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    MARCO GIUSTI SCATENATO SU TARANTINO E FERRAGNI - ''HA RAGIONE FEDEZ: 'LA CRITICA NON CONTA UN CAZZO', CON MEREGHETTI CHE PUR DI STRONCARE TARANTINO (5,4 MILIONI) NE HA SPOILERATO IL FINALE, NEGLI STESSI GIORNI IN CUI SUL 'CORRIERE' ALDO GRASSO PUNTUALMENTE INCENSAVA IL CAPOLAVORO 'ROSY ABATE 2' COME FOSSE UN'OPERA DI SCORSESE - LA CRITICA OLTRE A NON CONTARE UN CAZZO NON RIESCE A RACCONTARE I FENOMENI DEL MOMENTO, VEDI L'INCASSO RECORD DELLA FERRAGNI IN TRE GIORNI''


     
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    Marco Giusti per Dagospia

    locandina unposted chiara ferragni locandina unposted chiara ferragni

     

    Incassi del 22 settembre 2019.

     

    “La critica non conta un cazzo”. Sì. Ha ragione Fedez. Soprattutto quando per critica intendiamo i critici italiani fofiani di Corriere e Repubblica che non solo non sono stati in grado di capire il successo di Chiara Ferragni Unposted e neanche provano ad applicarsi come se si trattasse di qualcosa che non li riguarda, ma si permettono anche di deridere un capolavoro come C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino, che ha fatto il suo esordio questa settimana con un incasso strepitoso di 5 milioni e 412 mila euro. E si permettono, cosa ancor più grave, di spoilerarne il finale per avvalorare la tesi che Tarantino è ripetitivo, è finito.

     

     Ma de che? Ora, è vero che ci importa davvero poco di cosa pensano i critici italiani fofiani di Chiara Ferragni e di Tarantino, anche se per fare un po’ di polemica ci vuole qualcuno che dica qualche cazzata diversa dalle mie, ma, certo, di fronte a un film di questo livello, parlo di Tarantino, anche se pure sulla Ferragni e sul suo successo non capito ci sarebbe da dire, risulta un atteggiamento poco corretto spoilerare il finale, come ha fatto Paolo Mereghetti sul Corriere della Sera negli stessi giorni in cui Aldo Grasso puntualmente incensava il capolavoro della Taodue Rosy Abate 2 (“la serie che stravolge stili e canoni linguistici”) come fosse un’opera di Scorsese.

    fedez e chiara ferragni a venezia fedez e chiara ferragni a venezia

     

    Ormai i giornali si leggono talmente poco che solo i dirigenti della Tao2 e pochi lettori ottantenni avranno dato uno sguardo alle pagine degli spettacoli del Corriere. Mio padre a 104 anni se li compra, ad esempio, ma non riesce a leggerli più che tanto.

     

    Detto questo, i tre giorni di fuoco di Chiara Ferragni Unposted, che hanno portato a casa 1 milione 600 mila euro, cioè più di quanto ha fatto qualsiasi altro film italiano in questo inizio di stagione, fossero commedie o fofianate blasonate, e i 5 milioni e mezzo del film di Tarantino, beh, dimostrano davvero non solo che “la critica non conta un cazzo”, e questo lo sapevamo da sempre, diciamo dagli anni de Le fatiche di Ercole e di Per un pugno di dollari, ma che la critica spesso non riesce neanche a raccontare come dovrebbe i fenomeni del momento. Esattamente come fece ai tempi del peplum, del western, della comemdia sexy.

    brad pitt leonardo dicaprio e quentin tarantino alla conferenza stampa di cannes brad pitt leonardo dicaprio e quentin tarantino alla conferenza stampa di cannes

     

    Certo, il caso di Tarantino è diverso. Ma puntare sulla fine di Tarantino, e i critici in questione lo fanno da anni, vuol dire cercare di rivelare al pubblico che ci siamo sbagliati, che tutta la rivisitazione del cinema di genere è sbagliata, che è meglio, insomma, rivedere Maselli e Bolognini di Fulci e Bava, che, insomma, Quentin è un cazzaro. Più o meno come Chiara Ferragni. E il pubblico che ci casca è ignorante.

     

    chiara ferragni 6 chiara ferragni 6

    E’ boccalone. E che i finali che vanno contro la storia di Tarantino sono macchinette che giustificano l’assenza di una vena creativa. Mentre Giordano Bruno Guerri che fa il Duce e il finto Salvini dell’atemporale, astorico Martin Eden sono la strada… Beh, questo disprezzo assoluto del pubblico, tipico della critica fofiana e della critica da quotidiano importante, è esattamente quello che porta a sfregiare le opere con la rivelazione dei finali, come faceva Lietta Tornabuoni non molti anni fa. E ci induce a pensare che la battaglia per il cinema di genere, contro i trombonismi degli autori non sia mai finita. Qua ci tocca inforcare i mutandoni di Bombolo per cavalcare la guerra tra critici. 

     

    quentin tarantino e margot robbie alla conferenza stampa di cannes quentin tarantino e margot robbie alla conferenza stampa di cannes

    Per la cronaca, comunque, C’era una volta a… Hollywood ha incassato da noi 5 milioni 412 mila euro, con la punta di 1,7 di domenica, Chiara Ferragni Unposted col solo incasso di giovedì, 544 mila euro, incassa più di Tutta un’altra vita con Brignano nell’intera settimana e di Martin Eden.

     

    In America, invece, trionfa per la prima volta un film nato da una serie televisiva, e la cosa dovrebbe farci discutere. Downton Abbey di Julian Fellowes, infatti, è primo con 31 milioni di dollari totali, che diventano 61 con gli incassi internazionali. Segno che non è così vero che la tv uccida il cinema. Il raffinato Ad astra di James Grey con Brad Pitt, fresco di Venezia, è solo secondo con 19,2 milioni e un globale internazionale di 45 milioni. Supera il vecchio Stallone in Rambo: Last Blood con 19 milioni di dollari.  

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