Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per repubblica.it
marcello foa foto di bacco (2)
Sono come cinque amici che affettuosamente discutono tra di loro davanti a un microfono del servizio pubblico. Questo è il format. Per il resto attacchi alla stampa, apologia del generale Roberto Vannacci (“la maggioranza silenziosa non aspettava altro”), lagnanze per l’abuso dell’espressione negazionista: “La si usa come la rucola negli anni Ottanta”. È iniziata l’era radiofonica di Marcello Foa.
Annunciata come la punta di diamante della nuova programmazione filo-leghista su Rai Radio Uno ieri mattina è andata in onda la prima puntata di Giù la maschera. Persone fatti e notizie alla ricerca della verità, la trasmissione condotta dall’ex presidente della Rai al tempo del governo Lega-M5S.
roberto vannacci a marina di pietrasanta
Subito la prima verità di Foa: “Il successo del libro di Vannacci segnala un cambiamento di clima. Qui c’è un’ampia parte della popolazione italiana, secondo me maggioritaria, che non aspettava altro che qualcuno di autorevole – un generale – uscisse pubblicamente e dicesse delle cose. E le dice con forza, e ottiene un successo incredibile, questo perché la vecchia maggioranza silenziosa è stufa degli eccessi della narrazione dell’altra parte, è stufa degli eccessi del politicamente corretto…”.
“Il vento sta cambiando?” si chiede.
ROBERTO VANNACCI
Giù la maschera però inizia con uno spiegone, più lungo di un preambolo democristiano: “Quando il direttore di Radio Uno Francesco Pionati mi ha chiesto di proporgli un programma innovativo, che si staccasse dalla consueta offerta, ho pensato: dobbiamo fare qualcosa di diverso, qualcosa che gli altri media non fanno. Anzi, che non fanno più. Questo programma andrà controcorrente, come insegnava il mio maestro, Indro Montanelli, dobbiamo cercare l’autenticità, e quindi fare cadere le maschere. Non pretendere di possedere la verità, ma non stancarsi di cercarla”.
Cosa intende Foa con “cercare l’autenticità?”
marcello foa foto di bacco
E cos’è per lui “la verità”?
“Lo scopo è far aprire all’ascoltatore delle finestre, se non addirittura degli orizzonti sul nostro mondo, fargli imparare qualcosa di diverso, che consenta di rispondere a domande, a dubbi che sono nell’aria, ma restano subliminali, e dunque non soddisfatti”.
È un metodo. Ed è, si intuisce da subito, un’operazione cultural-giornalistica che ha la sua radice nel ‘noi vi diciamo le cose che gli altri vi nascondono’. Segue puntuale lamento su certe notizie che non circolano abbastanza, o che vengono nascoste, e delle troppe opinioni “controcorrente” seppellite dalla narrazione mainstream: un refrain che ricorre da un anno, in ogni convegno, uscita pubblica, o dibattito dei melonian-leghisti, e che continua anche adesso mentre le voci del nuovo potere dissertano da ogni microfono pubblico.
ROBERTO VANNACCI
Alla “ricerca della verità” Foa si accompagnerà, ogni mattina alle 9,05, con Peter Gomez, condirettore del Fatto; Giorgio Gandola giornalista de La Verità; il sociologo Luca Ricolfi e la sondaggista Alessandra Ghisleri. Su tutti loro Foa versa chili di miele, “straordinari compagni di viaggi”, “giornalista libero, coraggioso”, “intellettuale onesto”. E ai radioascoltatori promette: “Saremo autorevolmente audaci, non ci saranno temi tabù, sentirete la passione. Siamo di scuola montanelliana”.
Per Foa “negli ultimi tempi la stampa ha un po’ tradito la propria missione, non soltanto per il tema delle fake news - un tema molto dibattuto, ma anche un po’ limitante - no, la stampa ha perso la sua capacità di essere un contrappeso, quindi trasformandosi troppo spesso da un lato in un veicolo di lotta politica, dall’altro inibendo un vero dibattito pubblico”.
marcello foa foto di bacco (1)
Perché mai le fake news sono un argomento limitante?
A che temi si riferisce?
“Covid, i vaccini, la guerra in Ucraina, l’ecologia, l’immigrazione, i valori della società. C’è la tendenza a cantare troppo spesso in coro”.
I vaccini, ora che si va verso la nuova campagna d’autunno, saranno probabilmente un grande tema, ieri nella tavola rotonda si è udita la lamentela per il fatto che la finale Djokovic-Medeved agli Us Open sarebbe diventata quella “tra un No Vax e un russo”.
Foa promette “dobbiamo confrontarci con chi non la pensa come noi”, ma quando Gomez afferma che Vannacci “è libero di dire quello che vuole ma non da militare”, Foa si traveste da stopper: “Beh, questo è un discorso lungo…”
vannacci
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