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    AIUTIAMOLI A CASA LORO - MARIO DRAGHI PROMETTE ALLA MERKEL L’OK DELL’ITALIA AL RINNOVO DELL’ACCORDO CON LA TURCHIA (ERDOGAN NON È PIÙ UN DITTATORE?) MA CHIEDE DI FARE LO STESSO CON LA LIBIA. L'ACCORDO AL RIBASSO AL BILATERALE DI BERLINO: SÌ AGLI AIUTI AI PAESI NORDAFRICANI, MA NULLA DI FATTO SUL RICOLLOCAMENTO DEI RICHIEDENTI ASILO – C'È L’IMPEGNO A USARE 8 MILIARDI DI FONDI UE PER NUOVI ACCORDI DI PARTENARIATO  – VIDEO


     
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    1 - LIBIA: BOZZA, IL DOSSIER ENTRA NELLE CONCLUSIONI LEADER UE

    MARIO DRAGHI ANGELA MERKEL MARIO DRAGHI ANGELA MERKEL

    (ANSA) - BRUXELLES, 22 GIU - La Libia entra nelle conclusioni del vertice dei leader Ue, secondo l'ultima bozza di cui l'ANSA ha preso visione. "L'Unione europea conferma il suo impegno per il processo di stabilizzazione della Libia sotto gli auspici delle Nazioni Unite", si legge nell'ultima versione del documento circolata (in quello precedente il dossier non compariva). Non si tratta tuttavia di una versione definitiva delle conclusioni, poiché il documento sarà rivisto e limato in base a quanto emergerà dal Consiglio affari generali, in corso oggi, a Lussemburgo.

    sbarco migranti lampedusa 3 sbarco migranti lampedusa 3

     

    2 - POCHI IMPEGNI SUI MIGRANTI RICOLLOCAMENTI ANCORA FERMI

    Alessandro Barbera per “La Stampa”

     

    Dicono di essere divisi solo dal tifo agli europei, ma non è così: sui migranti Angela Merkel e Mario Draghi sono costretti all'accordo al ribasso. Sì agli aiuti ai Paesi nordafricani, nulla di fatto - almeno per ora - sul ricollocamento dei richiedenti asilo che sbarcano sulle coste italiane. Il primo vertice bilaterale fra i due premier potrebbe essere già l'ultimo.

     

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    L'italiano avrebbe voluto arrivare a Berlino prima, l'agenda dell'emergenza gli ha consentito di farlo quando la Germania è già nel pieno della campagna elettorale. Merkel, con un piede fuori della Cancelleria, non può permettersi di prendere impegni su un tema delicatissimo come quello dell'immigrazione. Le diplomazie avevano ipotizzato un accordo a tre che permettesse la distribuzione equa delle persone in arrivo, ma sia Parigi che Berlino hanno chiesto in cambio l'accoglienza dei cosiddetti migranti secondari, persone transitate dall'Italia e poi sparse per varie ragioni in Europa.

     

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    È il principio sancito dai cosiddetti accordi di Dublino, che obbliga a tener conto del primo approdo dei richiedenti asilo e che l'Italia chiede da tempo di modificare nell'indifferenza generale. E così Draghi, in un torrido pomeriggio berlinese, è costretto a fare di necessità virtù. «Sul tema dei migranti dovremo lavorare insieme e aiutarci l'un l'altro». La via d'uscita all'impasse sui ricollocamenti è la «dimensione esterna», uno slogan che piace molto anche a Matteo Salvini. Draghi parla di «assistenza tecnica ed economica in Nordafrica, cioè non solo in Libia e Tunisia, ma anche la fascia del Sahel, Etiopia ed Eritrea».

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    Dice Merkel: «Bisogna iniziare dai Paesi di provenienza». Ringrazia Draghi per le iniziative politiche sulla Libia, l'italiano ricorda che domani proprio a Berlino ci sarà una importante riunione dei ministri degli Esteri. La tedesca ricorda però che non si può in ogni caso prescindere dall'autocrate turco Recep Erdogan, le cui truppe occupano pezzi di Libia e che ora chiede di rinegoziare l'accordo firmato cinque anni fa con l'Unione per la gestione della rotta balcanica. «Al vertice europeo dobbiamo aprire una prospettiva: la Turchia accoglie tre milioni di rifugiati e ha tutto il diritto di essere appoggiata da parte nostra».

     

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     Sui ricollocamenti Draghi ammette invece che l'accordo «prenderà del tempo». Quanto, non è chiaro. Le elezioni tedesche (a settembre) e quelle di primavera in Francia non permettono di fare previsioni. Emmanuel Macron, finora ottimo alleato dell'Italia anche in questa partita, deve fare i conti con la debacle al test amministrativo di domenica. Draghi deve accontentarsi di aver imposto il tema nell'agenda dei leader, superando l'impostazione del governo Conte che aveva tentato di costruire una coalizione dei Paesi del Sud. Sempre che l'estate non porti con sé un'emergenza sbarchi e il tema non si imponga da solo.

     

     

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    ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7 ursula von der leyen, emmanuel macron, charles michel, angela merkel e mario draghi al g7

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