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Fare il presidente della Banca Centrale Europea? «È stressante come un qualsiasi altro lavoro che preveda responsabilità». Mario Draghi si toglie il mantello da “super Mario” e dice che «non c’è niente di speciale in questo lavoro». Lo dice in occasione del Congresso Escardio, durante una video-conversazione con Filippo Crea, il cardiologo dell’Università Cattolica e del Gemelli, primo italiano a diventare direttore dello European Heart Journal.
MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE
Oltre a raccontare il suo precedente lavoro come un “normale” lavoro, Draghi è tornato a parlare del futuro dell’economia post pandemia: «Gli incentivi devono creare nuovi lavori, non salvare quelli vecchi». Per l’ex presidente della Bce i governi dovrebbero utilizzare i fondi verso settori che possano creare nuovi posti di lavoro per i giovani.
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È la seconda volta in poche settimane che Draghi parla delle (e alle) nuove generazioni: lo ha fatto recentemente al Meeting di Rimini, quando ha detto: «Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza. Alcuni giorni prima di lasciare la presidenza della Banca centrale europea lo scorso anno, ho avuto il privilegio di rivolgermi agli studenti e ai professori dell’Università Cattolica a Milano.
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Lo scopo della mia esposizione in quell’occasione era cercar di descrivere quelle che considero le tre qualità indispensabili a coloro che sono in posizioni di potere: la conoscenza per cui le decisioni sono basate sui fatti, non soltanto sulle convinzioni; il coraggio che richiedono le decisioni specialmente quando non si conoscono con certezza tutte le loro conseguenze, poiché l’inazione ha essa stessa conseguenze e non esonera dalla responsabilità; l’umiltà di capire che il potere che hanno è stato affidato loro non per un uso arbitrario, ma per raggiungere gli obiettivi che il legislatore ha loro assegnato nell’ambito di un preciso mandato».
Draghi ha usato più o meno le stesse parole anche in occasione del colloquio con il cardiologo Crea, citando anche la digitalizzazione come uno dei temi che dovrebbero essere messi ai primi posti nell’agenda dei governi.
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Anche in occasione della conversazione con il cardiologo Crea, Draghi ha espresso il suo pensiero “politico”: «I sussidi dovranno scendere, ma allo stesso tempo si creeranno posti di lavoro per i giovani».
Parlando di politica sanitaria, l’ex capo della Bce ha sottolineato che «dovremmo spendere molto di più per la salute» ma anche che «la pandemia ha evidenziato l’importanza di avere buone strutture di assistenza e un sistema robusto. Per rilanciare l'economia finché non sarà trovato un vaccino, servono test di massa e poi il tracciamento può essere fatto in seguito a tutti questi test».
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