Per noi quella dialettica va spezzata, e va spezzata dal basso, e va spezzata dal basso rifiutando entrambe quelle opzioni.
— Wu Ming Foundation (@Wu_Ming_Foundt) 22 maggio 2019
Nicolò Zuliani per www.termometropolitico.it
Carlo Calenda ha litigato su Twitter coi Wu Ming. Provate a pronunciare questa frase ad alta voce, poi provate a dire “oggi il ministro della difesa Andreotti ha litigato su Twitter con Pier Paolo Pasolini”. La prima suona ridicola, la seconda stona non solo per motivi storici, ma soprattutto estetici.
CARLO CALENDA VS WU MING
Mi sono reso conto che se dovessi dire senza pensare quali sono gli unici politici che ancora fanno dichiarazioni da politici, cioè da rappresentanti del paese o aspiranti tali, direi Berlusconi. E non l’ho mai votato in vita mia. Oggi quando guardo i rappresentanti di governo vedo gente in maniche di camicia che pronuncia sceriffate da paesino. Litigano sui social con dialettica e slogan da liceo.
È uno spettacolo miserabile, ma forse sono io.
Dopotutto Salvini ha un enorme successo tra il popolo e gira in felpa, parlando come un avventore del bar sport di Badoere. Di Maio, che invece a essere un politico ci prova, quando parla sembra la Venezia di Las Vegas. È tutto finto, dall’abolizione della povertà alla stoffa dei suoi completi. Gli intellettuali fanno lo stesso effetto. Sono slavati, sciapi, privi di autorità o credibilità. Guardate Calvino che parla. Oppure Pasolini. Ungaretti. Umberto Eco (mentre dice che Internet fa male ai poveri e fa bene ai ricchi). Si vede che riflettono, danno un peso alle loro parole. Percepisci l’importanza di quello che dicono anche attraverso il mezzo.
Parlare a caso svilisce.
BANNON CALENDA ANNUNZIATA
Forse la fiducia degli italiani verso i suoi rappresentanti è scarsa anche per questo. Si può prendere sul serio uno che parla a vanvera sui social network come un adolescente? Gli dà prestigio, affidabilità, rispettabilità? Mi piacerebbe che il mio rappresentante facesse dichiarazioni con gli organi preposti, cioè la stampa e i media. Non vederlo twittare “fascio” a tizi anonimi. Le parole sono come le foglie, più ce ne sono e più è difficile trovarci il frutto nascosto.
Inoltre, giusto per essere prosaico: cosa significa “e lasciami divertire che oggi ho avuto una giornata infernale”? Cioè, l’ex ministro dello sviluppo economico per rilassarsi e divertirsi flamma con la gente su Twitter? Erano più dignitose le olgettine.
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