1 - IL DRAMMA DI MANUEL CHE SOGNAVA LA NAZIONALE «NON CAMMINERÀ PIÙ»
Camilla Mozzetti per “il Messaggero”
MANUEL BORTUZZO
I medici lo avevano ipotizzato fin dal primo minuto. Fin da quando Manuel Bortuzzo, il 19enne raggiunto sabato notte da un colpo di pistola alla schiena, era arrivato all' ospedale San Camillo di Roma con una seria emorragia polmonare. E ieri mattina è giunto il responso: «C' è una lesione midollare completa che impedisce, con le attuali conoscenze, una ripresa funzionale del movimento delle gambe». Manuel il pesciolino che sognava di arrivare un giorno alle Olimpiadi, che si era trasferito a Roma da Treviso, lasciando la famiglia ma trovandone una nuova al Centro federale di Ostia, dove si allenava con gli allievi delle Fiamme gialle e con atleti del calibro di Gregorio Paltrinieri non potrà più camminare.
IL PROFESSORE Il professor Alberto Delitala, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell' ospedale romano, che con la sua equipe ha operato la giovane promessa del nuoto estraendo il proiettile dall' undicesima vertebra dove si era conficcata, non ha potuto far altro che sentenziare questo epilogo.
MANUEL BORTUZZO
«Il nostro intervento ha detto ieri è consistito in una decompressione del midollo e nonostante sia stata eseguita con i mezzi più avanzati, il midollo spinale non conduce». Tecnicamente è come se si fosse sfilacciato da un estremo all' altro.
Spezzato. La certezza è arrivata al termine di un esame post operatorio i cosiddetti potenziali evocati che non sono altro se non uno studio bioelettrico della conducibilità midollare, necessario a stabilirne la funzionalità e che purtroppo ha evidenziato «una lesione completa». E dunque al momento «non è possibile ha concluso il professore Delitala considerare il riacquisto del movimento delle gambe». Manuel resta ricoverato nel reparto di Terapia intensiva e solo nei prossimi giorni verrà gradualmente sospesa la sedazione farmacologica e staccata la ventilazione meccanica. Nelle ultime ore il giovane è stato svegliato per alcuni istanti e ha risposto visivamente agli stimoli esterni lasciando ben sperare i medici che tuttavia non hanno ancora sciolto la prognosi.
MANUEL BORTUZZO
LA SPERANZA In quei pochi attimi di veglia Manuel non si è reso conto di non poter muovere le gambe. I suoi fratelli Jennifer, Michelle e Kevin così come mamma Rossella e papà Franco invece già sanno quale futuro lo aspetta e pur tuttavia continuano a credere possibile che un giorno Manuel possa tornare prima a camminare e poi a nuotare. La loro speranza è fortemente sostenuta dai tanti amici del ragazzo che da 4 mesi a questa parte da quando cioè Manuel è arrivato nella Capitale per allenarsi sono al suo fianco e che da sabato non lo lasciano un attimo solo. «Poteva morire su quel marciapiede», ricorda Alessandro Bori, il primo a soccorrerlo quando la fidanzata del diciannovenne, Martina, lo ha chiamato disperata al telefono pochi istanti dopo la sparatoria: «Gli hanno sparato corri!».
«NON LO LASCEREMO SOLO» «Quando si sveglierà prosegue Alessandro, che ieri insieme a tutti gli altri compagni del Centro federale di Ostia è rimasto al San Camillo facendo avanti e indietro tra l' ingresso e la Terapia intensiva lo aiuteremo ad affrontare questo momento, ci vorrà del tempo certo, ma l' importante è che sia vivo, potevamo raccontare un' altra storia, quella pallottola l' avrebbe potuto uccidere». E poi «Chissà, con tutte le nuove terapie, i nuovi studi, la ricerca aggiunge un altro amico, Gianluca magari a poco a poco potrà rialzarsi». Sono ragazzi frastornati. Nei loro sguardi si legge ancora lo choc per quanto accaduto, la rabbia «perché qualcuno dicono se ne va in giro per strada, armato e spara come nulla fosse, senza freni e senza paura con la polizia a due passi». Ma quando parlano del futuro ecco che un guizzo di speranza azzera ogni timore: «Manuel è un ragazzo forte, supererà anche questo concordano tutti noi non lo lasceremo solo». A fare il tifo per lui sono in tanti: «Da nuotatore quale sei ha scritto il campione olimpionico Filippo Magnini in un post su Instagram ti dico: forza e coraggio, lotta e non mollare mai.
franco bortuzzo papà di manuel
Spero e prego che avvenga il miracolo e che vada tutto a posto!».
La famiglia di Manuel composta in una dignità non comune ieri pomeriggio si è lasciata andare alle preghiere per cercare di rendere possibile quel miracolo. Papà Franco, mamma Rossella e i tre fratelli di Manuel si sono recati insieme alla Basilica di San Pietro, «Nonostante il responso dei medici le parole di papà Franco spero ancora e prego affinché Manuel possa riprendersi». Intanto ad unirsi alla famiglia, anche il sottosegretario con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti: «Se la famiglia vorrà, andrò a trovare il giovane atleta per dirgli che non è solo e che le istituzioni sono al suo fianco in questa battaglia drammatica che dovrà affrontare».
