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    BIDEN CI HA ROTTO IL GAS! – MARIO DRAGHI VOLA IN ISRAELE PER DISCUTERE (ANCHE) DELLE FORNITURE ENERGETICHE, MA AL TAVOLO C’È UN CONVITATO DI PIETRA, GLI STATI UNITI! AGLI AMERICANI NON PIACE IL PROGETTO “EASTMED”, CHE COLLEGHEREBBE IL GIACIMENTO LEVIATHAN, AD HAIFA, CON L’ITALIA E POTREBBE AIUTARCI A RENDERCI INDIPENDENTI DALLA RUSSIA. TE CREDO: WASHINGTON VUOLE RIFILARCI A TUTTI I COSTI IL LORO CARISSIMO GAS LIQUIDO – “MARIOPIO” INCONTRERÀ I VERTICI DELLO STATO EBRAICO, CRUCIALE ANCHE PER I NEGOZIATI CON PUTIN, VISTO CHE GERUSALEMME NON HA ADERITO ALLE SANZIONI E RESTA EQUIDISTANTE…


     
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    Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

     

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    Esiste un filo rosso fra il viaggio in Algeria di due mesi fa, quello che farà ad Ankara ad inizio di luglio e la visita che comincia oggi a Gerusalemme. Gli spostamenti di Mario Draghi in un triangolo che ha come baricentro il Mediterraneo sono tutti punteggiati dalla necessità di sganciarsi in modo definitivo, e il più velocemente possibile, dal gas russo.

     

    L'agenda della visita del premier, che vedrà sia le autorità israeliane che palestinesi, avrà al centro le relazioni bilaterali fra Italia e Israele, diversi punti di confronto sulla guerra in Ucraina, ma il dossier del gas non sarà secondario.

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    È infatti molto probabile, secondo fonti vicine al dossier, che il progetto da 6 miliardi per costruire il gasdotto sottomarino EastMed possa essere alla fine abbandonato.

    Interessa all'Italia come all'Ue, potrà pompare a regime 10 miliardi di metri cubi di gas dal secondo giacimento del Mediterraneo, il Leviathan, a 130 km dalla città di Haifa, ma non piace agli americani, è troppo costoso, e potrebbe avere alternative geopolitiche migliori: collegare il giacimento via terra sino ai gasdotti algerini, oppure dirottarlo sull'Europa attraverso la Turchia, opzione più difficile dal punto di vista politico, visto che il giacimento è al centro di conflitti e rivendicazioni contrapposte fra greci, ciprioti e turchi, ma di cui si discute.

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    Con il primo ministro israeliano Naftali Bennett, con il ministro degli Esteri Yair Lapid, con il presidente Isaac Herzog, il capo del governo italiano, a seconda dell'interlocutore, parlerà dunque di un dossier che è ormai in cima agli interessi strategici e più urgenti di ogni Paese europeo, ma parlerà anche di guerra, della crisi alimentare che minaccia in primo luogo il Mediterraneo, del rischio di un allargamento del conflitto fra Russia e Ucraina, sul quale a Gerusalemme esiste un'enorme preoccupazione.

     

    mario draghi in conferenza stampa dopo il consiglio europeo 1 mario draghi in conferenza stampa dopo il consiglio europeo 1

    Un confronto utile anche in vista del viaggio a Kiev, insieme a Macron e Scholz, che Draghi dovrebbe compiere prima del G7 di fine mese.

     

    Il ruolo di equidistanza di Israele fra gli interessi di Kiev e Mosca consentirà poi di approfondire il dossier dei possibili negoziati, della formazione di un pool di Stati, alla cui partecipazione si è candidata anche l'Italia, per costruire una rete internazionale di sicurezza che possa riavvicinare i due Paesi in guerra in modo graduale, iniziando dalla crisi alimentare per cercare di arrivare, quando possibile, a veri negoziati di pace.

     

    VLADIMIR PUTIN NAFTALI BENNETT VLADIMIR PUTIN NAFTALI BENNETT

    Una dinamica che si riproporrà nella visita che Draghi farà ad Erdogan e in cui c'è almeno un altro dato saliente: sia Israele che Turchia, di nuovo su relazioni diplomatiche positive, non hanno aderito alle sanzioni contro la Russia. Fra gli interessi strategici italiani, che Draghi porterà nel confronto con i suoi interlocutori, ci sono anche la postura della Nato nel Mediterraneo: per Roma la guerra in Ucraina, l'allargamento a Svezia e Finlandia, l'investimento sul fronte baltico e balcanico, rischiano di distrarre l'Alleanza dal fronte meridionale della Ue.

     

    putin erdogan gustano un cornetto putin erdogan gustano un cornetto

    Israele non fa parte della Nato ma ha con essa una relazione speciale, ed è un player fondamentale, oltre che un alleato, per la sicurezza e la stabilità del Mediterraneo. Infine ci sono le relazioni bilaterali. Dopo i due governi Conte, che per distrazione o pigrizia decise di non coinvolgere Israele nelle sue visite internazionali, si ripristina una consuetudine di rapporti politici fra Roma e Gerusalemme che è strutturale.

     

    Draghi avrà un colloquio anche con il premier palestinese, Mohammad Shtayyeh, e firmerà accordi con il governo della Palestina, ma la visita si snoderà secondo un formato tradizionale: la visita al memoriale dell'Olocausto, le relazioni commerciali, incontri alla Knesset e con le prime cariche dello Stato di Israele.

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