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Era una dipendente modello. Era, appunto. Perché per anni, secondo quanto le viene contestato dall'azienda, avrebbe fatto fuoriuscire dal magazzino un quantità ingente di elettrodomestici (si ipotizza siano almeno seimila) per regalarli a conoscenti o privati o addirittura per rivenderli sotto costo.
Assicurandosi dunque un extra stipendio non indifferente. Ma quando è stata scoperta sono scattati il licenziamento, che la diretta interessata ha impugnato, e la denuncia che ha portato alla sua iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Treviso.
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Che sul caso ha aperto un'inchiesta per furto aggravato dal mezzo fraudolento e dal danno ingente. I protagonisti di questa vicenda sono una 50enne residente a Ponzano, ovvero la presunta dipendente infedele, e la De' Longhi, l'azienda per cui lavorava.
Ma la signora non è l'unica a essere finita nel mirino dell'azienda: gli accertamenti sono in corso anche su altre persone, almeno quattro, tutte licenziate.
LE VERSIONI
Dagli incroci dei dati effettuati dalla De Longhi, il periodo delle regalie sospette è andato avanti per circa tre anni, gli ultimi prima del licenziamento. La dipendente, ormai ex, ha impugnato la decisione dell'azienda di interrompere il rapporto di lavoro proprio perché a suo dire si trattava ,regalie.
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Il suo legale sottolinea infatti come la 50enne gli abbia riferito che tra i suoi vari compiti ci fosse anche quello di occuparsi dell’invio, tramite spedizione o consegna di persona, di omaggi da parte dell’azienda per operazioni di marketing. Destinatari potevano esere fornitori, espositori o anche privati. Ogni elettrodomestico però, contrassegnato con un numero di serie, non poteva uscire dal magazzino senza essere registrato.
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Ecco dunque che le regalie, diventate col tempo sempre più numerose. sono saltate all'occhio. E si è venuti a sapere che i prodotti della De’ Longhi finivano anche nelle mani di amici e conoscenti della donna, che comunque nega di averli venduti e dunque di aver mal avuto un ritorno economico.
La versione dell'azienda è diametralmente opposta, tanto da rendere effettivo il licenziamento proprio per queste fuoriuscite di materiali non autorizzate. La De' Longhi, infatti, ha anche denunciato la 50enne perché. a differenza di quello che sostiene la donna, non ha mai avuto il potere di disporre dei cosiddetti omaggi'.
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GLI ACCERTAMENTI
Oltre ad aver violato il codice etico relativo proprio ai doni, come sostiene l'azienda, la dipendente (era segretaria di un alto funzionario della De’ Longhi) avrebbe avuto eccome un ritorno economico.
Dagli accertamenti disposti dai vertici aziendali infatti diversi elettrodomestici sarebbero stati trovati in vendita in alcune piattaforme digitali. Certo, non è ancora stato stabilito se sia stata la donna a proporli agli acquirenti in rete (c’è d’altronde la possibilità che sia stato anche chi ha ricevuto la “regalia” a volersene disfare, ndr) ma di prodotti riconducibili a lei ce ne sarebbero parecchi.
Circostanza su cui la Procura sta indagando e che è ancora coperta dal più stretto riserbo. Lo stesso che invoca la stessa De’ Longhi, che sul caso ha deciso di non rilasciare alcun commento.
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