Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”
manley marchionne
Ancor prima dell' investitura ufficiale di Mike Manley, che sarà confermato dall' assemblea del prossimo 7 settembre ad Amsterdam, per Fiat Chrysler è arrivata l' ora delle scelte del dopo Marchionne.
Ieri il Wall Street Journal ha rivelato che Kkr, uno dei grandi investitori Usa, è in trattative per acquistare Magneti Marelli per una cifra «superiore alla stima di 3,23 miliardi di dollari fatta da alcuni analisti».
SERGIO MARCHIONNE
L' obiettivo sarebbe di fondere la società con la giapponese Calsonic Kansei, acquistata un anno fa d Nissan e da altri soci asiatici per 4,5 miliardi di dollari. Immediata ma tiepida la smentita da parte del gruppo. «Come già annunciato - ha dichiarato un portavoce - Fca sta perseguendo un piano per scorporare Magneti Marelli, soggetto all' approvazione finale del cda e degli azionisti.
Magneti Marelli logo
Nel frattempo, come già detto, valuterà proposte serie per operazioni alternative che possano essere nell' interesse del gruppo. La compagnia non intende commentare le voci di mercato su ognuna di queste proposte».
NON SI VENDE
All' apparenza nulla di nuovo. Ma Sergio Marchionne, fautore dello spin off e successiva quotazione dell' azienda, si era spinto a dire «Magneti non la venderò mai», con un tono che non lasciava dubbi.
manley
Oggi, a conferma che l' azienda sta rivedendo con la doverosa cautela le sue strategie, il gruppo non prende impegni. Ma l' ora delle scelte per Mike Manley, il ceo britannico protagonista del boom di Jeep, si avvicina.
A confermarlo è un altro recente articolo del Wall Street Journal, a conferma dell' attenzione crescente oltre Oceano per le sorti del gruppo. Il primo problema di Manley, si legge, sarà quello di sciogliere il nodo delle attività europee del gruppo, ovvero far fronte all' eccesso di capacità produttiva degli impianti ed all' elevata forza lavoro: l' Europa rappresenta il 36% dei dipendenti del gruppo ma porta a casa solo un decimo dei profitti perché tre quarti delle vendite si riferiscono a i veicoli Fiat dalla modesta marginalità.
Jeep Grand Cherokee Diesel grille
CAMBIO DI LINEA
In questo contesto l' Italia, l' unica area del gruppo in rosso (672 milioni nel 2017), rappresenta un ulteriore problema. Marchionne aveva affrontato la sfida aumentando il valore delle auto prodotte in Italia, promettendo nuovi investimenti per Mirafiori e Pomigliano, anche grazie al nuovo Suv Alfa.
Ma, anche in occasione della presentazione del business plan, il ceo non aveva preso impegni precisi. Ma adesso? «Marchionne - scrive il quotidiano - era nato in Italia e aveva un buon rapporto con alcuni politici italiani, tanto che gli italiani lo vedevano come legato al paese. Manley è invece inglese».
manley marchionne
Al di là del passaporto del manager, occorre pensare alle nuove alleanze. La scelta di Manley, da sempre attivo a Detroit (e che ha fgià fatto visita a Donald Trump) è un indizio che il gruppo del Lingotto guarda sempre di più agli Usa.
Ma «Fca avrebbe bisogno di una fusione per migliorare la redditività in Europa» afferma Martino De Ambroggi, analista di Equita, magari con Kia, il concorrente che arriva da Est-
SERGIO MARCHIONNE
In questa cornice le scelte su Marelli promettono di essere una cartina di tornasole delle decisioni future: o si tiene un piede nell' azienda (come sembra essere intenzione di Exor) per partecipare allo sviluppo tecnologico dell' auto a guida autonoma, oppure si fa cassa per finanziare nuovi modelli, magari in vista di un' intesa a 360 gradi. Per Mike Manley l' ora del rodaggio è già finita.
SERGIO MARCHIONNE SERGIO MARCHIONNE altavilla - marchionne