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Estratto dell’articolo di Camilla Conti per “La Verità”
Mario Draghi è riapparso nei giorni scorsi in gran forma seduto in prima fila alle considerazioni finali del governatore (uscente) di Bankitalia, Ignazio Visco, e poi al ricevimento al Quirinale per la Festa della Repubblica. Ma è già pronto per andare in tour con una serie di conferenze all’estero, tra l’Europa e gli Usa, dove porterà il suo bagaglio di esperienze prima alla Bce e poi a Palazzo Chigi.
mario draghi considerazioni finali ignazio visco 2023
L’occasione giusta, è la voce che circola da tempo, anche per fare pubbliche relazioni in vista di una sua possibile candidatura al vertice della Banca Mondiale come chiusura di una lunga e blasonata carriera. Vedremo. Intanto, è interessante notare da dove Super Mario abbia deciso di partire. Perché, secondo quanto ha rivelato ieri Milano Finanza, la prima tappa sarà a Parigi il 22 giugno.
Amundi, il colosso francese del risparmio gestito controllato dal Crédit Agricole, lo ha scelto come speaker d’eccezione alla sua convention dal titolo The global shake up, where will the pieces fall? («La scossa globale, dove cadranno i pezzi?»). […]
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[…] È […] curioso che il «Draghi conferenziere» abbia scelto di cominciare la sua avventura dalla Francia. Proprio dopo le tensioni tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni (volata ieri a Tunisi per trovare un accordo sulla gestione dei flussi di clandestini), nonché a pochi giorni dalla visita di Sergio Mattarella a Parigi (tesa a rinsaldare i rapporti con l’Eliseo che sul Mediterraneo e sui migranti gioca una partita spesso contraria ai nostri interessi). Certo, Draghi è stato colui che da presidente del Consiglio ha messo i sigilli al Trattato del Quirinale, di cui è stato per altro un grande sponsor.
jean pierre mustier elkette
Ma al netto delle affinità diplomatiche e delle coincidenze temporali, dal punto di vista finanziario è degno di nota anche il ruolo di Amundi, il cui invito è stato raccolto dall’ex premier. Il gruppo transalpino è uno dei maggiori asset manager d’Europa, a cui Unicredit ha venduto le sue gestioni (gruppo Pioneer) nel 2016, quando la banca milanese era guidata proprio da un francese, l’ad Jean Pierre Mustier.
Impostazione poi smontata a dicembre 2022 dal successore di Mustier, Andrea Orcel, con l’accordo firmato con Azimut per la distribuzione in Italia di nuovi prodotti di risparmio gestito […]. A febbraio, inoltre, il Fondo strategico italiano (Fsi) ha acquistato il 9% del capitale della società di asset management Anima. Un’operazione di sistema con in regia il governo con il preciso intento di proteggere Anima da appetiti stranieri.
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Con un occhio anche alle mosse della capogruppo di Amundi, ovvero il Crédit Agricole che ha rilevato il Creval e ora è il primo socio del Banco Bpm, azionista di Anima. E Amundi è anche «in coabitazione» nel gruppo Crédit Agricole Italia con la stessa Anima, il cui accordo scadrà nel 2027. Senza dimenticare che Anima ha in pancia oltre 100 miliardi di euro di titoli di Stato, ovvero quasi il 5% del nostro debito pubblico.
Mario Draghi alla convention The global shake up, where will the pieces fall? di Amundi
[…] Gli addetti ai lavori ricorderanno sicuramente la posizione tenuta da Draghi quindici anni fa, quando era governatore di Bankitalia. Nel gennaio del 2008, in un intervento al Forex, aveva richiamato l’industria del risparmio gestito ad assicurare in modo adeguato l’indipendenza, «dove opportuno anche con una separazione proprietaria, delle società di gestione del risparmio dai gruppi bancari». Tema rilanciato anche a luglio dello stesso anno, davanti all’assemblea dell’Abi definendo «essenziale» l’autonomia delle società di gestione e promettendo nuove misure «per separare più nettamente la conduzione delle Sgr di matrice bancaria da quella del gruppo di appartenenza[…]».
[…] Curioso che ora vada ospite di chi, i francesi di Amundi, aveva risposto a quell’appello comprando Pioneer da Unicredit. Nemo propheta in patria. Non solo perché, come abbiamo visto, il consolidamento del sistema finanziario è partito dalle società di risparmio gestito e la moral suasion fatta con le regole invocata da Draghi non ha funzionato. Ma anche perché a muovere le pedine del risiko è stata Parigi.
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