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    IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA UN ALTRO MAESTRO DELL’HORROR E DEL FANTASTICO EUROPEO, JORGE GRAU - REGISTA E SCENEGGIATORE SPAGNOLO, 88 ANNI, AUTORE DI DUE SUPERCLASSICI COME “NON SI DEVE PROFANARE IL SONNO DEI MORTI” E “LE VERGINI CAVALCANO LA MORTE”, SE NE VA DOPO UNA VITA INTERAMENTE DEDICATA AL CINEMA - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    JORGE GRAU JORGE GRAU

    Se ne va un altro maestro dell’horror e del fantastico europeo. Jorge Grau, regista e sceneggiatore spagnolo, 88 anni, autore di due superclassici come Non si deve profanare il sonno dei morti e Le vergini cavalcano la morte, se ne va dopo una vita interamente dedicata al cinema. Allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia, Grau fu legatissimo al cinema italiano, soprattutto a Roberto Rossellini, che considerava il suo amestro, e a Federico Fellini, suo amico che omaggiò con il libro Fellini desde Barcellona nel 1985. Diresse anche uno dei rari film di Milly Carlucci, Tiempos mejores nel 1994, mai arrivato da noi.

     

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    Nato a Barcellona nel 1930, Jorge Grau si dedicò al teatro e alla radio, prima di esordire in qualche particina al cinema e vincere il concorso per il Centro Sperimentale a Roma nel 1957. Fu regista della seconda unità per peplum più o meno celebri di coproduzione, come Il colosso di Rodi di Sergio Leone, Goliath contro i giganti di Guido Malatesta, Zoras il ribelle. Codiresse lo spy Agguato a Tangeri di Riccardo Freda con Edmund Purdom e Gino Cervi, collaborò anche alla realizzazione di Gli ultimi giorni di Pompei, e contemporaneamente esordì nella regia di una serie di corti.

     

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    Il suo primo vero lungometraggio fu Il peccato con Francisco Rabal, Maria Cuadra, Umberto Orsini, 1962, un film molto influenzato dal modello di cinema di Antonioni. Girerà poi film molto diversi, come Acteòn, Una historia de amor, Tuser Street, che non firmerà per divergenze con la protagonista e produttrice Sara Montiel, Historia de una chica sola, prima di passare all’horror nei primi anni’70 con Le vergini cavalcano la morte con Lucia Bosé, Ewa Aulin, Espartaco Santoni e Non si deve profanare il sonno dei morti con Cristina Galbo, Ray Lovelock e Arthur Kennedy, che gli dettero immediatamente una grande popolarità in tutto il mondo e lo lanciarono come maestro del fantaterror europeo.

     

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    Passò poi a generi diversi, come dimostrano Vita segreta di un pubblico accusatore con Fernando Rey, Marisa Mell, La trastienda con Frederick Stafford, Rosanna Schiaffino, ma soprattutto con Maria José Cantudo che offrì al pubblico il primo nudo integrale del cinema spagnolo. Poi diresse La siesta, La punyalada, fino a Tempos mejores, con Milly Carlucci nei panni di una focosa ballerina, che fu il suo ultimo film, uscito nel 1995. Molto attivo sia a difesa dei diritti degli autori di cinema, che nelle scuole di cinema, fu direttore dal 1990 dell’Instituto Europeo de la Imagem.

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