Ai messaggi si vicinanza compreso quello della sindaca Raggi che ieri sera ha contattato telefonicamente la famiglia si unisce la richiesta di giustizia: «Chi ha sparato, togliendo a un giovane promettente la carriera sportiva cui era avviato scrive su Facebook il governatore del Veneto, Luca Zaia dovrà pagare fino in fondo». Il ministro dell' Interno, Matteo Salvini, da parte sua garantisce: «Stiamo facendo tutto il possibile perché i delinquenti che hanno sparato siano presi e messi in galera».
2 - SPUNTA LA PISTOLA DELL' AGGUATO: «TROVATA IN UN PRATO DI ACILIA»
Alessia Marani e Mirko Polisano per “il Messaggero”
MANUEL BORTUZZO
C'è una svolta nelle indagini sulla sparatoria all' Axa: chi ha premuto il grilletto contro Manuel Mateo Bortuzzo si è liberato del revolver durante la fuga gettandolo in un prato di Acilia, borgata limitrofa al quartiere residenziale. La pistola è stata rinvenuta e sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile ieri pomeriggio e ora è nei laboratori della Scientifica in attesa di essere analizzata. Come il proiettile estratto dalla colonna vertebrale dell' atleta diciannovenne, originario di Treviso e a Roma dall' autunno scorso per allenarsi con le Fiamme Gialle e che ora non potrà più muovere le gambe. Alcune perizie, irripetibili, potranno essere svolte solo dopo che nell' inchiesta entreranno formalmente i primi indagati.
Fin dal primo momento alcune testimonianze avrebbero indirizzato l' attenzione degli investigatori su una gang che si annida tra le case popolari del cosiddetto Villaggio Giuliano, un agglomerato di palazzine popolari tra il centro di Acilia e l' Axa. Gli inquirenti hanno anche acquisito le immagini delle telecamere di via Maccari ad Acilia: inquadrerebbero i sicari negli attimi dopo l' agguato, mentre rientrerebbero al Villaggio.
Si tratterebbe di elementi contigui al mondo criminale che ruota attorno agli affari dei Casalesi che in questa borgata hanno messo le mani su slotmachine e usura. Un vecchio vizio di questa parte della città, il prestare soldi a strozzo, che ha visto crescere all' ombra della Banda della Magliana, boss di spessore vicini alla Nuova Camorra Organizzata di Raffele Cutolo e cravattari di rango. Un filo che, nonostante i morti ammazzati e le inchieste giudiziarie susseguite negli anni, forse, non si è mai interrotto. E che si avvale di tirapiedi e picchiatori specializzati nel recupero crediti. Talvolta pugili al libro paga dei clan.
MANUEL BORTUZZO
IL VIDEO Di certo nelle indagine sui tre colpi esplosi sabato notte all' Axa - uno solo ha raggiunto Manuel - c' è che due giovani, uno sicuramente con il casco chiaro indosso, si sono avvicinati al ragazzo e alla fidanzata Martina, a bordo di uno scooterone scuro mentre erano a comprare le sigarette a un distributore automatico all' angolo con via Menandro. Uno gli ha urlato qualcosa contro come per chiamarlo, lui si è voltato e ha aperto il fuoco. Mirando non alle gambe, ma al torace, proprio per uccidere. La scena è ripresa dalla telecamera esterna della tabaccheria.
L' atleta cade a terra e si tocca le gambe, come se non le sentisse più.
Poi via, il motorino si dilegua verso Acilia.
Quando i poliziotti arrivano sul posto, a piedi, è l' 1.57 di sabato. Poco prima erano stati chiamati per una rissa al pub irlandese sull' altro lato, in cima alla piazza, a circa 150 metri di distanza. Diluvia. Stanno prendendo informazioni su chi era presente, ma la decina di ragazzi che era coinvolta, cinque contro cinque, è sparita. Poi il rumore dei tre colpi e la scoperta, dopo poco, che c' è un giovane a terra dall' altra parte, che sembra morto. È Manuel.
MANUEL BORTUZZO DETTI
I DUBBI Uno scambio di persona? Probabile. Qualcuno avrebbe sentito dire a un giovane di Acilia che lasciava il pub subito dopo la scazzottata «vado a prendere la pistola, torno e gli sparo». Manuel in quel pub, però, non ha mai messo piede, come conferma anche il proprietario. Era andato con Martina e gli amici, ma erano stati scoraggiati da alcuni ragazzi nel parcheggio che li avevano avvisati dell' imminente chiusura causa rissa. Hanno incrociato anche la polizia che arrivava. Un giro rapido sulla Smart verso un altro pub a 500 metri, già chiuso anche quello, e la decisione di tornare in piazza per acquistare le sigarette.
Possibile, invece, che gli obiettivi dei sicari fossero proprio Manuel e/o la fidanzata, 16 anni appena? I poliziotti non escludono nulla. Stanno scandagliando abitudini, frequentazioni e passato di entrambi.
Forse qualcuno si era invaghito di Martina e ha visto come il fumo negli occhi Manuel? Solo ipotesi che, però, al momento non hanno riscontri. Di sicuro la ragazza adesso ha paura. «È terrorizzata che qualcuno possa farle del male perché era con Manuel quando hanno sparato», dicono gli amici.