Mario Giordano per “La Verità”
mario giordano
Caro D'Alema, lei sostiene che quel mezzo milione di euro, che secondo i compagni socialisti europei si sarebbe intascato indebitamente, sono in realtà un giusto compenso per l'attività svolta. Ha aggiunto anche che, a suo dire, sarebbe stato pagato «meno del suo valore».
Ed è per questo che le scrivo. Volevo per l'appunto chiederle: mi scusi, ma qual è il suo valore? Non starò qui a sindacare sulla imbarazzante vicenda su cui si è già scritto di tutto, non starò a insistere sull'inspiegabile dettaglio del contratto segreto, e non mi dilungo nemmeno sul triste caviale del tramonto che lei sta percorrendo, tra i ventilatori fuori norma della Silk Road Global, e le mascherine farlocche dei suoi amici Domenico Arcuri e Vittorio Farina.
MASSIMO DALEMA SILK ROAD FORUM
Triste epilogo, per altro, di una vita politica tutta costellata di casi Telecom, Banca 121, Unipol, Bingo, Monte Paschi e altro malbusiness, come le ha ricordato l'ottimo Mattia Feltri sulla Stampa. Io vado oltre e le chiedo: ammesso che lei sia stato davvero pagato per il suo valore, quale diavolo è questo valore?Lei ha ricevuto 10.000 euro al mese dal 2013 al 2017 dalla Feps, la rete della fondazioni dei socialisti europei, in cambio dell'attività intellettuale svolta.
massimo dalema al vinitaly
In una intervista a Repubblica ha dichiarato che ci sarebbe stata una società privata inglese disposta a pagarla quattro volte tanto (quindi 40.000 euro al mese) per il medesimo lavoro. E che lei ora ha chiesto a una società (che però rimane segreta) di valutare l'esatto valore delle sue prestazioni. Naturalmente non mi permetto di mettere in dubbio nulla di tutto ciò. Anzi, sono felice per lei perché non è da tutti farsi offrire 40.000 euro al mese in cambio di qualche idea.
L'unica cosa che non riesco a capire, glielo dico con tutta sincerità, è di che diavolo di idea si tratti. Scusi se mi permetto, sa. Ma dopo la sua infanzia dalla parte sbagliata della storia, prima nei pionieri del Pci (ai tempi in cui l'Urss aveva sempre ragione) e la sua adolescenza nella Fgci (senza dimenticare un passaggio movimentista con le molotov), è finalmente arrivato alla politica dei grandi distinguendosi soltanto per interminabili guerre nel partito con il suo alter ego Walter Veltroni e per un'esperienza di governo a dir poco fallimentare.
MASSIMO DALEMA E LA PIZZETTA
Che cosa si ricorda di lei primo comunista italiano al potere? Il bombardamento in Kosovo? Palazzo Chigi come merchant bank? I lothar Velardi e Rondolino che l'accompagnavano come mastini? Dalla Bicamerale (fallimento istituzionale) ad Articolo Uno (fallimento scissionista) la sua vita è un coacervo di flop che nemmeno la sua sovrabbondante boria riesce a coprire.
E perciò mi resta questa curiosità: ma perché diavolo qualcuno dovrebbe pagare 40.000 euro per avere i suoi consigli? Non sarà che vogliono sapere quello che lei pensa per fare esattamente l'opposto? Se riuscisse a farmelo sapere, gliene sarei grato. Nel caso guarderei con ancora più ammirazione la sinistra che lei rappresenta, una sinistra insuperabile nel difendere i valori. Quelli del conto in banca, s' intende.
mario giordano