Paolo Levi per “la Stampa”
MARINE LE PEN RIFIUTA DI INDOSSARE IL VELO IN LIBANO
L'Europa è una «prigione», una «gogna», un «mostro burocratico» pronto a finire al «museo delle costruzioni ideologiche senza futuro»: all' indomani dell'incriminazione della sua capo di gabinetto, Catherine Griset, per lo scandalo degli impieghi fittizi all'Europarlamento, Marine Le Pen, sferra una nuova durissima bordata contro l'Unione europea. Attaccando, forse per la prima volta in prima persona, in ogni caso in termini mai così duri e diretti, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, rea a suo parere di promuovere la «concezione di un'Europa in fallimento con un'ostinazione incomprensibile».
MARINE LE PEN
Una situazione, avverte Le Pen nella sua prima conferenza stampa di politica internazionale a Parigi, che oggi ci «impone - come nel 1757, quando la Francia di Luigi XV venne confrontata alle inquietanti velleità della Prussia, di procedere al rovesciamento delle alleanze». Di qui l'avvertimento lanciato a Bruxelles e Berlino: «O l'Ue guidata da una Germania ideologica ed economicamente egemone accetta di trattare, o la Francia troverà con gli altri Stati liberi dell' Europa un'altra via per organizzare il continente», che «Merkel, Schulz, e gli altri commissari illegittimi lo vogliano o meno».
salvini wilders le pen petri
Se eletta all'Eliseo, la favorita nei sondaggi del primo turno del 23 aprile promette «l'azzeramento dei trattati» e l'avvio di un negoziato di sei mesi con Bruxelles per recuperare quattro sovranità: monetaria - con il ritorno a una «valuta nazionale» - legislativa, territoriale, di bilancio. Ma se l'esito non dovesse soddisfarla, si schiererà risolutamente a favore del «Frexit», l'uscita della Francia dall' Ue, dopo aver indetto un referendum sul modello britannico.
«Marine, femminista fittizia!»: strilla nei saloni dell' avenue Hoche una giovane «Femen», che si denuda nella sala ricordandole i guai giudiziari che la perseguitano (impieghi fittizi dei suoi assistenti a Strasburgo), nemmeno lei riesce a fermarla. Ai massimi della popolarità, la leader anti-euro («La moneta dei banchieri, non del popolo») sembra inarrestabile. E così, mentre la ragazza urlante viene portata via dal servizio d' ordine lepenista, lei sorride impassibile, incassa un applauso, e riprende il discorso «presidenziale».
MARINE LE PEN 3
«Il senso della storia - afferma con tono solenne, quasi marziale, con solo un tricolore francese sullo sfondo - è quello degli Stati nazione e noi incarniamo la storia che verrà: gli altri si sono fermati al ventesimo secolo delle illusioni globali...». Soprattutto, insiste «non dimentichiamo quanti francesi prima di noi si sono battuti, hanno sofferto e sono morti perché avessimo il nostro Stato, la nostra bandiera e la nostra moneta».
marine e jean marie le pen
Ieri, in occasione di un convegno sempre a Parigi, l'ex premier, Enrico Letta, ha detto che una vittoria di Le Pen sarebbe un «game over» per l'Europa, ma una sua sconfitta darebbe invece un nuova «spinta» al continente chiudendo la «sequenza» apertasi con la Brexit e Donald Trump. Per questo la corsa all' Eliseo è così fondamentale: ne va dell'avvenire di sessant'anni di costruzione europea.