Simone Canettieri per “il Foglio” - Estratti
marco mezzaroma giorgia meloni
“Abodi? Macché: il prosciutto ai gatti lo dà Mezzaroma”. L’immagine racconta con fulminea efficacia romanesca la rapidissima ascesa del neo presidente di Sport e Salute, sempre più ministro ombra. Segni particolari: rampollo di una famiglia di costruttori della capitale (il padre e gli zii iniziarono come falegnami sull’Appia e ora hanno un impero immobiliare), cognato del senatore e patron della Lazio Claudio Lotito, ex marito di Mara Carfagna e, soprattutto, amico personale di Giorgia e Arianna Meloni, con le quali ha trascorso anche le vacanze in Puglia quest’estate.
marco mezzaroma claudio lotito
Marco Mezzaroma guida la cassaforte dello sport italiano da fine luglio: nomina imposta dalla premier al ministro Andrea Abodi. Sul quale inizia a esserci un tiro incrociato di maggioranza e opposizione. Meloni dice di aver fiducia nel suo ministro, che voleva candidare anche a sindaco di Roma e che reputa persona perbene e capace. Tuttavia inizia anche a registrare diversi malumori sulla gestione di un comparto strategico e molto popolare per il governo dei patrioti, oltre a essere un incredibile serbatoio di consensi.
giorgia meloni con andrea giambruno e marco mezzaroma foto chi
Se qualcosa si sia rotta fra i due non si sa, è vero però che non è passata inosservata la presenza di Abodi a Parigi la scorsa settimana nel giorno della catastrofe italiana. La sconfitta della candidatura di Roma era nell’aria da settimane – al di là delle dimensioni: ha preso solo 17 voti – e così alla fine l’unico esponente dell’esecutivo presente inviato al Bureau International des Expositions (Bie) è stato proprio Abodi. Non proprio un biglietto andata e ritorno per il carnevale di Rio. Nessun ministro di peso, d’altronde, era disponibile a guidare la delegazione dei “bastonati”.
Se quello è stato un segnale, poi ci sono i fatti. Tanti e tutti in un’unica direzione. Ieri in VII commissione il governo, dunque Abodi, ha rinviato di nuovo il parere sul maxi emendamento, firmato da tutti i gruppi, sull’extratassazione delle scommesse sportive.
marco mezzaroma claudio lotito
(...) E poi c’è la riforma del lavoro sportivo, che interessa a 150 mila società, ancora senza le coperture economiche promesse (70 milioni di euro). L’osservatorio permanente latita e i Giochi della gioventù, attesi lo scorso settembre e rinviati al prossimo, sono scomparsi così come il tavolo interministeriale che se ne dovrebbe occupare: non si è mai riunito.
Tutti sbuffano, Abodi prende tempo. E intanto a fari spenti, ma sempre nei posti e nelle cene che contano, si staglia la figura di Mezzaroma per molti ormai diventato anche mezzo ministro (o forse ancora di più) dello Sport. L’imprenditore rampante fa parte a pieno titolo della tribù Meloni: nucleo ristretto di potere e condivisione basato su logiche di totale e cieca fiducia. Eccolo di domenica che esce per un po’ di shopping con l’amica Giorgia, eccolo di nuovo in Puglia nel resort blindando in compagnia della premier, di Andrea Giambruno, di Arianna e di Francesco Lollobrigida.
andrea abodi
La società che presiede Mezzaroma è il vero portafogli dello sport italiano. Giusto per dare qualche cifra: gestisce circa 1 miliardo di euro tra progetti del Pnrr e fondi ordinari, quasi 500 milioni destinati poi a Coni, federazioni e associazioni sportive. Abodi al posto di Mezzaroma avrebbe preferito Raffaele Pagnozzi, già segretario del Coni e legato a Giovanni Malagò, anche perché per la prima volta si trovava con due figure distinte da nominare, presidente e ad. Ruoli ricoperti fino a quel momento dal potente e trasversale, dalla rubrica telefonica grandiosa, Vito Cozzoli (che il prossimo anno dovrebbe andare in Anas). Invece non c’è stato nulla da fare: Mezzaroma avanza, Abodi è in affanno. E’ l’altalena di Palazzo Chigi, nuova disciplina governativa di cui tener conto.
guido crosetto marco mezzaroma marco mezzaroma abbraccia andrea giambruno foto chi marco mezzaroma foto di bacco marco mezzaroma