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    IL LIBRO "ALL YOU NEED IS LOVE - LA FINE DEI BEATLES" RACCONTA QUELLA VOLTA CHE I "FAB FOUR" VENNERO SEQUESTRATI NELLE FILIPPINE DA ALCUNI SOLDATI ARMATI - LA BAND BRITANNICA ARRIVÒ NEL PAESE NEL 1966, PER UNA TAPPA DEL LORO TOUR MONDIALE, MA FECERO UN ERRORE FATALE: SNOBBARONO L'INVITO DI IMELDA MARCOS, MOGLIE DEL DITTATORE, PER UN RICEVIMENTO A PALAZZO - NON APPENA IL LORO AEREO ARRIVÒ ALL'AEROPORTO DI MANILA, UN UOMO IN UNIFORME GLI DISSE DI SEGUIRLI, ORDINANDO DI LASCIARE I BAGAGLI (STRACOLMI DI CANNABIS E ALTRE DROGHE) SULLA PISTA - I QUATTRO FURONO...


     
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    i beatles a manila 2 i beatles a manila 2

    Estratto dell’articolo di Stefano Mannucci per “il Fatto quotidiano”

     

    Luglio 1966. I Beatles raggiungono Manila per la tappa nelle Filippine del loro ultimo tour mondiale. Commettono un errore fatale: snobbano le lusinghe di Imelda Marcos, moglie del dittatore, per un ricevimento a Palazzo con duecento bambini. […] I Marcos non la prendono bene. Non appena l’aereo con i Fab Four atterra, un uomo in uniforme intima a McCartney & C. di seguirlo.

     

    Solo loro quattro. Il fido Neil Aspinall si lancia all’inseguimento, alcuni soldati armati portano via i musicisti, ordinando di lasciare i bagagli (con dentro cannabis e stimolanti) sulla pista. Di fatto, è un sequestro di persona. I rocker vengono trascinati su uno yacht dove è stato organizzato un party affollato di potenti locali. Occorrerà una trattativa sul filo dei nervi per liberare la band. Il mattino dopo alcuni ufficiali si presentano in albergo per riproporre l’invito presidenziale.

     

    all you need is love la fine dei beatles all you need is love la fine dei beatles

    Epstein declina, i Marcos lo considerano un affronto al popolo. Dopo i live, a Manila tira una brutta aria, meglio andarsene. All’aeroporto spuntano scagnozzi armati di bastone. Ringo e John si nascondono dietro un gruppo di suore. “La gente cominciò a spingerci di qua e di là e a urlarci dietro epiteti in quella strana lingua. Poi finalmente riuscimmo a salire sull’aereo. Ci sputarono addosso…”. […]

     

    L’incidente, ben noto, è rievocato dai protagonisti nelle interviste realizzate per il libro All You Need Is Love – La fine dei Beatles (Rizzoli Lizard) firmato da Peter Brown (ex braccio destro di Epstein e direttore operativo della Apple Corp.) e dal giornalista Steven Gaines. Il volume è il compendio diretto (qualcuno lo ha definito un director’s cut) del saggio pubblicato dalla stessa coppia nel 1981, il controverso The love you make. […]

     

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    La narrazione dissacrante, molto centrata sulle vicende personali della band e dell’entourage, sollevò scalpore. E sconcerto negli interpellati: Paul diede alle fiamme – ritualmente, con foto scattate da Linda – la propria copia di The Love you make. Non è da escludere che McCartney riduca in cenere anche All You Need is Love, sintesi da cento ore di “confessioni inedite” con tutte le figure – stelle e comprimari – che abbiano avuto un ruolo nella saga dei Beatles.

     

    Le conversazioni furono registrate nel 1980, eccezion fatta per Yoko Ono, che Brown e Gaines incontrarono qualche mese più tardi dell’assassinio di Lennon, l’unico che gli autori non fecero in tempo ad ascoltare. Alla vigilia della morte del collega, McCartney ne può ancora parlare in modo risentito, senza quella vena santificatoria e mitizzante successiva alla tragedia.

     

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     A proposito dei conflitti legali che avevano decretato lo storico strappo, Paul dice: “Sono persone molto sospettose, John e Yoko, e una delle cose che più mi ferisce di questa vicenda è che dopo tutto quello che abbiamo passato insieme non sono mai riuscito a convincerli che non avevo alcuna intenzione di fregarli. Colpa, forse, del mio carattere, o forse della loro capacità di comprendere come stanno veramente le cose. Questa è la situazione, ancora oggi”, cioè un mese prima dell’appuntamento di Lennon con il killer.

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    E nel 1970, chi o cosa aveva decretato davvero la fine dei Beatles? Paul nega di aver rotto il giocattolo, pur riconfermando di essersi opposto alla decisione di John di ingaggiare Allen Klein come manager dopo la prematura scomparsa di Epstein. Dal rapporto con Klein, il più vorace squalo del rock-system anni 60, erano usciti con le ossa rotte anche i Rolling Stones, prima ancora dei rivali di Liverpool. […]

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