Michela Allegri per il Messaggero
truffa specchietto
Li pedinavano, capivano se erano soli, indifesi, timorosi. Poi, scattava la truffa. Quella classica, con uno specchietto dell'auto in frantumi, o simulando altri incidenti. Spesso c'erano raggiri più elaborati: una finta vittima che diceva di essere incinta e di avere perso un figlio, un'altra fingeva di essere la moglie di uno sceicco e di avere perso un anello di diamanti durante l'impatto. In caso di mancato pagamento, scattavano le minacce: «Mandiamo sicari pronti ad ammazzare».
E soprattutto: «Siamo parenti dei Casamonica e degli Spada». L'anziano di turno, terrorizzato, correva in banca e pagava.
Ma l'incubo era appena iniziato: quando la vittima era particolarmente vulnerabile, le vessazioni andavano avanti per anni.
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Ora, però, la banda di truffatori spietati è stata presa dai carabinieri: ai domiciliari ci sono Anna, Leonardo, Giulio e Salvatore Bevilacqua, che sono indagati insieme ad altri tre componenti della famiglia. Sono accusati di truffa, appunto, ed estorsione. Dopo avere inscenato sinistri stradali, «proponevano un'immediata risoluzione della controversia dietro pagamento di una somma di denaro, facendo leva sulla debolezza delle persone offese», si legge nell'ordinanza. Agli atti dell'inchiesta ci sono le denunce delle vittime e anche le intercettazioni.
Una delle indagate, riferendosi ai Belilacqua, dice che la truffa dello specchietto è una «specialità» di famiglia. E ancora: «800 euro sta andando a casa a prenderli, mi voleva dare 50 euro il vecchio, non aveva niente nel portafogli», dice un componente della banda commentando un colpo appena messo a segno. Un anziano al quale sono stati chiesti 270 euro commenta demoralizzato: «Prendo 600 euro di pensione».
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LA VITTIMA Un anziano è stato tormentato dal 2015 al 2018, quando ha chiesto aiuto. Gli indagati gli avevano fatto credere di avere provocato un incidente che aveva fatto perdere il figlio a una donna incinta, facendosi consegnare 5.000 euro per presunte cure mediche. Quando gli è stato detto che lei faceva parte del clan Casamonica, l'anziano era corso in banca e aveva cercato di ottenere un mutuo.
specchietto rotto
Nel dicembre 2017 la vittima aveva trovato sulla macchina un foglio nel quale si intimava il pagamento di altri 10mila euro: «Non mi faccia ripassare se no passo direttamente dai suoi figli». Poi, un altro finto incidente: una donna che si era presentata come la moglie di uno sceicco lo aveva accusato di averla urtata con la macchina.
Sosteneva di essersi fatta male a una mano e che l'urto le aveva fatto perdere un anello, del valore di 15mila euro, e un Rolex da 9.500 euro. Aveva poi detto all'anziano che se non avesse risarcito sarebbe stato in pericolo: il marito avrebbe mandato «dei sicari pronti ad ammazzare chiunque». Per i danni chiedeva 27mila euro: 3.500 consegnati subito e gli altri 23.500 in tre bonifici. Poco tempo dopo, l'8 gennaio 2018, un nuovo finto sinistro: gli indagati avevano finto che per colpa dell'incidente la loro macchina aveva preso fuoco. Il danno ammontava a 24mila euro.
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