Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica”
MARIANNA VYSHEMIRSKA FA CAMPAGNA ELETTORALE PER PUTIN
La chiamavano la Madonna di Mariupol, la mamma bambina che usciva dall’ospedale pediatrico bombardato con il pancione e gli occhi tristi mentre tutto intorno erano solo macerie e sangue. Un anno e mezzo dopo, gli ucraini sono inorriditi: hanno scoperto che Marianna Vyshemirska, immortalata da un fotografato di Ap che per quel servizio drammatico vinse il Pulitzer, non solo vive felicemente tra Donetsk e Mosca e non ha mai nascosto di essere “filorussa” - cosa che l’aveva già posta nel girone delle traditrici - ma sta facendo apertamente campagna elettorale a favore di Vladimir Putin. […]
Da sabato sera, quando sui media ucraini si è diffusa a macchia d’olio la notizia dell’imprevedibile parabola della donna che era stata il simbolo dei crimini russi commessi sui civili di Mariupol, fotografata ora a raccogliere firme per la candidatura del presidente russo, l’ondata di indignazione per “la traditrice” è diventata dirompente. «Dio mi perdoni: è un peccato che non l’abbiano uccisa», scrive Natalia tra migliaia di commenti […]
MARIANNA VYSHEMIRSKA SOTTO LE BOMBE A MARIUPOL
[…] E così da un’ucraina scampata al massacro e divenutane il simbolo arriva il più prezioso degli endorsement per il presidente russo. Trasferita a Donetsk e poi a Mosca, raccontano media ucraini indignati come il Canale tv 24, «è stata nominata alla guida del Comitato per le iniziative sociali nella Fondazione Rodina (Patria), vicina al Cremlino; realizza video di propaganda sul restauro di Mariupol e intervista i combattenti di Azov catturati».
La giovane mamma, che allora era in attesa di partorire, il 9 marzo del 2022 era nel reparto di maternità n.3 colpito – secondo gli ucraini e i giornalisti di Ap presenti - da un bombardamento russo.
Marianna Podgurskaya durante i bombardamenti a mariupol
Il fotoreporter ucraino di Ap , Yevhen Maloletka, immortalò una mamma evacuata in una barella insanguinata che non riuscì a sopravvivere, e per quella fotografia vinse il Premio Pulitzer: era l’immagine dell’orrore, il servizio fotografico che testimoniava come i russi avessero attaccato un ospedale in piena operatività e non un nosocomio chiuso e occupato da soldati ucraini, come sosteneva Mosca cercando di nascondere un evidente crimine di guerra. Lo stesso Maloletka fotografò anche Marianna, in fuga dall’ospedale sulle sue gambe: prima con il pigiama a pois e il pancione nel reparto, poi con la coperta attorno e il volto schizzato di sangue tra le macerie del giardino devastato.
Marianna Podgurskaya durante i bombardamenti a mariupol
Marianna divenne il simbolo del male piovuto da Mosca. Ma Marianna, che ha 30 anni ed è nata a Donetsk, quando riapparve dall’oblio raccontò ai giornali russi una storia tutta diversa: […] disse, da Mosca, che l’ospedale era occupato «dagli Azov» che usavano le partorienti «come scudi umani»; […]
Disse di essere stata poi intervistata da Ap dopo il parto, a Mariupol, prima di essere evacuata dai russi a Donetsk […] Prima della guerra, Marianna curava il suo blog da stellina locale del trucco e parrucco, 30mila iscritti a godersi i consigli sulla cosmesi. Ora ha cambiato genere: sui suoi canali social è tutta geopolitica e propaganda.
Marianna Podgurskaya durante i bombardamenti a mariupol
«Il volto del dolore di Mariupol ora firma a sostegno di Putin», scrive Unian ricordando il paradosso dei paradossi: in quei giorni dolenti in cui l’Ucraina e l’Occidente accusavano i russi dei crimini nella città martire del Mar Nero, Mosca replicava che fosse tutta una messa in scena. I russi sostenevano che quella ragazza, proprio Marianna con il volto insanguinato che ancora non conoscevano, fosse «un’attrice» come tutte le altre puerpere e partorienti, «messe lì in scena» come comparse per un servizio di pura propaganda contro il Cremlino. […]