Estratto dell’articolo di Corrado Zunino per www.repubblica.it
MARIA CRISTINA FINATTI
Professoressa Maria Cristina Finatti, perché i ragazzi di 15 anni a cui stava mostrando diapositive di Scienze le hanno sparato due pallini di gomma addosso?
"Perché cercano i follower, la condivisione sui social. E subito dopo cercano i soldi. Perché non hanno educazione, né un sentimento di riconoscimento del prossimo. Perché non si rendono conto di quello che fanno e io proprio non riesco a perdonarli".
Proviamo a ricordare quel giorno?
"Era un martedì, martedì 11 ottobre. La prima ora e mezza di lezione, dalle otto alle nove e trenta. Sono in una classe prima. Li conoscevo da un mese, sarà stata la quarta lezione con loro".
Quando è entrata...
"C'era un'aria strana, un'agitazione".
MARIA CRISTINA FINATTI - LA PROF COLPITA IN AULA CON UN FUCILE AD ARIA COMPRESSA
Com'era quella classe?
"Come tutte le altre, non vogliono studiare. Sono tanto superficiali 'sti ragazzi. Credono di sapere, ma non hanno un punto di vista sulle cose".
Lei ci prova a farli crescere?
"Certo, ma sono difficili da tenere. Se li fai studiare, si ribellano. Se non fai fare niente, abbassano la conflittualità. Vorrebbero quello: non fare niente".
Torniamo a martedì 11.
"Avevano sistemato i cellulari sul davanzale, sopra i caloriferi. Ho accettato di non metterli dentro la solita scatola, come ci chiede la preside. Abbiamo fatto un compito, l'hanno completato e ho visto che si sono messi in postazione. In fondo alla classe c'era quello con la pistola, a fianco a me, alla mia destra, il compagno che doveva far partire il telefonino. L'avevano appoggiato su uno zaino messo sopra il banco. Avevano organizzato tutto".
PROFESSORESSA COLPITA IN CLASSE DA PISTOLA AD ARIA COMPRESSA
Si è accorta di quello che stava succedendo?
"Ho ricostruito dopo, in quel momento non mi sono accorta di nulla. Hanno spinto uno dei ragazzi a sparare, lo dirà anche lui: 'Mi hanno costretto'. Il primo proiettile non mi ha colpita. Mi sono alzata in piedi per requisire l'arma, ma non l'ho trovata. Mi sono rimessa a spiegare. Stavo mostrando alcune diapositive e, quando eravamo a fine ora, dal fondo arriva una domanda, era la prima volta dall'inizio dell'anno.
'Torni indietro prof, ci ripete quello che ha appena detto?'. Scienze è una disciplina bellissima, sa, ed ero contenta di quell'improvvisa attenzione. La verità, però, è che volevano solo che mi mettessi nella posizione migliore. Volevano colpirmi. Mi stavo facendo in quattro per far capire loro la disciplina, ma non stavano seguendo proprio nulla".
È partito il secondo colpo.
"Ero seduta alla cattedra, e ho sentito un dolore fortissimo. Mi sono alzata di nuovo. Non avevo visto sparare, no. Non avevo visto neppure la pistola giocattolo".
PROFESSORESSA COLPITA IN CLASSE DA PISTOLA AD ARIA COMPRESSA
Il secondo proiettile l'ha colpita alla testa, vicino all'occhio sinistro.
"Sì. Ho visto a terra, finalmente, i due pallini. E i ragazzi intorno, tutti, che mi prendevano in giro: 'Cos'è successo prof?'".
Nessun studente ha preso le distanze?
"Uno sì. L'ho sentito dire 'che cosa avete fatto? Non dovevate sparare'. L'hanno insultato e si è messo a sedere".
Ha chiesto aiuto, a chi si è rivolta?
"Con il primo proiettile avevo lasciato andare. Non avevo niente in mano, ho pensato che i dirigenti non mi avrebbero neppure creduto. Dopo il secondo sparo sono andata dalla preside".
E lei?
"Ha ascoltato e mi ha detto: 'Vai a casa'. Così, senza neppure accompagnarmi, farmi accompagnare. Mi sono sentita subito sola. Mi avevano sparato ed ero io il problema, sembrava fosse colpa mia, che avessi fatto male in classe. La dirigente non ha neppure chiamato i carabinieri. Avrei dovuto andarci io, coni i pallini in mano. Invece li ho consegnati al vicepreside, che stupida".
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LUCIANA LITTIZZETTO 1
Ora sono scattate le sospensioni a scuola per tre studenti.
"Tre, quattro, non so, sospensioni con obbligo di frequenza. La preside mi ha tenuto fuori da tutto, non so nulla dell'inchiesta interna. So che mi ha tolto tre classi, questo sì, di nove che ne avevo. Ho temuto che me le togliesse tutte e nove".
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Si considera una docente buona? Troppo buona?
"Non può essere una vergogna essere buoni, credo che dare agli altri sia importante e mi riconosco in pieno nelle indicazioni della religione cattolica. Credo sia importante perdonare, sì. E so sopportare.
Ma questo non vuol dire che in classe, alle interrogazioni, non dia i miei 3. Alcuni alunni a fine quadrimestre in Scienze hanno l'insufficienza. Purtroppo, per questa prima non ho partecipato all'ultimo scrutinio. La preside mi ha cambiato a ottobre con una docente veneziana, specializzata sul sostegno".
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luciana littizzetto che tempo che fa
Luciana Littizzetto, la comica, per nove anni è stata insegnante. Ha detto in radio: "Se ti sparano in classe non hai proprio una grande empatia con i ragazzi".
"Difficile che uno mi possa dire che non ho interessato gli studenti, solo chi non mi conosce può parlare così. Una che dice queste cose non la considero neanche. Ha una parola per tutto, la Littizzetto? E perché ha lasciato la scuola? Ha trovato di meglio nel mondo dello spettacolo? Io la scuola non la lascerei anche se dovessi trovare di meglio. E poi, mi chiedo, Luciana Littizzetto che cosa fa per i giovani? La verità è che bisogna farli lavorare e io da loro pretendo. Oggi, però, i ragazzi, tutti, non solo quelli che mi hanno fatto del male, mi spaventano".