MASSIMILIANO MASCIA
Cristiana Lauro per Dagospia
Niko Romito negli ultimi anni ha scalato a mani nude le classifiche mondiali dell’alta ristorazione e non dà segni di cedimento, non è mai stato tanto in forma come in questo periodo.
Reale a Castel di Sangro di Cristiana e Niko Romito ha tre stelle Michelin, si è da poco piazzato 36 esimo nella classifica dei migliori e più influenti ristoranti del mondo (World’s San Pellegrino 50 Best Restaurants che ha sfoggiato al primo posto, per la seconda volta, l’Osteria Francescana di Massimo Bottura) ed è sede di una delle scuole di formazione più importanti d’Italia. Già, perché se riguardo alla formazione dobbiamo far conto sulle basi degli istituti alberghieri italiani, c’è poco da star sereni. L’Italia è questo: altissima cucina, tradizione regionale - protetta anche da molti giovani - grandi vini ed eccellente servizio di sala.
NIKO ROMITO
La cucina di Niko Romito è ricerca assoluta che parte dall’onorare la materia prima al fine del gusto e del piacere, del benessere e della leggerezza. La sala è gestita benissimo e la carta dei vini di Giovanni Sinesi, ancorché snella, è curata con riguardo e sapienza. Imperdibile la prima colazione il giorno seguente, dopo aver trascorso un riposo piacevole in una delle poche, romantiche camere disponibili.
CASA VISSANI
Una bella cena appartiene alle orge dei sensi, ma a patto che la digestione sia agevole e si rientri a casa soddisfatti e sereni, per fare una bella ronfata in solitario oppure un dopocena coi botti a colori.
A Romito è da poco affidata anche la cucina dell’Hotel Bulgari di Milano (ne aveva decisamente bisogno) dove non sono ancora riuscita a sedere per un problema di prenotazioni di tavolo incondizionato dalla mia volontà. Ma ho buone aspettative anche per il prossimo cambio di direzione dell’hotel che sarà affidata a Vincenzo Falcone, uno dei più stimati direttori d’albergo in circolazione.
bottura renzi
Vissani per come si propone, sia dal vivo che sul grande schermo, ronza fra la molestia di una bertuccia e la creanza di un cinghiale. Una specie di toro a Pamplona, ma è molto simpatico, ed è uno dei più grandi cuochi italiani di tutti i tempi. Trovo che due stelle Michelin siano un giudizio ingrato per Casa Vissani a Baschi, in Umbria. Si tratta di un posto di grande eleganza e cura nei dettagli, molto distante dal minimalismo essenziale e garbato di Casadonna Reale, ma non per questo sgraziato. Due stili differenti e, proprio per questo, per gli appassionati di grandi tavole vale la pena di provarli entrambi.
Casa Vissani è lussuoso sotto ogni punto di vista, le poche camere da letto valgono il pernottamento non soltanto per evitare il rischio di alcoltest sulla strada del ritorno visto che da Vissani si beve bene anche qualche superalcolico accompagnato da un buon sigaro cubano.
cristiana lauro
Quello che mi piace di Gianfranco Vissani è l’indubitabile talento di immaginare un piatto, un insieme di ingredienti in un batter d’occhio, quasi impulsivo più che ragionato. Una creatività indiscussa. Ma può prepararvi anche un coscio d’agnello al forno mai mangiato così buono, o dei ravioli di pasta fresca da sbattere la testa contro al muro per quanto buoni. Sfoglia sottile come un velo, goduriosi e semplicissimi nel rispetto della tradizione regionale italiana. Cucina creativa, grande tecnica, materie prime eccezionali e rispetto per la tradizione regionale di cui Gianfranco Vissani è sempre stato fra i più accesi sostenitori.
L’altro gigante sul podio fra i big della ristorazione che ho riprovato ad agosto è Massimiliano Mascia del San Domenico di Imola, due stelle Michelin da più di trent’anni, quindi un risultato storico solido e certo. Mascia ad agosto, approfittando della chiusura per ferie del San Domenico, si è trasferito con una parte della sua brigata al Forte Village a Santa Margherita di Pula (Ca), dove ogni anno si esibiscono - anzi lavorano - vari chef stellati, da Carlo Cracco a Gordon Ramsey e Alessandro Negrini del Luogo di Aimo e Nadia.
NIKO ROMITO REALE 2
L’uovo in raviolo di Mascia resta imbattibile come la classica lasagna verde emiliana - fra le migliori dell’ Occidente Cristiano - e poi quei tortellini fritti birichini che mangeresti a badilate col sorriso sulle labbra come fossero pop corn. Non potete capire senza provarla che gioia sia per il cuore la cucina di Max Mascia del San Domenico di Imola.
I grandi cuochi - stellati o meno che siano - non dimenticano la tradizione regionale italiana, diffidate da chi ne prende le distanze.
CASA VISSANI 4
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