1 - DAGONEWS
matteo salvini e luca morisi 4
Come ha reagito il centrodestra allo scandalo che ha travolto Luca Morisi? Silenzio assoluto dai governatori leghisti. Zaia, Fontana e Fedriga non hanno speso una parola in difesa dell’ex social-guru di Salvini. D’altronde era nota l’insofferenza della vecchia guardia e dell’ala governista nei confronti delle strategie elettorali della “Bestia”.
Diverso è stato l’atteggiamento di Giorgia Meloni, che è intervenuta con una fredda presa di posizione evocando il sospetto di una bomba a orologeria per sabotare il consenso del centrodestra alle elezioni amministrative ("Certe cose vengono utilizzate politicamente e questo non è normale in uno Stato di diritto.
MARIO DRAGHI IN CONFERENZA STAMPA
Vedere uscire queste notizie a 7 giorni dal voto quando poi il profilo giudiziario della materia, ad oggi, sembra scivoloso, mentre il profilo personale, sbattuto sui giornali, questo l'impatto politico sui giornali ce l'ha...").
L’intervento della “Ducetta” ha un significato politico e non personale (non è una mano tesa a Salvini): Giorgia teme che con una Lega azzoppata e un Salvini messo in minoranza da Giorgetti & co la sua stessa ascesa verso il Palazzo possa essere pregiudicata.
SILVIO BERLUSCONI E MATTEO SALVINI
Berlusconi l’ha presa malissimo: da uomo di mondo non si è scandalizzato tanto per la questione escort gay e cocaina, ma piuttosto perché teme che i nuovi scossoni interni alla Lega mandino definitivamente in soffitta il progetto di federazione del centrodestra. Anche perché il Cav. non fa che ripetere a Salvini che non intende allearsi con una Lega sovranista e quindi Euro-appestata.
Non solo: è convinto che un Carroccio moderato possa prendere più voti. Ecco perché ha molto apprezzato l’intervista-provocazione di Giorgetti a “La Stampa”, in cui il ministro dello sviluppo economico ha lanciato la candidatura di Draghi al Quirinale.
matteo salvini e luca morisi 3
A proposito, “Mariopio” è scoglionato dalla sovrabbondanza di articoli che lo spingono verso il Colle. Lo si è visto oggi in conferenza stampa, quando ha sbottato: “Almeno una volta ogni ora circa mi fate questa domanda. La risposta è sempre la stessa: è abbastanza offensivo nei confronti del presidente della Repubblica in carica cominciare a pensare in questo modo. Secondo: non sono la persona giusta a fare questa domanda, le persone giuste sono in Parlamento”.
mario draghi giuseppe conte
L’ex presidente della Bce ha fatto presente ai suoi che se verrà ancora strattonato per la giacca potrebbe fare un passo indietro e lasciare anche Palazzo Chigi: “Ho una credibilità internazionale da difendere”, è il senso del suo ragionamento.
Anche perché spedire Draghi al Quirinale a febbraio 2022 avrebbe conseguenze rilevanti. Come scrive Adalberto Signore sul “Giornale”: “Inutile dire che (…) si aprirebbe il valzer delle elezioni anticipate. Che piacciono certamente a Meloni, ma anche a Giuseppe Conte”.
L’avvocato di Padre Pio viene insufflato dal Rasputin Travaglio: vai alle elezioni, candida i tuoi uomini e prenditi il partito. Anche se questo teorema non fa i conti con l’oste Beppe Grillo che ora tace e aspetta il momento giusto per azzannare la pochette con le unghie. Al contrario Enrico Letta non scalpita per andare alle urne, visto che già trema per le amministrative.
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
“Certo - scrive ancora Signore - c'è il tema del voto segreto e di un Parlamento che ha bisogno di arrivare fino ad ottobre per vedere maturare la pensione di deputati e senatori al primo giro.
Non un dettaglio. E poi c'è il nodo legge elettorale, che dopo le amministrative potrebbe tornare in auge. E se il crollo di consensi della Lega sarà così corposo come annunciano i sondaggi, una riforma proporzionale potrebbe interessare anche a Salvini.
ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA
A quel punto, il voto si allontanerebbe e magari tornerebbe in auge il Mattarella bis con Draghi saldo a Palazzo Chigi. Scenari tutti plausibili”
2 - IL PARTITO DI DRAGHI AL COLLE
Carlo Bertini per “La Stampa”
enrico letta stefano bonaccini
«Se volessimo portare Draghi al Colle, dovremmo trovare prima un suo sostituto per reggere il governo e andare alle elezioni non prima di ottobre...», scherza ma non troppo uno dei pezzi grossi del Pd, per marcare quanto tale ipotesi debba superare una diga di cemento: la paura di centinaia di peones che l'uscita del premier interrompa la legislatura.
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
Per questo, insieme al partito di Draghi al Colle, cresce in queste ore nel Palazzo, l'ipotesi di un governo elettorale. Guidato da Daniele Franco o Marta Cartabia, che traghetti il Paese fino alle urne da tenere in autunno 2022: dopo cioè che la legislatura abbia compiuto i quattro anni, sei mesi e un giorno utili a far percepire a tutti un futuro assegno pensionistico.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI
Su una cosa però molti concordano, a destra e sinistra: senza l'autorità indiscussa di Draghi, questo governo «vivacchierebbe», bloccato dai veti su ogni riforma da fare, proprio in mezzo alla giostra dei fondi del Pnrr da non disperdere. Pericolo questo, rilevato dallo stesso Giorgetti nell'intervista a La Stampa, in cui benedice però lo stesso l'ascesa del premier al Colle.
matteo salvini e giorgia meloni a cernobbio
Ma sull'uso dei fondi del Recovery con Draghi al Quirinale c'è chi ha un pensiero positivo, Renato Brunetta: «Per uscire dalla crisi economica e dalla pandemia e per essere leader in Europa, io credo che la persona che ha più titolo per garantire questo per i prossimi 7 anni e cioè per tutta la durata del Pnrr, sia proprio il presidente del Consiglio».
DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI
Posto che Brunetta rappresenti il pensiero di una parte di Forza Italia, che Meloni tifi Draghi sperando in elezioni; posto che Salvini la seguirebbe, nella Lega oltre a Giorgetti c'è un altro ministro, Massimo Garavaglia, che si iscrive al partito di Draghi, introducendo una variabile tempo: «Che finisca al Quirinale mi sembra una soluzione logica. Il quando è tutto da vedere».
renato brunetta mario draghi
Ovvero, potrà salire al Colle pure dopo un eventuale Mattarella Bis. Ma questa eventualità si sta sgonfiando: Sergio Mattarella, oltre ad essere contrario a ripetere quella che ritiene un'anomalia costituzionale, non si farebbe riconfermare mai da una maggioranza monca di una delle forze politiche. Lo stop di Meloni al suo nome («io non lo voterei») rilancia la prospettiva Draghi con più forza.
sergio mattarella e mario draghi
A frenare ora su un'ascesa al Colle del premier sembra Matteo Renzi, convinto che i giochi si faranno nell'ultima settimana di gennaio. «Draghi sarebbe un grandissimo presidente della Repubblica e un grandissimo presidente del Consiglio europeo e della Commissione europea. Può fare tutto, ma è presto per parlarne».
draghi mattarella renzi partita di poker
Mentre Enrico Letta congela le dichiarazioni sul tema. Nei "pourparler" tra big del Pd è spuntato un identikit di una figura istituzionale e di standing europeo come Paolo Gentiloni, da provare nel caso ad eleggere con una «maggioranza Ursula» con Forza Italia.
Ma sono chiacchiere: Letta teme che il caos della Lega danneggi il governo e vorrebbe blindare Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023. Lo pensa anche il suo (potenziale rivale) Stefano Bonaccini: «Perdere ora Draghi premier non è interesse del Paese».
draghi letta 1 stefano bonaccini vaccinato
mattarella draghi mario draghi e sergio mattarella all altare della patria sergio mattarella e mario draghi mattarella e mario draghi al quirinale sergio mattarella mario draghi