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marco giusti sul set di roma santa e dannata
Risposta a Francesco Merlo
Marco Giusti per Dagospia
Ok. Lo so. Appena si parla di “rutti, scorregge, arrapamento, trionfo della volgarità”, cioè appena si parla di cinepanettoni e di cinema italiano volgare, tutti, a cominciare da Dago guardano me e mi tocca rispondere se non al New York Times (seee…) almeno a Francesco Merlo, che oggi massacra pesantemente non solo i cinepanettoni e tutto quello che significarono, ma anche le “Vacanze di Natale” dei Vanzina.
FRANCESCO MERLO
Che non sono propriamente la stessa cosa. Ma se fa piacere a Merlo e al dotto critico del New York Times, va bene. Ogni paese si diverte come può, lo sapete.
Ma forse dovreste ben sapere, come mi disse tanti anni fa un celebrato maestro come Dino Risi che la cosiddetta commedia all’italiana era tutta fatta da maschi per spettatori maschi.
de sica vacanze di natale
Magari non ci rendiamo conto di quanto già fossero politicamente scorretti i nostri film firmati Risi, Monicelli, Scola. Pensate quindi quando passiamo ai Vanzina e poi a Neri Parenti e poi a Brizzi e Martani.
Ma direi anche di più, perché, e forse mi dispiace anche dirlo, ma anche il cinema di Fellini è fortemente sessista e parecchio omofobo. Non basta “La dolce vita”…
vacanze di natale
Ora. Io ho sempre saputo che la nostra commedia bassa, non dico i cinepanettoni, scavo ancora più giù, fa ridere proprio perché è così sguaiata, sessista e omofoba. Non farebbe ridere, francamente, se fosse perbenista. Non puoi fare un film di Bergman o di Bresson con Alvaro Vitali e Bombolo, credo.
claudia cardinale c'era una volta il west 2
Dico di più. Più scorretta, sgangherata è la commedia, più mi fa ridere. E’ il gioco dei generi. Ma, e qui dovete pensarci un attimo, anche il grande cinema dei padri, dei maestri (tutti rigorosamente maschi) è terribilmente imbarazzante se lo vedete con gli occhi di oggi. Io ho sempre pensato che prima o poi qualcuno, all’estero, se ne accorgesse.
Magari alla morte dei vecchi critici maschi… E, allora, dai a rileggere Fellini e Visconti. Per non parlare di Leone.
“C’era una volta il west” e C’era una volta in America” hanno delle battute e delle situazioni che oggi nessuno sceneggiatore scriverebbe più. Cosa facciamo, allora? Buttiamo via tutto il nostro cinema? Per non parlare di quello americano, dei film patriarcali, machisti di John Ford, quello che amavamo più di tutti (anche se io amavo ancora di più Nicholas Ray e Fritz Lang…).
il mucchio selvaggio
Mi sono rivisto “Il mucchio selvaggio” di Sam Peckinpah, un capolavoro. Un grande film sull’America e sul Vietnam. Ma tutta la storia gira sul fatto che il ragazzo messicana uccide la sua donna ritenendola una puttana. E quindi gli eroi maschi in sua difesa si sacrificano e fanno un massacro. Ma quella era un femminicidio…
Ora stiamo a fare le pulci a Peckinpah? Per non parlare di omofobia. Moraldo Rossi si ricordava bene che il suo amico del cuore, Fellini, non produsse “Accattone” del collaboratore e sceneggiatore che amava di più, Pasolini, un po’ perché non gli piacevano le prime scene girate, un po’ perché sentì che qualcuno della produzione gli diceva “Ma che stiamo a fa li film delli froci?”. Ma sei Fellini…
francesco merlo
Ora. Francesco Merlo, come tanti giornalisti dei giornali più grandi (ma ora sono meno grandi di un tempo, ahimé) scrive in fondo le stesse cose che scrivevano Lietta Tornabuoni e Tullio Kezich sul cinema di genere. Anche se poi Kezich, legandosi a Dino De Laurentiis, scrisse che Boldi e Ded Sica erano come Stanlio e Ollio (vabbé…). Ma ben venga un Francesco Merlo a farci bau bau dopo 40 anni (40 anni, cazzo!) per dirci che “Vacanze di Natale” fa schifo, che è volgare e sessista.
E sono sicuro che Merlo adorerà i film della commedia all’italiana che non sono meno volgari e sessisti… Insomma, ci vuole un Francesco Merlo a rimettere le cose a posto e a fare il gioco che abbiamo fatto sempre sul cinema di genere e sulla commedia. Ci vuole uno che dica, come un tempo Paolo Mereghetti, che Zalone o i Soliti idioti sono delle nullità. Perché fa parte del gioco. Merlo è un po’ come un Riccardo Garrone un Dogui un Brega… E porterà avanti il culto-straculto del film per altri anni. Lo dovremmo ringraziare.
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